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Grandi Speranze, il romanzo di Charles Dickens che stiamo rileggendo insieme a voi, è giunto nella sua parte centrale. L’infanzia di Pip ormai è definitivamente conclusa, e lo ritroveremo a doversi confrontare con Londra e con la difficile impresa di trasformarsi in gentleman.
Guida alla lettura
Il termine originale “expectations”, reso in italiano con "speranze", rende più evidente il filo conduttore del libro, che troveremo nei capitoli in esame: le aspettative dell’ingenuo protagonista si scontreranno infatti con quelle degli adulti che lo stanno, a sua insaputa, manovrando. Pip, convinto di poter diventare artefice del proprio destino, non sarà altro che un'inconsapevole marionetta nelle mani dell’altrui egoismo.
Come sempre, la scrittura di Dickens è eccezionale, sia nel delineare i caratteri dei protagonisti, che nel disegnare spaccati di vita sociale. Superba la descrizione di Londra, della vita vuota di una parte della società e di quella affannosa e disperata della moltitudine priva di mezzi.
Capitoli 20-38
Pip arriva a Londra e Jaggers gli comunica che per qualche giorno, prima della sua sistemazione definitiva in casa di Matthew Pocket, sarà ospitato dal figlio di questi, Herbert, nel suo alloggio di Barnard’s Inn. La sistemazione è squallida, la prima delusione delle “grandi speranze”. Con sorpresa di entrambi, Pip riconosce in Herbert il giovane pallido con il quale aveva fatto a pugni nel giardino di casa Havisham. I due ricordano con divertimento l’episodio del passato e sarà proprio Herbert a svelare a Pip la storia di Miss Havisham. Viziata e orgogliosa figlia di un mercante di birra, si era perdutamente innamorata di un uomo indegno che l’aveva abbandonata il giorno delle nozze, facendole recapitare una lettera. Da quell’istante Miss Havisham aveva fermato tutti gli orologi della casa e si era rifiutata di vedere ancora la luce del sole. In seguito la donna aveva adottato la superba e bellissima Estella con lo scopo di educarla a spezzare i cuori degli uomini, per vendicarsi attraverso lei dell’onta subita.
Pip viene accompagnato da Herbert in casa Pocket: oltre alla numerosa famiglia, qui incontrerà altri due pensionanti, Drummle e Startop. La sua “educazione” sarà personalmente curata da Matthew Pocket che gli suggerisce di iniziare a muoversi in società per raffinarsi. Pip chiede di mantenere, come alloggio di città, la sistemazione con Herbert con il quale ha stretto amicizia.
Pip si abitua ben presto alla sua nuova situazione; comincia a spendere somme che “solo poco tempo prima avrebbe giudicato favolose”, va a teatro, in barca sul fiume, frequenta Jaggers, Herbert, Drummle e Startop; è convinto di essersi socialmente elevato e, quando riceve da Biddy la notizia di una visita da parte di Joe non ne è affatto contento.
Lasciate che vi confessi apertamente cosa provassi al pensiero della visita di Joe.
Non piacere, nonostante i legami che ci univano, ma un considerevole fastidio, una certa mortificazione, un acuto senso di assurdità. Se avessi potuto pagare per tenerlo lontano, lo avrei fatto. Mi tranquillizzavo solo pensando che sarebbe venuto a Barnard's Inn, non a Hammersmith, e non avrebbe quindi incontrato Bentley Drummle. Non obiettavo al fatto che lo vedessero Herbert o suo padre, che rispettavo, non avevo granché da obiettare, ma mi turbava profondamente che lo vedesse Drummle, che disprezzavo. In questo modo, nella vita, commettiamo solitamente gli atti più vili e meschini, per evitare il giudizio della gente che disprezziamo di più.
La visita di Joe è penosa per entrambi, dal momento che Pip ha perso la propria spontaneità e il buon fabbro si trova in soggezione. Joe comunica a Pip un messaggio di Miss Havisham: Estella è tornata a casa e vuole rivederlo. Il ragazzo parte immediatamente, animato dal desiderio di incontrare la giovane donna. Nella sua fantasia, si vede destinato da Miss Havisham, che ritiene artefice della propria fortuna, a sposare Estella. Ancora prima d’incontrarla, Pip è consapevole di essere innamorato di lei, nonostante il suo carattere difficile.
La verità nuda e cruda è che quando amai Estella col mio amore di uomo, l'amai semplicemente perché non potevo resisterle. Una volta per tutte: spesso, anche se non sempre, mi resi conto, patendone, che l'amavo contro ogni possibile ragione, promessa, pace, speranza, felicità, contro ogni possibile scoraggiamento. Una volta per tutte: non l'amai di meno, rendendomene conto, né me ne sentii frenato, più di quanto mi sarei lasciato frenare se l'avessi fervidamente creduta la perfezione fatta persona.
L’incontro con Miss Havisham e, soprattutto, Estella, lascia Pip senza parole. Bellissima, ma altera e superba come sempre, sembra prendersi gioco dei sentimenti di Pip.
Le ricordai il luogo dove mi aveva dato da mangiare e da bere, e lei disse: “Non ricordo.”
- Neppure che mi hai fatto piangere?
- No - disse scuotendo la testa e guardandosi intorno.
Il fatto che non ricordasse e la sua indifferenza mi fecero piangere di nuovo, dentro .-E questo è il pianto più amaro di tutti.
