Regia: Jake SchreierOrigine: USA
Anno: 2015
Durata: 109'
La trama (con parole mie): Quentin, che fin da bambino ha avuto una cotta incontrollabile per la vicina di casa Margo, dedita all'avventura e all'improvvisazione, complice la diversità dalla stessa, ha finito negli anni per allontanarsi da lei concentrandosi sulle amicizie e lo studio, giungendo all'ultimo anno di liceo già convinto di quello che sarebbe stato il suo futuro.Quando, nel cuore di una notte dell'ultima primavera alle superiori, Margo si introduce in camera sua per chiedergli aiuto in merito ad una vendetta contro l'ex fidanzato di quest'ultima ed i suoi amici, tra i due torna a stringersi il legame che avevano anni prima, quando scoprivano il quartiere in bicicletta, uno accanto all'altra.Peccato che, il giorno successivo, Margo scompaia.Quentin, scosso e deciso a trovare un significato al gesto della ragazza, convinto che, dando un senso agli indizi lasciati proprio da lei e raggiungendola ovunque sia darà inizio alla loro storia d'amore tanto sospirata, si mette alla ricerca di Margo aiutato dai suoi due migliori amici.Riuscirà nell'impresa?
All'uscita di questo Città di carta, figlio cinematografico di un romanzo dello stesso autore del tanto bottigliato, buonista ed irritante Colpa delle stelle, il primo istinto è stato quello di girare al largo, complice anche la già ben nutrita schiera di titoli che lotteranno all'ultimo sangue per il titolo di peggior film dell'anno tra un paio di mesi: recuperato quasi per caso, devo ammettere, al contrario, di averlo trovato migliore dell'appena citato filmetto con protagonista Shailene Woodley.Dunque perchè, qualcuno si starà chiedendo - e non intendo il Cannibale, che mi apostroferà come e più del solito scrivendo che sono prevedibile e prevenuto -, destinarlo alle stesse bottigliate che travolsero il suo "fratellino"?Principalmente perchè, per quanto non brutto, o mal realizzato, Città di carta non aggiunge nulla, in termini di emozioni e ricordi generati nel pubblico, rispetto alle centinaia di film di formazione adolescenziali girati soprattutto dagli anni ottanta in avanti, incapace del carattere e della magia di titoli come Stand by me o I Goonies, tanto per citare i due che sono più vicini al mio cuore.La vicenda di Quentin, per quanto interessante soprattutto nella seconda parte del suo svolgimento con il viaggio in macchina alla volta dello Stato di New York da Orlando accompagnato dai due inseparabili migliori amici e dalle loro fidanzate o quasi, non ha raccontato nulla che chiunque di noi non abbia vissuto almeno una volta nella vita - la cotta devastante che pensiamo possa essere quella definitiva ed inarrivabile e che invece si traduce in una inevitabile sofferenza legata alla perdita dell'equilibrio e dell'amor proprio -, e pur non presentandosi male sullo schermo, mi è parso più una storiella esilina che non qualcosa di destinato a diventare, anche per i teenagers attuali, un vero cult.Se, ad una mancanza di carattere di fondo della materia e dell'opera nel suo complesso, aggiungiamo l'irritazione suscitata dal personaggio interpretato dalla trend setter - neologismo imparato di recente da Julez, e del quale non conoscevo l'esistenza - Cara Delevingne, la frittata è fatta: raramente, quantomeno nel corso di questa stagione, mi è capitato di detestare un charachter quanto Margo, la tipica figa di legno attizzacazzi finta alternativa che pensa di essere più speciale degli altri e per questo si permette di trattarli, di fatto, come sue appendici ed accessori.Grandi schiaffi, dunque, per questa protagonista insipida ed irritante, totalmente priva di (auto)ironia e così gonfia di ego da rendere difficoltosa la visione ad ogni sua apparizione sullo schermo: fortunatamente le sue tanto finto drammatiche sparizioni rendono più scorrevole il film che, sicuramente non per caso, trova i suoi momenti migliori con lei lontana dallo schermo - il già citato viaggio in macchina -, che comunque non bastano per regalare la scintilla in grado di far rimanere impresso un titolo destinato ad essere dimenticato proprio come una delle città di carta che danno il titolo al lavoro di Jake Schreier.
MrFord
"For you I gave my heart and turned my back against the world
'cause you were my girl, girl, girl
I done damn near lost my mama, I done been through so much drama
I done turned into the man that I never thought I'd be."Usher - "Papers" -
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