Città come esseri vivi (destinazione: Barcellona- Valencia)

Creato il 18 dicembre 2013 da Ilariadot @Luna84

Da filoispanica mi sento alquanto in colpa per i pensieri di una settimana fa. No, aspetta, forse era meno. Ero arrivata a dire - e intendo dire ad alta voce, rendere pubblico alla micro comunità della mia famiglia, conservarlo tramite memorie d'altri - che non sarei più voluta partire. "Se non fossero coinvolte altre persone", vaneggiavo; se non sentissi così forte il senso della responsabilità, probabilmente avrei annullato il volo. 


Me ne pentirei, ora. 


Eppure l'avrei fatto, presa com'ero da una frustrazione inedita. Pulsante. In grado di farmi piangere lacrime d'impotenza. Perchè per quanto anticipassi la sveglia, il tempo non bastava mai. Comunque. C'erano regali da comprare e da incartare. Ricette da cercare. Articoli da scrivere. E ancora video da montare, persone da contattare, idee per decorazioni creative. 

O forse lo stress pre-natalizio non c'entrava proprio nulla, invece. Magari era per quel senso di inquietudine, quella sorta di timore reverenziale che mi mette sempre addosso Barcellona. Ho un rapporto d'amore e odio, con quella città. Ce l'ho da anni, certo non è un mistero. La penso come un essere vivo. Un essere un po' snob, parecchio stronzo. Eppure bello, bello da morire. Uno che un giorno ti dà la Luna, e il giorno dopo ti manda a fanculo. Barcellona è l'aeroporto de El Prat, l'unico in cui - chissà perchè- mi perdo sempre. Ma è anche una chiacchierata in spiaggia, le cene con gli amici, il footing al Parc Guell. 


É Il furto del mio portafogli. Le ore passate in una centrale sperduta dei Mossos d'Esquadra. Le telefonate alla banca. I morsi d'angoscia sul treno de cercanías. 

É il piú bello dei miei sorrisi. Il piú lungo degli abbracci. Una carezza sulla schiena. 


É la tempesta di neve che dirotta l'aereo. Il freddo glaciale sullo spiazzo del Sant Jordi. La fine di un'era.
Ma anche un concerto al Palau de La Música. I reincontri con gli amici. L'arte. Le facce nuove. 

É la prima cittá della Spagna Continentale che io abbia mai visitato, e la meno spagnola che abbia mai visto. Una di quelle a cui piú ricordi ho legato, e una di quelle che meno sento mia.
Comunque ci torno, e ne sono felice. Oltre a lei, mi aspetta Valencia.
Ho una valigia piena di regali. Due biglietti per concerti. L'immagine di una paella nella testa, e tutto il relax delle cose ormai fatte a mettermi finalmente voglia di partire.
Sono tornata me stessa. E ci si rilegge dopo Natale. 


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