Clan dei Casalesi: arrestato Antonio Schiavone, fratello di “Sandokan”

Creato il 24 ottobre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Colpo alla camorra: Antonio Schiavone, accusato dell’omicidio di Aldo Scanzone, avvenuto nel 1991 durante la faida mafiosa, è stato arrestato a Giugliano, vicino casa. Era latitante da 22 anni e aveva in mano il Clan dei Casalesi dopo l’arresto di suo fratello Francesco, detto “Sandokan”.

Un’insegna dedicata a Don Diana, nel centro di Casal di Principe, in provincia di Caserta (minimaetmoralia.it)

La Squadra Mobile di Caserta, stamane è riuscita ad arrestare l’omicida di Scanzone dopo ben 22 anni, Antonio Schiavone, fratello del più celebre “Sandokan”. Da quando Francesco è stato arrestato prima nel 1990 e in seguito nel 1998, Antonio aveva in mano le redini del Clan dei Casalesi. Nel 2008 “Sandokan” è stato condannato alla pena dell’ergastolo insieme ad altri componenti del clan dei Casalesi. All’udienza finale, in aula era presente anche lo scrittore Roberto Saviano.

A ricostruire il ruolo di Antonio Schiavone, aiutando così il lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine, è stato un pentito del clan che al delitto aveva partecipato come esecutore materiale.

Una tra le faide di camorra più violente degli ultimi decenni, decine di morti ammazzati e di attentati. In questo contesto, infatti, si inquadra l’omicidio ad Aldo Scanzone che, ai tempi (ndr 20 ottobre 1991), faceva parte del clan legato alle famiglia De Falco – Quadrano – Caterino, contrapposte, nella guerra di mafia, alle famiglie degli Schiavone, appunto, e dei Bidognetti. Scalzone era un imprenditore strettamente legato a Vincenzo De Falco, ucciso poco tempo prima, nella stessa guerra omicida. La ricostruzione accusatoria ha anche confermato il coinvolgimento, in qualità di mandante, di Francesco Bidognetti, detto ”Cicciotto e mezzanott”, e quello svolto dal suo primogenito Aniello. La Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere aveva già emesso nel 2004, una sentenza di condanna all’ergastolo nei confronti di ‘Sandokan’, del fratello di questi Walter e di Giuseppe Diana, e a 13 anni di reclusione nei confronti Franco Di Bona.

Francesco Schiavone, detto “Sandokan”, è stato in assoluto il boss più importante del Clan dei Casalesi. Ha iniziato la sua carriera criminale come autista e guardia del corpo di Umberto Ammaturo, boss campano. Il suo primo arresto è stato nel 1972, quando aveva appena 18 anni di età, colto in flagrante di reato per possesso illegale di armi da fuoco. Schiavone è stato coinvolto, in seguito, in diverse guerre sanguinose in cui sono state uccise decine di persone nella zona di Napoli. All’inizio della sua attività criminale si è sempre schierato con Antonio Bardellino, il noto fondatore del clan dei Casalesi e leader di spicco della Nuova Famiglia, e Mario Iovine, figura di spicco contro la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Nella successiva guerra di camorra, per arrivare al potere, tra Cutolo e Iovine, “Sandokan” si lega al secondo insieme a Francesco Bidognetti e a Vincenzo di Falco. Questa è una storia fatta di omicidi e tradimenti, di attentati e guerriglie, conclusasi, per il boss casalese, con l’arresto il 25 aprile 1991. In casa di Schiavone, all’atto dell’arresto, sono stati rinvenuti dipinti di sua realizzazione e moltissimi libri, fra cui diverse opere su Napoleone Bonaparte. Attualmente, per i reati di camorra da lui commessi, è sottoposto al regime carcerario speciale previsto dall’art. 41 bis della legge sull’ordinamento penitenziario. Il 16 giugno 2008, durante le fasi finali del processo “Spartacus” che si svolgeva presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Schiavone è comparso in videoconferenza dal carcere de L’Aquila dove era detenuto, dichiarando di non voler comparire in video e di non essere considerato come una fiera in gabbia.


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