avrei voluto scrivere qualcosa sulla legge bavaglio,
avrei voluto dire qualcosa sul ddl intercettazioni,
avrei voluto esprimere la mia opinione sulla situazione attuale,
avrei voluto mettere giù qualcosa d'intelligente sulla mancanza di opposizione,
avrei voluto fare qualche riflessione originale sullo stato del potere.
E lo avrei anche fatto, lo giuro. Magari non sarei riuscito in toto nel mio intento, ma almeno ci avrei provato.
Poi però è arrivato un Umberto Eco espresso, proprio qui, tra capo e collo, di quelli che non ti aspetti, e - zac! - mi ha tolto ogni velleità. Già, perché in quattro e quattr'otto ha messo giù per filo e per segno tutto quello che avrei voluto dire io. Cioè non so se avrei detto proprio tutto, e probabilmente non l'avrei detto in quel modo (voglio dire lui è quell'Eco là, mica un'eco qualunque unque unque...), però porcaccialamiseriaccia, ha detto tutto ciò che c'era da dire, e l'ha fatto nella maniera migliore.
Insomma, non è un'abdicazione, la mia. Ma solo un inchino a chi è più grande di me. Il suo articolo si intitola Noi contro la legge ed è apparso sul sito dell'Espresso venerdì scorso. Non lo riporto per questioni di copyright. Prendetevi cinque minuti e leggetevelo direttamente a questo link, non può che farvi bene.