Città libere dallo Smog: bocciate Roma e Milano
Sono stati presentati i dati di “Sootfree Cities” l’indagine condotta in collaborazione con “Friends of the Earth Germany” e EEB (European Environmental Boreau) su 23 città europee. Zurigo e Copenaghen si collocano ai primi posti per la qualità dell’aria e una buona politica sulla mobilità. Chiudono la classifica Lisbona e Lussemburgo. Milano e Roma, le città italiane coinvolte nello studio, si piazzano rispettivamente al quindicesimo e diciottesimo posto della classifica.
La città di Zurigo è risultata essere la vincitrice della classifica “Sootfree Cities”, letteralmente “Città libere dallo smog”, un’iniziativa promossa dall’associazione tedesca “Friends of the Earth Germany” e dall’EEB (European Environmental Boreau), in collaborazione per l’Italia con Legambiente. Le città italiane analizzate, Milano e Roma, compaiono al quindicesimo e diciottesimo posto rispettivamente con dati in aumento ma da posizioni molto arretrate nel confronto con l'Europa.
23 grandi città europee vengono esaminate per quanto riguarda le azioni messe in campo nella lotta contro l’inquinamento atmosferico. La città svizzera svetta in cima alla classifica grazie a un mix di politiche messe in campo che includono un grande impegno per ridurre l’inquinamento dei veicoli, la promozione di forme di trasporto meno inquinanti e bassi livelli di inquinamento atmosferico.Al secondo posto, segue Copenaghen.
In entrambe le città le politiche messe in campo dalle amministrazioni locali hanno visto la riduzione del numero delle automobili e l’introduzione di limiti stringenti alla circolazione dei veicoli maggiormente inquinanti come le macchine diesel, i camion e i macchinari da lavoro. Allo stesso tempo sono state potenziate e incentivate forme di trasporto meno inquinanti, come il traporto pubblico, quello in bicicletta e le aree pedonali.
Vienna e Stoccolma sono rispettivamente terze e quarte nella speciale classifica mentre Berlino, la vincitrice della scorsa edizione del 2011, finisce al quinto posto. Chiudono la classifica all’ultimo posto Lisbona e Lussemburgo, che affrontano la problematica dell’inquinamento atmosferico in maniera poco decisa e convincente.
Roma ha ricevuto un voto decisamente insufficiente, classificandosi al 18 posto, seguita solo da Lisbona e Lussemburgo. Le motivazioni sono:
concentrazioni di PM10 e NO2 ancora elevate e spesso oltre i limiti di legge fissati dalla normativa, con la fonte principale causata dal trasporto su strada, che incide per l’85% dell’inquinamento atmosferico in città; il trasporto pubblico locale rappresenta solo un terzo degli spostamenti che mediamente avvengono nell’ambiente urbano. Inoltre i mezzi del trasporto pubblico sono in cattivo stato così come le strade percorse, sono appena 112 i km di preferenziale, anche meno dei 115 del 2003, e la mobilità ciclabile e pedonale è nettamente svantaggiata rispetto al trasporto privato con l’auto. Anche se negli anni sono state intraprese una serie di misure volte a migliorare la situazione, queste risultano ancora insufficienti ad una inversione di tendenza nella mobilità e ad un miglioramento della qualità dell’aria.
"Per Roma – dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio - la marcia di avvicinamento ad alti standard europei sulla mobilità sostenibile è ferma ai blocchi di partenza, complici una serie di sentenze che hanno indebolito le scelte fatte dall'amministrazione su aumenti delle tariffe per la sosta privata, allargamento delle ztl, pedonalizzazioni. Ora l'amministrazione stessa torni a muoversi con passi che non retrocedano di un metro sui temi della sostenibilità e, anzi, rilanciando l'azione per una capitale più bella, senza auto e con vaste aree pedonali, completando per prima quella di Via dei Fori Imperiali. Il comune deve essere più veloce e determinato perché i vantaggi per tutti siano immediati e indiscutibili”.
Migliore il giudizio sulle politiche di Milano, che nella graduatoria consegue un pari merito con Barcellona e Praga ma resta tuttavia fortemente penalizzata dai livelli alti di inquinamento che il capoluogo lombardo condivide con le altre città del Nord Italia. Le politiche sul traffico risultano ancora non sufficientemente incisive per consentire alla città di competere con gli standard elevati dei grandi agglomerati urbani transalpini, che presentano livelli di motorizzazione privata molto più bassi grazie alla più estesa offerta di alternative all'uso dell'auto. L'area C viene valutata di dimensioni eccessivamente ridotte rispetto al territorio cittadino, mentre buone sono le prestazioni del bike sharing e del trasporto pubblico, almeno nella dimensione urbana. A pesare nel giudizio sono le insufficienti condizioni di sicurezza per la ciclabilità e soprattutto l'inadeguatezza di politiche di regolamentazione della sosta. In definitiva, le innovazioni pur importanti che hanno riguardato il capitolo mobilità non hanno ancora dispiegato a sufficienza i loro effetti positivi.
“Il risultato non premia Milano perché partiamo da una situazione molto arretrata, anche se occorre prendere atto dei forti miglioramenti
avvenuti, considerato che eravamo penultimi nel precedente rilevamento – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – La città deve proseguire nella marcia di avvicinamento alle altre città europee consolidando i risultati ottenuti, ma soprattutto occorre estendere le misure di mobilità sostenibile all'intera area metropolitana, considerato che i due terzi del traffico urbano si generano al di fuori delconfine amministrativo del capoluogo, e sono dovuti all'insufficienza del trasporto pubblico nell'area vasta”.
La classifica mostra come in generale le città stiano combattendo attivamente l’inquinamento atmosferico nelle proprie città in virtù dei limiti di legge previsti dalla normativa europea, come dimostrano Copenaghen, Stoccolma Vienna o Berlino che hanno raggiunto, o raggiungeranno nei prossimi due anni, i valori limite proposti dalla normativa, mentre Zurigo è già andata ben al di sotto dei limiti. Una situazione che però non trova ancora riscontro a livello nazionale.
“È diventato oramai urgente definire un piano di intervento a livello nazionale che incida in maniera netta sulle politiche relative alle fonti di inquinamento – conclude l’associazione -, come più volte annunciato ma ancora mai attivato. Ma anche le città devono fare la loro parte con piani coraggiosi che cambino radicalmente il modo di muoversi in città e puntino su interventi efficaci per il miglioramento della qualità dell’aria. Nonostante si conoscano le cause dell’inquinamento e siano consolidate le soluzioni da mettere in campo per contrastarlo, manca ancora nel nostro Paese la volontà politica e gli strumenti per metterle in campo”.