Poiché – pensa la ‘povna – si è innanzi tutto cittadini, e poi insegnanti e alunni, la ‘povna ha condiviso a scuola – e ci mancherebbe pure altro – l’attualità politica che si è consumata in questi giorni, sottolineando con i suoi alunni, tutti quanti, l’importanza del rituale istituzionale.
“Sapete che cosa succede, oggi?” – ha chiesto dunque questa mattina alle Giovani Marmotte (dopo aver rivolto analoga domanda ai Merry Men, e in attesa di porla poi agli Extraterrestri, nelle due ore successive).
“Certo” – fanno quelli in coro, annuendo la testa consapevoli – “c’è il giuramento del nostro nuovo Presidente Mattarella, e il suo primo discorso istituzionale”.
“Molto bene” – la ‘povna è contenta – “in pomeriggio, andate, e ascoltatelo, ché poi giovedì insieme lo commentiamo”.
E prosegue:
“Volevo però farvi anche ancora una domanda”.
“…”.
“Sapreste ricostruire l’elenco di tutti i capi dello Stato della Repubblica, dal…”.
“1946, professoressa” – Ciuffettino è pronto.
“Appunto”.
Comincia così un accurato lavoro di mosaico. Prima, all’indietrina (“Datemi retta, è più facile”).
“Napolitano”.
“Napolitano”.
(Again, e sorriso della ‘povna).
“Ciampi“.
Fino a qui, le risposte arrivano immediate e fluide.
“E poi?”.
E ci si mettono di impegno: Scalfaro, Cossiga e Pertini si accodano quasi subito, grazie a Pony Berrettina, Palinuro e Onesto.
Dunque è la volta di Samyr, che sventola la mano dal fondo: “Io so i primi due! De Nicola ed Einaudi!”.
La ‘povna non fa in tempo a dirgli il suo “Bravissimo!” (e c’è chi non vorrebbe farlo italiano, anche), che Jim Hawkins si propone, e azzarda: “Io penso di sapere quello prima di Pertini, ma ho paura di sbagliare”.
“Spara!” – incoraggia la ‘povna.
Leone arriva così, ed è seguito dal Gronchi di Hipster. A questo punto spetterà a Tom Sawyer aggiungere sia Segni sia Saragat, a chiosare.
“Avete visto? Siete stati encomiabili, vi faccio davvero i complimenti”.
Loro sorridono, la campanella suona, a scandire l’intervallo. Mentre addenta il suo panino, con l’entusiasmo della quindicinnite che ritorna, la ‘povna si rivolge a Tom, con una casualità finta.
“Bravo, caro, davvero notevole”.
Lui (come molti di questa classe giudiziosa e stramba) si schermisce: “Le dico la verità, professoressa: oramai, un poco, la si conosce. Immaginavo che avremmo potuto fare questo tipo di dibattito; e allora, l’altro giorno, coi miei genitori, a tavola, ho chiesto loro aiuto, e mi sono preparato”.
La ‘povna vola via così, sulle ali di una giornata compunta. Non basta nemmeno, a farla storta, la consapevolezza che due ore fa, al primo intervallo, un’analoga domanda di conoscenza civica è andata deserta (o zoppa, inadeguata e manchevole) da chiunque fosse presente, tra i colleghi, ad ascoltarla, in sala professori.