Quindici persone arrestate legate al clan dei Casalesi e beni sequestrati per 30 milioni di euro. L’organizzazione agiva nel territorio di Roma ed estorceva con la forza il pizzo ai gestori di distribuzione e noleggio delle ‘macchinette mangiasoldi e scommesse
Vasta operazione anticamorra ad Acilia, alle porte di Roma, dove la Guardia di Finanza della Capitale ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip del Tribunale di Napoli, nei confronti di 15 soggetti. I destinatari dovranno rispondere di: associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni, usura, estorsione, illecita concorrenza con minaccia e violenza, detenzione illegale di armi, delitti aggravati dalla finalita’ di agevolare l’associazione mafiosa e dalla metodologia mafiosa dell’azione. Si tratta di imprenditori e affiliati vicini al clan dei Casalesi, fazione legata ad Antonio Iovine detto O’Ninno, di San Cipriano d’Aversa.
A riferirlo è una nota della Guardia di Finanza dove si legge che e’ in corso l’esecuzione del sequestro di beni mobili e immobili, societa’ e disponibilita’ finanziarie, per un valore stimato pari a circa 30 milioni di euro. Le indagini hanno consentito di appurare come il sodalizio dei Casalesi, partendo dalla provincia di Caserta, fosse riuscito a garantirsi, con la forza dell’intimidazione mafiosa, la gestione monopolistica e violenta del settore della produzione, installazione, distribuzione e noleggio delle ‘macchinette mangiasoldi’, nonche’ l’esercizio organizzato delle scommesse e del gioco, non solo in Campania, ma anche nel Lazio e in alcuni quartieri della citta’ di Roma.
I capi del gruppo romano dei Casalesi si servivano anche di cani di razza Boxer per le spedizioni punitive.