C’è un gioco di fiducia, tra i moltissimi che la ‘povna e i suoi alunni imparano quando vanno in Appennino, che a lei piace più di tutti gli altri. Si chiama il gioco delle sedie, e consiste in questo: si mettono le sedie in cerchio, una per ciascun alunno, e i ragazzi della classe sono invitati a camminarci sopra, senza mai fermarsi. Scopo del gioco è non cadere mai a terra perché, mors mea, mors tua, se cade uno perde tutta la squadra. Passato qualche minuto di acclimatamento, le educatrici iniziano, piano a piano, a tirare prima una sedia, poi un’altra, via dal cerchio. I ragazzi di solito prima restano perplessi; poi, quando i buchi sono ancora uno o due, semplicemente saltano. Ma arriva un momento in cui saltare non basta, gli spazi si fanno troppo larghi: per rimanere in gioco bisogna imparare a farsi squadra e ad ascoltarsi; a sapersi organizzare. E’ a questo punto che gli educatori chiedono ai ragazzi di fare una proiezione di scommessa, chiedendo loro a quante poche sedie puntano per poter considerare il gioco una vittoria. La ‘povna ha visto così, dal 2008 in poi, sfidarsi al gioco delle sedie una classe dopo l’altra: i Matti, l’Onda, i Bufali dell’Orda, i Maculati, i Merry Men, i Pesci e infine gli Anatri. Ciascuno di loro lo ha interpretato secondo la propria personalità di classe, e il record, dopo tanti anni che sono passati, spetta ancora all’Onda, che riuscì a restare, attraverso una raffinata combinazione di regia (di Nana), pacatezza (di Calvin), prontezza (delle bimbe), follia (di Corto Maltese – che si prese in collo Campanellino per un tempo lunghissimo), capacità di farsi gregari (tutti gli altri) – la ‘povna ha le foto, se le guarda si commuove pure adesso – in diciotto su sei sedie.
Alla ‘povna tutto questo è venuto in mente sempre più spesso, in questi giorni, mentre i giorni coi Merry Men sfilano troppo veloci verso giugno; mentre – insieme all’Ingegnera (e un po’ anche a Esagono) – prova a lenire tutto il dolore del mondo; mentre ai guai già citati se ne aggiungono ancora cento altri (per esempio col Panda, che non ride più, e ne ha ben donde), mentre su tutti loro campeggia sempre, muto e immoto, come un’ombra, il pensiero dell’esame. E le sembra di essere lì, insieme a loro, sulle sedie, e tenerli con il pensiero tutti quanti; loro ci mettono del loro, è ovvio: c’è chi si prende il compagno a rischio sulle spalle, chi cerca di fare il leader con strategia e giudizio, chi macina in silenzio, ma garantendo l’ordinaria amministrazione tutti i giorni; chi accetta di farsi guidare. Ma al centro di questo groviglio, di mani, piedi e spalle che si uniscono, la ‘povna continua a coltivare, febbrile, il suo pensiero apotropaico, che si esplicita nella necessità di tenere sempre desta l’attenzione su di loro, tutti quanti – non sia mai che, senza volerlo, distraendosi, possa correre il rischio di lasciarli andare.
Il post-it per Cita-un-libro, nell’ambito di #ioleggoperché, questa domenica, si ispira a questa immagine, e recita così (uno dei libri più grandi di sempre). Più sotto, conforme alle regole che lei stessa si è data, seguono il podio e il cambio di testimone, così come promesso. Con un grazie e un buon secondo giro a tutti i validi lettori.
E ora, il podio. La ‘povna premette che girare per blog a pesca di citazioni è stato parecchio divertente, che scegliere non è stato per nulla facile, e che ci ha dovuto nuotare sopra un po’ di vasche. Ha visto scorrere tanta letteratura italiana, alcuni classici di sempre, passioni personali, citazioni che erano anche auspici di letture futuribili: ma, alla fine, la cerchia si è ristretta ad alcuni possibili: Alice (una e due) e Galileo (uno e due), prevedibilmente; quelle di scuola, che le toccano corde assai sensibili; e, infine, questa qui.
Ed è proprio Ellegio, con Calvin and Hobbes, che si aggiudica il primo primo posto: perché, innanzi tutto, la ‘povna trova la citazione molto bella; poi perché le sembra essenziale ricordarsi di porre l’attenzione sull’importanza del fumetto (del resto, il suo blog si chiama Slumberland); e, infine, perché quello ricordato è un grande libro.
A lei dunque, che la ‘povna passa la parola e la staffetta, ricordando le regole. Per quanto riguarda invece il secondo e il terzo posto, la ‘povna dice, rispettivamente, La Bionda (perché i Ricordi di scuola sono un libro troppo spesso dimenticato, e splendido) e (perché delle due Alice, lei si sente più questa) Iome.