Città del futuro: vegetali, sotterranee e ziqqurat

Da Sambruno
Nell'ultima settimana - tra compleanni, rubinetti che saltano e conseguenti allagamenti, solite uscite e lunghe camminate per buttare giù un po' di ciccia - non ho avuto abbastanza tempo per questo postaccio, pur avendo in cantiere ben tre post. La settimana appena iniziata non sarà diversa: trascorrerò la maggior parte delle giornate in giro per Messina e provincia. Tuttavia, non mi va di lasciare Storytime abbandonato a se stesso. Ed è per questo che oggi ripropongo un vecchio post di quasi due anni fa - sopravvissuto alla nuclearizzazione di uno dei tanti blog aperti in passato ^^; - che mi casca a fagiolo per un paio di motivi legati - manco a dirlo - a un progetto che riprenderò appena avrò concluso la short novel che sto scrivendo. In inglese. Al posto degli esercizi che prevedono di comporre letterine a Dear Jane ^^
Post del 14.03.2011
Adoro le ambientazioni urbane, per le mie storie. E più le città sono strane, più mi piacciono. Un paio di anni fa, mi sono imbattuta nella Ziqqurat progettata dalla Timelinks di Dubai - restandone parecchio colpita sia a livello di progetto sia per le implicazioni "scrittevoli".
Una superficie di 2,3 km², carbon-neutral (emissioni quasi zero di anidride carbonica) ed eco-friendly, in quanto sono previste ampie aree verdi, pubbliche e private – da usare anche per l’agricoltura. Alimentata grazie a pannelli fotovoltaici, pale eoliche e vapore, del tutto autosufficiente e in grado di ospitare circa un milione di persone. Al suo interno ci si potrà spostare sia in verticale che in orizzontale, grazie a metropolitane e ascensori panoramici: un sistema di trasporti a 360° che rende superflue le autovetture. La sicurezza sarà garantita da una tecnologia elevata: riconoscimento facciale, esame dell’occhio,…
[FONTE: FlashyDubai.com]
Ieri, invece, cercando altro materiale per caratterizzare il background di una storia, mi sono imbattuta in alcuni link interessanti, che sfrutterò senz'altro. I progetti esposti sono accomunati dall'ecosostenibilità, con particolare attenzione - ancora una volta - a un'economia carbon-neutral e a un'ecologia senza rifiuti. Il primo sito, questo, è perfetto, i disegni mi offrono gli spunti che cercavo: città ibridate con sistemi vegetali, secondo i concetti della bio-architettura e degli ecosistemi complementari.
L'ideatore è Luc Schuiten, architetto nato a Bruxelles e inventore dell'archiborescenza: una architettura vegetale che utilizza materiali organici e si ispira alle forme della natura, secondo il concetto del biomimetismo, per creare città del futuro in cui gli abitanti possano vivere in armonia con la natura.
Nelle sue Vegetal Cities, case e palazzi assumono la forma di piante e fiori; dai tetti scendono cascate d'acqua piovana, seguendo un meccanismo a circuito chiuso, e tutto è costruito con materiali riciclabili. Schuiten ha pensato a diversi tipi di città vegetali.
Hollow City è ispirata alle costruzioni dei Nativi americani del Nuovo Messico; in parte autosufficiente, combina l'energia eolica con quella solare e con quella ricavata dal metano.
Hollow City
Lotus City è una città di pavimenti erbosi fiancheggiati da alberi, le cui radici fungono da supporti anche per l'illuminazione. Gli alloggi sono chiamati «habitarbes» e si ispirano alle piante, mentre le case hanno la forma del loto, non solo per bellezza: «Da sempre simbolo di spiritualità, ora diventa un modello di innovazione»: grazie a un sistema di apertura e chiusura dei petali è stato progettato il riutilizzo del metano dei rifiuti organici.
Lotus City
Anche Tree-House City è interessante: è una città-foresta, in cui le pareti degli edifici sono fatte di composti trasparenti simili alla chitina, il rivestimento delle ali delle libellule. «Così si crea una ventilazione naturale e di notte l’illuminazione avviene con una bioluminescenza simile a quello delle lucciole».
Tree-House City
I trasporti urbani, ovviamente, si adeguano: ci sono le "click car", piccole macchine completamente automatiche, che possono trasportare due o tre persone, progettate in modo da occupare poco spazio e con la possibilità di legarsi ad altri veicoli simili per creare dei convogli. I "tractainer", destinati al trasporto merci, la cui idea di base è la stessa della click car: un'unità di guida elettrica che traina un contenitore che viene portato a destinazione e lasciato in attesa che venga scaricato, per poi essere recuperato al termine dell'operazione. Poi, i "cyclos": veicoli individuali che si muovono con la forza dei muscoli, ma dotabili di energia elettrica su richiesta. E gli "ornithoplanes", simili a dirigibili, costruiti con membrane la cui superficie cattura l'energia solare e la trasforma in elettricità per far funzionare i motori che azionano le eliche e fanno sbattere le ali.
Il secondo link, questo, riguarda una città sotterranea (Eco-City 2020), disposta su tre livelli, che dovrebbe essere alloggiata in una ex-miniera della Siberia (la miniera di Mirniy: in disuso dal 2011, è il secondo scavo artificiale più profondo del pianeta, dopo quello di una cava di rame nello Utah), e progettata dalla Ab Elis. Al suo interno sorgeranno fattorie, foreste e coltivazioni costruite in altezza, bar, cinema, discoteche, aree con le case costruite su terrazzamenti. La città avrà una profondità di 525 metri, una larghezza di 1200 e dovrebbe poter ospitare più di 100.000 persone. La cupola di cristallo sarà interamente coperta da celle fotovoltaiche in grado di accumulare abbastanza energia solare necessaria per l’intero insediamento. Un nucleo centrale ospiterà la maggior parte dei collegamenti verticali e delle infrastrutture e sarà dotato di un centro di ricerca multi-livello. La zona residenziale si troverà al primo livello, dove dovrebbe sorgere anche la grande terrazza esterna che si affaccerà su una foresta progettata nel centro della città. L'idea degli ingegneri russi è quella di dare vita a un nuovo tipo di rubanistica ad alta densità in armonia con la natura.
[FONTE: Eco-city Inside a One Kilometer Crater in Siberia]
Infine, un altro progetto interessante - che ricorda molto la Ziqqurat Pyramid - è Masdar City, la "città sorgente": progettata dallo studio Foster and Partners, ha un'estensione di 6 km², sorge vicino all'aeroporto internazionale di Abu Dhabi e la si può visitare. Al suo interno non potranno circolare le automobili, sostituite dal sistema di trasporto elettrico e senza conducente detto PRT (Personal Rapid Transit). L’energia sarà fornita da impianti fotovoltaici, eolici e termali - con un notevole risparmio di petrolio.
Approfondimenti
Luc Schuiten, creatore dell'archiborescenza
Luc Schuiten su La Riserva Forum, dove si possono ammirare altre immagini delle città vegetali

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