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Citizen science: ti portiamo su Marte

Creato il 23 luglio 2015 da Media Inaf
Ben evidente in questa immagine e nella successiva, una serie di ingrandimenti della regione polare meridionale di Marte, la tipica struttura a ragno dei canali scavati sulla superficie marziana. Crediti: NASA / JPL-Caltech / MSSS / Università dell’Arizona.

Ben evidente in questa immagine e nella successiva, una serie di ingrandimenti della regione polare meridionale di Marte, la tipica struttura a ragno dei canali scavati sulla superficie marziana. Crediti: NASA / JPL-Caltech / MSSS / Università dell’Arizona.

Dateci una mano a studiare le esotiche caratteristiche del polo Sud marziano. Vi metteremo a disposizione le immagini più dettagliate che abbiamo raccolto.

I membri del gruppo di ricerca del NASA Mars Reconnaissance Orbiter parlano chiaro: hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile per analizzare la curiosa morfologia del Pianeta Rosso, ben visibile nelle immagini ad altissima risoluzione raccolte dalla fotocamera High Resolution Imaging Science Experiment (HiRISE), montata sulla sonda NASA in orbita attorno a Marte.

C’è bisogno di scienza dal basso, insomma. E a rispondere all’appello è Zooniverse (di cui abbiamo scritto spesso su MediaINAF), l’organizzazione che ospita a oggi oltre 30 progetti di scienza partecipata sul sistema di piattaforme online e accessibili a chiunque voglia mettere a disposizione le proprie competenze per il progresso scientifico.

Il nuovo progetto di citizen science si chiama Planet Four: Terrains ed è accessibile a questo indirizzo web: terrains.planetfour.org. La nuova piattaforma è stata progettata per rendere ancora più semplice il processo partecipativo da parte dei volontari e rendere più performante l’attività a uso e consumo dei ricercatori – in questo caso i ragazzi del team del Mars Reconnaissance Orbiter – bisognosi di aiuto.

Alcune regioni marziane non si discostano molto, in quanto a morfologia, da un deserto terrestre, ma le regioni polari presentano formazioni, geologiche e non, piuttosto bizzarre. Si tratta di concrezioni legate alla stagionalità e alla formazione e allo scioglimento di ghiaccio secco. Anidride carbonica allo stato solido, che non possiamo trovare in natura qui sulla Terra, e che invece su Marte copre le calotte polari ogni inverno.

«In primavera il ghiaccio secco ritorna allo stato gassoso e scolpisce caratteristiche insolite sulla superficie marziana», spiega Candice Hansen del Planetary Science Institute di Tucson, in Arizona, e PI vicario dello strumento HiRISE.

Sul sito web Planet Four: Terrains i volontari possono rivedere le immagini provenienti dalla regione polare meridionale del Pianeta Rosso e identificare particolari strutture del terreno. Ogni immagine copre una superficie di circa 30 chilometri in larghezza e con una risoluzione di 6 metri per pixel. I risultati dello studio servono a stabilire dove concentrare le future attività di HiRISE, che avrà modo di eseguire nuovi close-up della regione a partire dalla metà del 2016.

Fonte: Media INAF | Scritto da Davide Coero Borga


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