Credo non ci sia bisogno di ripetere il mio amore per i viaggi in auto. Ho la fortuna di abitare nelle campagne fiorentine, in un luogo che sta perfettamente vicino al centro città senza per questo rinunciare al suo essere un borgo legato alle proprie origini e tradizioni ed è inutile starvi a dire quante strade meravigliose si dipanano qua attorno o verso Siena. Quello di cui oggi, però, voglio parlarvi son le strade che percorrono gli Stati Uniti in lungo e in largo, li attraversano da costa a costa passando per regioni talmente differenti l’una dall’altra da non riconoscerli come appartenenti allo stesso lembo di nazione. Un viaggio, quello in auto, che tutti prima o poi dovrebbero fare e se fosse come quello di Amy e Roger non sarebbe niente male! Pronti quindi a esplorare gli States?
«Allora, se questo diventerà un vero viaggio», annunciò, mentre usciva in retromarcia dal parcheggio e si dirigeva verso l’uscita, «dobbiamo procurarci alcune cose fondamentali».
«Come la benzina?»
«No», rispose. «Be’, sì», si corresse, guardando l’indicatore del carburante.
«Ma ci sono due cose che sono assolutamente necessarie quando si sta per intraprendere un viaggio».
«E sarebbero?».
Roger mi sorrise dopo essersi fermato a un semaforo. «Merendine e musica», mi spiegò. «Non necessariamente in quest’ordine».
Direi che come prima puntata a questi due non poteva andare meglio di così.
Anche se non era la prima volta che ci andavo, Yosemite era sempre straordinario.
C’erano le montagne e ovunque alberi enormi e vecchissimi che ti facevano sentire minuscolo. L’aria era più pulita e frizzante, e mi aveva sempre fatto venire voglia di respirare a fondo. Mi era sempre sembrato un luogo a parte, a cui non si applicavano le regole che valevano altrove.
Se aveste la sventura o la folle idee di uscire da Yosemite con l’idea di attraversare il Nevada, sappiate che lei è ciò che vi attende: la strada più solitaria d’America. E non è un modo di dire.
Parte della US route 50 che taglia orizzontalmente a metà gli Stati Uniti e dalla California arriva fino nel Maryland, la loneliest road in America deve il suo nome al settimanale Life che così la chiamò nel 1986 senza rendersi conto che questo dispregiativo sarebbe diventato uno slogan per il Nevada e che le lande desolate senza alcun cenno di civilizzazione che la caratterizzano sarebbero diventate un richiamo a cui è impossibile resistere per gli intrepidi. Me compresa, con buona pace di chi sarà seduto al mio fianco in questo viaggio. L’importante, dopotutto, sarà far benzina!
Dopo due ore, ci rendemmo conto che c’era qualcosa di strano. A un certo punto l’autostrada era passata da quattro a due corsie, con una carreggiata per ogni direzione. La cosa in sé non era preoccupante, poiché avevamo incontrato parecchi di questi restringimenti vicino
a Yosemite. La differenza era che all’improvviso c’era soltanto… il nulla. La strada si stendeva davanti a noi, una linea dritta che si allungava a perdita d’occhio.
In lontananza, all’orizzonte c’erano alcune montagne, e altrettante alle nostre spalle, ma per lo più il paesaggio era una vasta landa deserta, intagliata nel mezzo dall’autostrada a due corsie. E nient’altro. Questa piattezza era un notevole cambiamento rispetto alle tortuose strade di montagna vicino a Yosemite. A lato della strada c’era una vegetazione che ricordava delle spazzole per cavalli. Trovavo arduo credere che soltanto poche ore prima ero stata circondata dai pini.
Dopo aver fatto qualche fermata per riposarvi – sembra carinissima Eureka, nel Nevada, di cui mi piace da matti anche il nome (se ve lo state chiedendo, la risposta
Intorno a noi, c’erano solo dolci e verdi colline e tutto era buio, silenzioso e profumava di fresco. Il Kentucky aveva un odore magnifico, come di erba fresca. Come l’estate. Abbassai il finestrino, inspirai e mi resi conto, con un piccolo shock, c he e r a estate. Era iniziata una nuova stagione senza che io me ne accorgessi.
Guardai fuori, ma non vidi alcuna casa: c’erano soltanto lunghe fasce di terreni verdi, interrotte qua e là da steccati bianchi (…)
«Guarda», esclamò Roger, rallentando ancora di più e indicando il suo lato della strada. «Li vedi?».
Guardai. Sarebbe stato difficile non notarli. Cespugli potati a forma di animali si ergevano su una distesa di prato all’inglese. Ma erano molto più grandi e dettagliati di qualsiasi opera d’arte topiaria avessi mai visto prima.
Due orsi, probabilmente a grandezza naturale, erano in piedi sulle zampe posteriori e sollevavano quelle anteriori per salutare le auto di passaggio. Dietro di loro, una volpe agitava allegra la zampetta. «Wow», mormorai. Roger proseguì piano e io mi girai per dargli un’ultima occhiata prima che sparissero alla vista. Nella luce che sfumava rapida, sembravano quasi delle sculture, oppure delle creature fatate.
Graceland, la mastodontica tenuta del re del rock ‘n roll e meta oggi di pellegrinaggi infiniti, è lì che aspetta, a Memphis, di esser visitata, stanza per stanza (per un totale di ventitré, ma non tutte sono visitabili), arredate ognuna in modo differente da quella precedente, con un’eccentricità e uno sfarzo da lasciar senza parole. Direi che una puntatina da queste parti non può che essere imprescindibile.
Ultimi Stati che Amy e Roger attraversano al volo, solo con piccole soste, sono il South Carolina, la Virginia, il Maryland e la Pennsylvania, posti non da poco che meritano certo più di una
Titolo: Noi ai confini del mondo
Titolo originale: Amy & Roger’s epic detour
Autrice: Morgan Matson
Traduttrice: Donatella Rizzati
Editore: Newton Compton
Anno: 2015 (prima edizione 2011 per Mondadori col titolo In viaggio verso di me)
Pagine: 352
Amy Curry pensa che la sua vita sia uno schifo. Suo padre è recentemente scomparso in un incidente d’auto e sua madre ha deciso di trasferirsi dalla California al Connecticut, proprio nel suo ultimo anno di scuola. Per fuggire da tutto Amy si imbarca in un viaggio on the road, allontanandosi da casa per andare incontro a una nuova vita. Ad accompagnarla sarà Roger, figlio di un vecchio amico della madre, che Amy non vede da anni. La ragazza non è proprio entusiasta all’idea di attraversare il Paese con qualcuno che conosce a malapena ed è per questo che è tanto più sorpresa quando si rende conto che si sta innamorando di lui. Durante il viaggio Amy cercherà di venire a patti con il dolore per la morte del padre e di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Con l’aiuto di un nuovo amore…