Portogruaro (Pòrto o Portogruèr in veneto) è un comune italiano di 25.478 abitanti della provincia di Venezia in Veneto.La città è il centro di un comprensorio formato da 11 comuni, che assieme all'area del Sandonatese costituisce la cosiddetta Venezia Orientale.La città di Portogruaro si sviluppa lungo le sponde del Lemene , un piccolo fiume di sorgiva che grazie alla sua navigabilità favorì l'insediamento urbano. Il comune è collocato nel Veneto Orientale che confina ad est con il Friuli Venezia Giulia. L'ambiente è pianeggiante e caratterizzato dalla ricchezza d'acqua grazie alle numerose sorgive che alimentano corsi d'acqua, i quali da Nord scorrono verso la costa adriatica; prima delle bonifiche otto-novecentesche la fascia costiera era costituita da aree lagunari che dal mare risalivano verso l'entroterra per c.a 15–20 km e che collegavano ininterrottamente la laguna di Venezia con quella di Marano. Portogruaro si colloca quindi in un territorio di confine tra pianura e mare, tra Veneto e Friuli.La data di fondazione della città di Portogruaro risale al 10 gennaio 1140: con un atto scritto il vescovo di Concordia, Gervino, concesse a Giovanni Venerio, Arpone, Bertaldo, Berigoio, Enrico Mosca, Giovanni Salimbene e ad altri portolani, dei terreni lungo il fiume Lemene per costruirvi case, magazzini per i prodotti agricoli ed un porto fluviale. La prima attestazione documentaria della zona è però un privilegio risalente al 986, atto con cui l'imperatore Ottone III concedeva appunto al vescovo concordiese il dominio del territorio. Già nel X secolo doveva esistere un castello fortificato, sulla riva destra del fiume, che i vescovi della diocesi di Concordia costruirono come loro dimora, non sentendosi più sufficientemente protetti tra le rovine dell'antica città romana.
Dal Rinascimento al 1700
Con il governo della Serenissima Portogruaro ottenne una larga autonomia di tipo comunale e, oltre ai traffici dei prodotti delle campagne circostanti, i vantaggi commerciali concessi tra il Quattrocento ed il Cinquecento furono notevoli: monopolio del commercio del ferro diretto a Venezia, vendita del sale, controllo del transito delle merci verso i territori del Friuli e dell'Austria. Gli scambi con Venezia avvenivano su barca, lungo il corso del fiume Lemene e poi nella laguna veneta, invece verso la terraferma si sviluppava la rete stradale.Gli scambi mercantili contribuirono a far diventare Portogruaro il centro più importante dell'area e intorno al 1500 la città conobbe un periodo di grande prosperità. Il censimento del 1548 permette di stimare la popolazione di Portogruaro in 3700 abitanti[7], colloncandola quindi fra le città più popolose della Patria del Friuli, escludendo Udineche deteneva il primato assoluto. Nel 1586 il vescovo di Concordia si trasferì a Portogruaro, la quale pertanto ottenne il titolo di civitas.Sulla riva sinistra vennero realizzati numerosi fondaci, tra cui quello con annessa dogana posto immediatamente fuori dalla cinta muraria. Vennero inoltre avviati importanti interventi direnovatio urbis, con la pavimentazione delle vie, la ricostruzione dei ponti del Rastrello e della Stretta, e la realizzazione da parte di Cima da Conegliano della pala d'altare del Duomo.(wikipedia) Portogruaro con il suo centro storico con palazzi rinascimentali in stile gotico-veneziano e il singolare municipio del 1300, recentemente ristrutturato al suo interno. Molto suggestiva la passeggiata attraverso gli antichi mulini, sempre nel centro storico. Da visitare il Museo Nazionale Concordiese che ospita numerosi reperti archeologici.porto fluviale
sul Lemene
Municipio
molino sul Lemene
centro storico
Sotto il governo della Serenissima Portogruaro faceva parte della Patria del Friuli, e amministrata dal rappresentante della Serenissima a Udine. Nel 1587 vengono ottenuti dei privilegi che consentono una maggiore libertà giudiziaria dal luogotenente udinese, e nel 1616 Portogruaro ottenne lo scorporo dalla Patria del Friuli e la dipendenza diretta dalla Repubblica. Il XVII secolo segna però anche l'inizio del declino economico della città, come conseguenza della crisi economica di Venezia e della maggiore competitività di altri territori di terraferma della Repubblica.