Molti dei sintomi del Sickness Behavior sono correlati ad uno stato di debilitazione fisica e di debolezza generale
Il cosiddetto “Sickness Behavior” è caratterizzato da: riduzione dell’attività, scarso interesse per l’ambiente, diminuzione dell’appetito, astenia, a volte confusione mentale e iperalgesia. Le citochine che hanno particolari effetti anoressigenici sono: l’IL-1, l’IL-6, l’IL-8, il TNF-α e l’IFN-α.
Molti dei sintomi del Sickness Behavior sono correlati ad uno stato di debilitazione fisica e di debolezza generale. In realtà, sono l’espressione di una riorganizzazione centrale atta a stabilire le priorità al fine di fronteggiare le sollecitazioni del sistema immunitario. Questa riorganizzazione delle attività comportamentali, sotto l’influenza delle citochine proinfiammatorie, corrisponde a quello stato che gli psicologi definiscono di “cambiamento motivazionale”. Ciò comporta che il soggetto riesce a selezionare e ad adottare la strategia difensiva più opportuna alla situazione in corso.
I recettori per le citochine, presenti nel cervello, vengono attivati non solo dalle citochine periferiche, ma anche da quelle prodotte nel cervello in risposta alle citochine periferiche. Questa situazione è reversibile in quanto i criogeni, che comprendono glucocorticoidi, vasopressina, IGF-1 e citochine antinfiammatorie (l’IL-10, l’IL-4, l’IL-13 e il TGF-β), contrastano sia la produzione che l’azione delle citochine proinfiammatorie.
Molte vie di comunicazione trasmettono i messaggi del sistema immunitario dalla periferia al cervello e comprendono vie neurali e vie ematiche. Questa molteplicità di canali sottolinea l’importanza del SNC nella risposta alle infezioni, non solo per scatenare la reazione febbrile, ma anche per adattare il comportamento alle nuove priorità richieste per combattere l’infezione.
Il meccanismo, mediante il quale le citochine inducono il “Sickness Behavior”, può essere così schematizzato: i PAMPS (i pathogen-associated molecular pattern sono delle molecole associate a gruppi di patogeni che sono riconosciuti dalle cellule del sistema immunitario innato) inducono la produzione di citochine proinfiammatorie in periferia e nelle cellule simil-macrofagiche degli organi circumventricolari e dei plessi coroidei del sistema nervoso centrale.
Le citochine periferiche inducono l’espressione di citochine nel cervello, tramite le afferenze vagali o per azioni sugli organi circumventricolari e sulle cellule epiteliali dei capillari del cervello. Le prostaglandine PGE2 sono prodotte localmente e diffondono in varie zone target cerebrali dove alterano vari processi regolatori che comportano febbre, “Sickness Behavior” e attivazione neuroendocrina. L’importanza delle vie ematiche e nervose varia a seconda della specificità della risposta alle infezioni.
È stata dimostrata un’associazione tra l’attivazione del recettore dell’IL-1, quella dell’NFkB e l’espressione del COX-2 nelle cellule endoteliali.
L’NO ha proprietà antinfiammatorie ed è stato esaminato il suo ruolo nell’induzione del sickness behavior. Si è visto che le citochine inducono la sintesi di NO nel cervello e, in risposta a stimoli infiammatori, è sintetizzato dai macrofagi iNOS (ossido di azoto sintetasi inducibile). Questo enzima, non presente nel cervello in condizioni basali, viene indotto nelle cellule vascolari, nella glia e nei neuroni del cervello di ratto in risposta a somministrazioni di lipopolisaccaridi intraperitoneali e citochine, come il TNF-α, IL-1β o IFN-γ.
Per ulteriori approfondimenti su questo argomento si rinvia al testo Multidisciplinarietà in Medicina.