C’è una cosa che ho in mente da un pò di giorni, devo mettere in ordine le idee.
Lo faccio qua, che mi pare che da altre parti c’è sempre qualcuno che sbomballa, quindi in barba al CLOSED scrivo.
Tanto è chiuso.
…vabè.
L’istituzione è qualcosa che prescinde dalla persona che la rappresenta.
Un carabiniere in divisa è un carabiniere, anche se poi quando toglie la divisa va a scippare vecchiette.
Nel momento in cui indossa la divisa ed esercita le sue funzioni rappresenta lo stato. E’ una cosa un po’ magica che accade quando si è istituzione.
Su questa piccola magia abbiamo costruito la nostra struttura democratica.
E’ la figura istituzionale che la tiene in piedi, che la fa esistere nonostante la persona che la rappresenti.
Quando io rispetto una istituzione in realtà sto portando rispetto a me stesso.
L’ho imparato bene quando mio padre era sindaco del paesello.
In pubblico lui era il Sindaco, non mio padre. Anche se dal barbiere o al supermercato ne parlavano malissimo, era chiaro che si riferissero al Sindaco.
E l’istituzione è l’istituzione, mentre la persona è la persona.
Non voglio fare la lezioncina di educazione civica ai bambini, arrivo maliziosamente al dunque e la faccio finita.
Un parlamentare è un onorevole parlamentare.
Ma questo non significa che sia una persona onorevole. Significa che la carica istituzionale che ricopre è onorevole.
Merita onore, perchè per assumere quella carica ha meritato la fiducia di parecchi cittadini (organizzati in partito o singolarmente in cabina elettorale) che lo hanno scelto per essere rappresentati. E sono proprio questi che meritano onore, perchè anche essere cittadini significa essere parte di un’istituzione.
E’ un circuito di rispetto che ci permette di continuare ad essere parte di una struttura che va preservata e garantita, visto che se non teniamo in piedi la struttura e le sue regole, il gioco finisce male. Ma parecchio male.
Quindi anche se sono una muffa, nel momento in cui vengo eletto in parlamento, rappresento dei cittadini che meritano rispetto ed onore perchè insieme a me, anche se con idee differenti o addirittura opposte, sono il fondamento dello stato.
“Onorevole” non è un appellativo personale.
E’ un appellativo istituzionale.
Se per scelta ideologica rinuncio a farmi chiamare onorevole, ideologicamente devo essere giudicato.
E il mio giudizio, ideologia a parte, è che qua c’è qualcuno che oltre a rubarci un’altra parola (come hanno fatto altri) ha le idee pericolosamente confuse.