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città caduta

Creato il 16 ottobre 2010 da Vivianascarinci

città caduta

“Ora siamo senza uno specchio

che smalti il viatico

senza un’esegesi che popoli i postumi

di un fatto, senza una timbrica

che trapeli di segni il fiato

ma sai, io so che l’onomante

accosta per differenza

i nomi, soffia dal labiale

la pula e sente come fa, chiamarli”

§ 

L’oscurità è qualcosa di liquido da cui esordisci di continuo

un inizio circolare che comprende una storia scritta

in acque che chiamano, per accenti

lungo il declino,  trascorsi non netti

impassibili alla tua abluzione, chiamano

a una sola parola avvertita

collaterale artefatta sottaciuta che crea

la sua voluttà di esistere o mancare

Il coro allontana propaga il visibile

con precisa volontà di essere futuro

come fosse solo un sogno il palpito che ricorda

vissuto della dispersione, rimosso, merda

e l’ora ha questa norma

che di sotto cospira l’illecito, un’assenza sul farsi

che rende residuo l’immaginario

che non sa coprofago il procedimento

che rientra nell’abbondanza

che del godimento del pasto

fa la finzione necessaria a ogni decadenza


Filed under: viviana scarinci

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