sottofondo: Linkin Park – Wrectches and Kings
«There’s a time, when the operation of the machine becomes so odious.
Makes you so sick at heart, that you can’t take part,
you can’t even passively take part.
And you’ve got to put your bodies upon the gears and upon the wheels,
upon the levers,
upon all the apparatus. And you’ve got to make it stop!»
Sento clangore metallico,
fa parte di me.
Sento i bassi sbattere contro il mio petto,
fanno parte di me.
Sento il battito dell’industria,
fa parte di me.
Distintamente avverto passi pesanti,
anche se lontani.
Sono loro,
sono qui per me.
Nessuno li può fermare,
battito di metallo su metallo.
Odo voci,
urla,
sospiri,
labili speranze di vittoria,
librarsi nell’aria di cenere,
tutto è fumo,
tutto è disincanto,
tutto è disperazione,
niente è come è sempre stato.
I loro battiti,
il mio battito.
Ma io mi oppongo,
voglio ergermi in piedi
e urlare: «IO SONO VIVO! NON MI AVRETE!»
Loro non si fermano,
non mi smuovo.
Per quanto continuerà
questa ordalia?
Non lo so,
forse solo la mia morte,
vana speranza di pace interiore,
mi libererà di questi battiti,
metallo su metallo,
dritti sul mio petto.
Io sono qui,
attendo…
«And you’ve got to indicate to the people, run in to the people on it.
And unless you’re free, the machine will be prevented from working at all!»
E.