Una prima premessa importante. Ellegio, il giudice della settimana appena trascorsa, ha proposto alla ‘povna e al gruppo di giocatori citazionisti di inserire la possibilità di un tema per l’appuntamento settimanale. A lei è sembrata una buona idea, e dunque ha recepito questa idea, leggermente modificata, nel regolamento. La vincitrice della seconda settimana, nonché giudice della terza, ha poi proposto, in questo senso, una modifica ulteriore in autonomia, che la ‘povna però, dopo attenta riflessione col comitato tutto, ha deciso, insindacabilmente, in parte di accettare, in parte no. Il risultato è questo (lieve) cambiamento delle regole, che ha aggiornato sul primo post, e riporta qui sotto, con preghiera per tutti i giocatori di leggere e seguire (in grassetto le novità).
1. La domenica, tra le 0.00 e le 23.59 si va sul wall di #ioleggoperché, si sceglie un post-it di citazione e si pubblica sul proprio blog, inserendo nel post il link al portale di #ioleggoperché;
2. Si segnala la pubblicazione sul post del giudice;
3. Durante la settimana si partecipa, se si vuole, alla discussione che (auspicabilmente) da quelle citazioni sarà indotta;
4. Il sabato sera o la domenica successiva, a scelta, il giudice, insieme alla nuova citazione, pubblicherà la classifica delle prime tre citazioni, motivandole;
5. Il giudice stesso passerà dal blog della citazione vincitrice a lasciare il testimone; per far ricominciare il gioco;
6. Il nuovo giudice pubblicherà la sua citazione e il suo post, assegnando eventualmente un tema per le nuove citazioni settimanali;
7. I giocatori possono anche decidere di non seguire il tema: saranno ugualmente partecipanti a Cita-un-libro, ma non potranno concorrere alla vittoria della settimana.
Veniamo al gioco e alla domenica. E’ stata, per la ‘povna, una settimana stupida; come spesso febbraio riserva, che si sa che è connaturatamente stronzo. La ‘povna l’ha passata quasi tutta a correre, e molto spesso a gestire emergenze, progetti, cose molto più fuori che dentro le classi. Alcune erano annunciate, e va bene così. Altre no, ma va bene lo stesso. Altre ancora, invece si potevano proprio evitare. Nei fatti, succede che ultimamente una quantità di colleghi piùcheretti, e soprattutto pigri, sembra cercarla davvero per la qualunque: “‘povna, ho visto che mi hai mandato la griglia della terza prova per e-mail, grazie”; “Figurati, di nulla…”; “Ma…”; “Dimmi!”; “Ecco, mi chiedevo se potessi mandarmi anche gli elenchi degli alunni della classe, così evito la fatica di scriverli”; “Ma sono solo diciannove!”; “Eh, lo so, ma già che hai mandato la griglia”. Cose così, niente di serio, insomma. Solo che la ‘povna teme che, a breve, le chiedano di accompagnarli in bagno per aiutarli a calarsi le braghe per pisciare. La settimana finisce dunque coi due vicepresidi che la convocano, uno per uno, in vicepresidenza: “‘povna, ti abbiamo osservato, così non va, è gravissimo!”. “O mamma, che cosa ho fatto!”; “Hai fatto che ne fai troppe, e la gente si approfitta: devi dire di no, è un consiglio, ma anche un ordine; così non lo puoi tollerare”.
Di fronte agli ingegneri che, bontà loro, si preoccupano, la ‘povna prima ridacchia, poi prende una serie di decisioni, per prepararsi al lungo marzo (che, didatticamente, come ogni insegnante sa, è il mese cruciale e più lungo). Chiude metaforicamente, a doppia mandata, le porte delle classi. E si dedica decisa a quello che più le piace e meglio sa fare, indubbiamente, e cioè stare con gli alunni e insegnare.
La citazione di oggi, per Cita-un-libro #ioleggoperché 3, prende spunto da questi recenti eventi, e si limita a cinque parole formidabili. Con le quali la ‘povna partecipa, per questa settimana, alla corte hejan di Murasaki.