il giudizio di Antonio GentileSummary:
“Un’opera che prende forma da avvenimenti drammatici realmente accaduti per due visioni contrapposte: da un lato un professore austero e repressivo, dall’altro dei giovani studenti senza alcuna disciplina. Nessuno a torto, nessuno ha ragione”.
Class Enemy (dal titolo originale “Razredni Sovraznik”) diretto dal giovane ed esordiente Rok Bicek è un film drammatico e autobiografico girato interamente in Slovenia nel 2012 e condotto in modo attento, attraverso la ricostruzione di un fatto di cronaca avvenuto molti anni prima. R. Bicek al suo primo lungometraggio dimostra grande padronanza e attitudine per la regia nelle ricostruzioni delle scene girate in modo dinamico e avvalendosi in fase di scrittura della collaborazione di di N. Gazvoda e di J. LapaJne. Un’opera che ancor prima dell’uscita nelle sale già vanta un’ottima critica ottenendo il “Premio Fedeora” come “miglior attore protagonista” (Igor Samobor), alla “70° Mostra D’arte Cinematografica di Venezia” nel 2013. Trattare un argomento per un film incentrato sul rapporto contrapposto tra insegnante e allievi è arduo e coraggioso, ma Bicek, ci riesce in modo straordinario ispirandosi a fatti vissuti in prima persona in età giovanile, durante il periodo in cui frequentava un istituto superiore.
Nella città slovena di Ljubjana, In un liceo come tanti, un’insegnante di ruolo sensibile e premurosa verso i suoi allievi viene sostituita dal tedesco Zupan (Igor Samobor un grande protagonista del cinema sloveno), un cambio di cattedra motivato da una prossima maternità dell’insegnante. Il nuovo professore, dai modi duri e distaccati, si ritrova a fronteggiare una totale mancanza di disciplina, e il risultato è un confronto/scontro con i suoi allievi. I suoi metodi didattici destabilizzano rapidamente l’equilibrio della classe disorientando i ragazzi, abituati da sempre ad un clima molto permissivo e senza regole. Il nuovo insegnante cerca di imporre ai suoi nuovi allievi una linea da seguire in modo autoritario e senza concedere sconti per nessuno, il suo metodo è di formare i giovani ad autoresponsabilizzarsi allo studio e alla vita, aiutandoli a prendere decisioni importanti sul cammino da intraprendere “quello di imparare e di studiare è un dovere e un privilegio, non un diritto”. Zupan è intransigente e non si lascia intimidire dalle continue provocazioni dei suoi studenti, distratti da manifestazioni carnevalesche e dalle gite di fine stagione. Ma un accadimento estremamente drammatico interpone un muro tra lui e i ragazzi, il suicidio della giovane studentessa Sabina (Dasa Cupevski), recatasi da lui per un colloquio privato, l’evento drammatico scatena una caccia all’uomo accusato di aver indotto la ragazza al folle gesto con metodi nazisti, destabilizzando ulteriormente il già precario equilibrio tra docente e allievi. La protesta dei giovani dilaga nell’intero istituto attraverso la radio del liceo e l’utilizzo di gesti simbolici come quello di riempire l’ingresso dell’istituto di candele cimiteriali. Scene realmente accadute e ricostruite in modo meticoloso dal giovane cineasta.
Ogni gruppo tende ad identificare un nemico comune su cui scatenare la propria rabbia, causa di odio e rancore, proprio come quella raccontata in Class Enemy di R. Bicek, una realtà chiusa dentro le mura di una scuola divenuta un ghetto, dove giovani studenti non ancora formati per la vita ed esasperati dai metodi repressivi del loro insegnante danno vita ad uno scontro senza precedenti . Fatti e situazioni immerse in un contesto storico e geografico di per sè delicato “la Slovenia” un paese che ancora si trascina dietro le ferite subite durante il corso della II guerra mondiale e che conta tuttora un alto numero di suicidi . Ma questo scontro generazionale non promette né vinti né vincitori assicurando un finale certamente sorprendente.
Bicek con Class Enemy (che ci ricorda il recente “La classe – Entre les murs” di L. Cantet), dà motivo di riflessione sui diversi metodi educativi applicati nelle scuole, un metodo moderno deresponsabilizzato e l’altro autoritario e rigoroso per un’educazione più formativa ma certamente meno empatica. Bicek nel corso delle riprese oltre ad avvalersi dell’intensa e ineguagliabile interpretazione del protagonista Igor Samobor ha ritenuto interessante affiancare a noti attori professionisti , ragazzi liceali con i loro genitori alla loro prima esperienza cinematografica, una scelta che rafforza le intenzioni del regista nel dare un taglio emotivo, naturale e reale nel contenuto, sottolineando l’importanza dell’argomento trattato nel film: “Mi sembra importante poter parlare, attraverso l’arte cinematografica, di temi che riflettano sia la società nazionale che quella mondiale. In Class Enemy ciò traspare nel microcosmo dei ragazzi delle medie superiori, una generazione estremamente vulnerabile e, in quanto tale, propensa ad assorbire quel che le succede intorno. La rivolta degli studenti contro il sistema scolastico, simboleggiato dal severo professore, è l’immagine riflessa dello scontento sociale globale, che sfrutta un giusto o ingiusto motivo per ribellarsi contro le norme vigenti. Nel racconto queste situazioni estreme descrivono il baratro tra due generazioni molto diverse tra loro – R. Bicek”.
Tra gli altri interpreti del film vanno ricordati: Natasa Barbara Gracner, Tjasa Zeleznik e Robert Prebil. Class Enemy di R. Bicek e distribuito da “Tucker Film” ci aspetta al cinema dal 9 Ottobre 2014.”un film trattato in modo straordinario che vuole essere una finestra sul mondo scolastico”.
di Antonio Gentile per Oggialcinema.net