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Riceviamo da Legambiente e volentieri pubblichiamo.Eccoci alla prima delle mail annunciate sull’inquinamento della Cogne per quanto riguarda le fumate diffuse, quelle non filtrate da alcun impianto di filtraggio.Le fumate che interessano sono quelle rossastre o comunque colorate e diffuse, belle cariche di polveri che scappano alla lavorazione dei rottami ferrosi, da non confondere con quelle bianche prevalentemente di vapore. Fino allo scorso anno duravano anche 15/20 minuti, ultimamente sono più rapide e durano raramente più di 5 minuti. Se ti capita di vederne una, puoi fotografarla e inviarcela ricordandoti di segnalarci giorno e ora. Puoi telefonare al 1515, numero della centrale operativa del Corpo Forestale, per segnalare in tempo reale quanto sta succedendo e, se hai fatto una foto, chiedere loro se vogliono averla (si può fare tramite posta elettronica). Si tratta di una cosa utile? Sì, abbiamo scoperto che quando inviamo una segnalazione ufficiale (di solito alleghiamo anche una rassegna fotografica) e soprattutto quando la notizia viene ripresa dai media, per un po’ di giorni le fumate diminuiscono o scompaiono nelle modalità e quantità rilevate nei giorni precedenti. Noi inviamo la documentazione all’USL, alla Regione e all’ARPA. Oltre a ringraziarci, gli organismi pubblici ci hanno confidato che questa azione di monitoraggio e segnalazione è molto utile, e tiene sotto pressione l’azienda che limita le emissioni dannose. In realtà la Cogne sta mettendo in pratica le prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (autorizzazione quinquennale sottoscritta con la Regione senza la quale non potrebbe continuare la produzione) che prevedono ammodernamenti negli impianti e nelle procedure di contenimento degli inquinanti. Ad ogni scadenza del cronoprogramma il nostro Circolo sta inviando una richiesta ufficiale a tutti gli organismi preposti al controllo chiedendo se lo step è stato eseguito. Un lavoro costante che riteniamo indispensabile. E’ al contrario vergognoso il modo in cui, in tutti questi decenni, nessuno ha trovato da ridire sull’inquinamento prodotto dall’acciaieria, classe politica compresa, evidentemente preoccupata dal ricatto occupazionale. Standard qualitativi più elevati si possono avere: è un equilibrio tra costi e incassi dell’azienda. Chi deve porre la questione della difesa della salute? Legambiente sta riempiendo una lacuna lasciata – non sempre senza interessi nascosti – dalla politica. Tu puoi aiutarci a difendere il diritto alla salute tua e dei tuoi familiari. Legambiente VdA
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