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Citadel – Torino Film Fest

Creato il 30 novembre 2012 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2012

Durata: 84’

Genere: Horror

Nazione: Irlanda

Regia: Ciaran Foy


Citadel – Torino Film Fest

I palazzoni popolari, costruiti dal dopoguerra in poi, in nessun paese godono di particolare considerazione, ma nel Regno Unito, sembra siano diventati il simbolo centrale per il degrado urbano e tutto quello che ne consegue. In Attack the Block (2011, Joe Cornish), un palazzo di periferia era il punto prescelto per un’invasione aliena, in Tower Block (2012) diventa il luogo per un assedio spietato. Nell’irlandese Citadel, opera prima di Ciaran Foy, infine diventa una specie di non-luogo maledetto e dimenticato, che sembra uscito direttamente da Silent Hill.

Una giovane coppia sposata e in attesa del primo bambino, stanno per lasciare il palazzone in cui vivono per trasferirsi in un luogo più sicuro. Tre ragazzini incappucciati (o quello che sembrano essere ragazzini) aggrediscono la moglie e la uccidono. Il bambino sopravvive, ma il giovane da quel momento soffre di agorafobia a conseguenti attacchi d’ansia. Nove mesi dopo, il ragazzo si trova ancora nello stesso luogo, incapace di superare le sue paure. Il nodo arriva al pettine quando i ragazzini tornano per prendersi sua figlia.

Citadel funziona meglio sulla carta, che sullo schermo. L’idea di passare da una parte realistica e meno di genere, che tocca tutta una gamma di tematiche metropolitane (in primis quella della bande giovani minorenni, che è stato affrontata già in una serie di film inglese degli ultimi anni), per trasformarsi poi lentamente in un horror apocalittico, popolato di demoni mutanti infetti, è interessante, ma l’esecuzione si mostra un po’ impacciata, la messa in scena abbastanza scolastica. Non aiuta inoltre la presenza di James Cosmo, che replica il suo personaggio visto nella serie televisiva Sons of Anarchy, senza che ce ne sia bisogno. Nonostante questi difetti, Citadel ha il pregio di creare un’atmosfera paranoica e una sensazione d’ansia non indifferente nello spettatore, che non è cosa da poco.

Non imprescindibile, ma una prova abbastanza solida, che certamente non annoia.

 PAOLO GILLI


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