- Devi sapere - disse Estella con l'aria condiscendente di una donna bella e brillante - che non ho cuore – anche se ciò non ha nulla a che fare con la mia memoria.
Farfugliai qualcosa, tentando di farle capire che osavo dubitarne. Che sapevo quel che dicevo. Che non poteva esservi una tale bellezza senza un cuore.
- Oh! Ma un cuore ce l'ho, da pugnalare o trapassare con una pallottola, questo sì; e se cessasse di battere, io cesserei di esistere. Ma tu sai quello che voglio dire. Non ho tenerezza, lì... né comprensione... né sentimento.
Pip è totalmente soggiogato dalla giovane donna, e oltretutto Miss Havisham soffia crudelmente sul fuoco di questa passione non corrisposta:
Mi mise un braccio intorno al collo e mi tirò giù la testa, avvicinandola alla sua.
- Amala! Amala! Amala! Come ti tratta?
Prima di poter rispondere (sempreché riuscissi a rispondere a una domanda così difficile), ripeté: - Amala! Amala! Amala! Amala se è gentile con te. Se ti ferisce, amala. Se ti dilania il cuore - e più il cuore è vecchio, più profondamente si dilania - amala, amala, amala!
Mai avevo visto una bramosia più appassionata….
- Ascoltami, Pip! L'ho voluta adottare perché fosse amata. L'ho voluta allevare e istruire perché fosse amata. L'ho fatta diventare quella che è perché potesse essere amata. Amala!
Disse la parola con tale frequenza da non lasciar dubbi sulle sue intenzioni; ma se la parola tanto ripetuta fosse stata “odio” invece di “amore”, o – disperazione, o vendetta o morte, non sarebbe sembrata più simile a una maledizione.
- Ti dirò - disse ancora sussurrando in fretta e in modo appassionato - cos'è il vero amore. È devozione cieca, umiliarsi senza far domande, essere completamente sottomessi, credere e fidarsi contro se stessi e il mondo intero, abbandonare il proprio cuore e la propria anima all'aguzzino - come ho fatto io!
Pip ritorna a Londra dove cerca in modo confuso e disordinato di perseguire la sua formazione di gentiluomo. Confessa a Herbert la sua passione per Estella che trova nuovo alimento in un biglietto della ragazza. Estella sta per arrivare a Londra e chiede a Pip di accompagnarla nel suo breve viaggio fino a Richmond. I due giovani parlano del passato, di Miss Havisham e di Mr Jaggers, che Estella conosce molto bene. L’amabilità della fanciulla conquista Pip anche se lui è consapevole della sua scarsa sincerità.
L’amore per Estella, un vago rimpianto per la vita semplice del passato e l’incapacità di trovare un equilibrio, fanno sì che Pip inizi a spendere senza freni, travolgendo anche il più modesto Herbert. I due amici frequentano il circolo “I fringuelli del boschetto”, dove incontrano l’odioso Drummle.
Spendevamo più denaro possibile, ottenendone in cambio il minimo che gli altri si decidevano a darci. Eravamo sempre più o meno infelici e quasi tutti i nostri conoscenti si trovavano in una condizione simile. Fingevamo allegramente di divertirci sempre, sapendo in segreto di non farlo mai.
Una parentesi dolce amara è rappresentata dal ritorno di Pip a casa, in occasione della morte della sorella. Ha modo di parlare e confrontarsi ancora con la dolce Biddy e il buon Joe, ma questo non cambia il suo desiderio di elevarsi al si sopra di loro.
Ritornato in città, Pip diventa maggiorenne ed entra in possesso di una piccola fortuna di cinquecento sterline. Decide però di impiegarne la metà per creare un’opportunità di lavoro per Herbert, sentendosi responsabile dei debiti dell’amico. È una buona azione che compie in segreto, aiutato da Wemmick, il segretario di Jaggers.
Nel frattempo Pip, sempre più innamorato di Estella è trattato da lei con “onesta” crudeltà. La ragazza chiede di essere riaccompagnata a Casa Satis e qui, di fronte a una Miss Havisham più terrificante che mai, Pip finalmente comprende l’enormità del danno creato dalla donna.
Vidi allora e compresi, con infelicità e un senso amaro di dipendenza e persino di degradazione, che Estella doveva compiere la vendetta di Miss Havisham sugli uomini, e che non mi sarebbe stata data finché non l'avesse compiuta. Vidi la ragione per la quale mi era stata destinata. Miss Havisham l’aveva mandata in giro a sedurre e tormentare e far del male, con la maligna certezza che fosse inaccessibile a tutti i suoi ammiratori, e che tutti coloro che puntavano su quel premio fossero destinati a perdere.
Estella è davvero una creatura fredda e insensibile, come l’ha creata la sua madre adottiva. Con rabbia e dolore, Pip scopre che è corteggiata proprio dall’odioso Drummle, e poco lo conforta sapere che la ragazza ha una diversa opinione di lui.
- Ti ho vista mentre gli rivolgevi sguardi e sorrisi che non rivolgi mai a... me.
- Allora vuoi - disse girandosi di scatto, con uno sguardo intento e serio, se non adirato - che io ti inganni e ti prenda in trappola?
- Lui lo inganni e lo prendi in trappola?
- Sì, e anche molti altri - tutti tranne te.
Nella quarta e ultima parte di “Classica” scopriremo come la trama concepita dai Dickens realizzi un vasto e magnifico disegno, e parleremo dell'ultima versione cinematografica del film realizzata da Mike Newell.
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