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Classicheggiando

Creato il 23 febbraio 2012 da Italiabenetti @italiabenetti

Classicheggiando GIACOMO PUCCINI Compositore (1858 - 1924) Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924) è stato un compositore italiano.

È considerato uno dei massimi operisti della storia.


I primi quattro nomi con cui fu registrato all'anagrafe (Giacomo, Antonio, Domenico, Michele) sono i nomi dei suoi antenati, in ordine cronologico dal trisnonno al papà.

Nato a Lucca nel 1858, fu il più importante compositore italiano della generazione post-verdiana. Discendeva da una numerosa casata di musicisti, direttori d'orchestra e compositori e si dava quindi per certo che avrebbe ereditato il talento e l'interesse per perpetuare il mestiere prescelto della sua famiglia.   Subito dopo la morte prematura del padre, alla tenera età di sei anni ricevette in eredità non solo il posto di maestro del coro e organista nella chiesa di San Martino, ma anche quello di docente di musica al Collegio Ponziano.


Dal momento che la madre aveva delle grandi aspettative nei suoi confronti, decise di affidarlo al fratello Fortunato Magi perché potesse impostare la sua istruzione musicale e lo studio del piano. I risultati di questa educazione non furono tuttavia del tutto positivi: Puccini non era affatto un bambino prodigio. Lo zio materno di Giacomo, riteneva il giovane Puccini  un "falento", ossia un fannullone senza talento.

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Nel 1876, a soli 13 anni, Giacomo andò a piedi fino a Pisa, che da casa sua distava circa 20 chilometri, per assistere alla rappresentazione dell'opera più recente di Verdi, Aida. Questo evento si rilevò decisivo per il suo futuro poiché il ragazzo rimase letteralmente estasiato dall'opera.  Nel 1880  si trasferì a Milano per perfezionare i suoi studi al Conservatorio, per i quali ricevette da parte della regina Margherita una borsa di studio di cento lire mensili per un anno. Durante il periodo milanese fu assiduo frequentatore di teatri e tramite la mediazione di Catalani entrò in contatto con Arrigo Boito, Franco Faccio, Marco Praga e gli ambienti della scapigliatura.
Puccini ottenne la consacrazione definitiva come operista con Manon Lescaut, tra i lavori pucciniani quello che riscosse più successo. Rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893 (otto giorni prima del Falstaff di Verdi), il libretto dell'opera nacque dalla collaborazione di più librettisti, tra i quali ricordiamo Ruggero Leoncavallo e la coppia Luigi Illica e Giuseppe Giacosa.
Quest'ultimi, insieme alla consulenza di Ricordi, affiancarono Puccini nella realizzazione delle tre successive opere: La Bohème, Tosca e Madama Butterfly. Rappresentata nel 1896 al Teatro Regio di Torino, La Bohème non venne acclamata così entusiasticamente come Tosca, messa in scena a Roma al Teatro Costanzi nel 1900.

 Il 17 febbraio 1904 Madama Butterfly venne rappresentata a Milano e fu un vero fiasco. Puccini si rese quindi conto che erano necessarie alcune modifiche e infatti, dopo averle apportate, due mesi più tardi la rinata "Butterfly" si rivelò subito un grande successo al Teatro Grande di Brescia.

Nello stesso anno Puccini sposò Elvira Gemignani, la vedova di un commerciante di Lucca, con la quale viveva già dal 1886 e che gli diede un figlio nel 1896. Già dal 1891 la famiglia di Puccini viveva a Torre del Lago, dove rimase fino al 1921.

La prima decade del secolo si rivelò un periodo molto travagliato della vita privata di Puccini. Nel 1903 rimase gravemente ferito in uno dei primi incidenti automobilistici in Italia. Oltre alla morte nel 1906 del suo prezioso collaboratore, il librettista Giuseppe Giacosa, nel 1912 a Puccini venne a mancare anche Giulio Ricordi, l'editore che per anni l'aveva saputo indirizzare in modo da sfruttare al meglio le sue qualità. Poi nel 1909 la moglie Elvira gettò la sua casa nello scandalo accusando Puccini di avere una relazione intima con la loro domestica. Elvira denunciò pubblicamente la povera ragazza che, per l'enorme tensione emotiva, si suicidò.
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Durante tutta la sua vita Puccini ebbe un ruolo molto attivo nelle sue opere, facendosi coinvolgere in prima persona in molte questioni relative alla loro produzione, dalla selezione dei cantanti e dei direttori d'orchestra alla scelta delle sedi di rappresentazione.  Girava il mondo per assicurarsi che tutto venisse realizzato correttamente.  Questi viaggi lo aiutarono a far pubblicità ai suoi lavori: la partecipazione del grande maestro alle prove e la sua presenza alle rappresentazioni suscitava molto l'interesse del pubblico. Puccini era molto più interessato alla qualità che alla quantità e infatti scrisse soltanto dodici opere. Nel 1920 iniziò a lavorare a Turandot, ispirata alla favola teatrale di Carlo Gozzi. Nell'autunno del 1924, quando mancava soltanto il finale dell'ultimo atto per completare l'opera, la sua salute peggiorò a causa di un tumore alla gola che lo obbligò a sospendere il suo lavoro per sottoporsi a un'operazione. Venne curato in una clinica a Bruxelles e inizialmente la terapia seguita sembrò aver successo, ma il suo cuore si affaticò e Puccini morì il 24 novembre 1924. Turandot venne quindi completata da Franco Alfano, che basò il finale sugli appunti che lo stesso Puccini aveva portato con sé durante il suo ultimo viaggio. Fu proprio Turandot, la sua ultima opera, ad essere accettata a livello internazionale e accolta come un pezzo standard di repertorio.

 La prima rappresentazione postuma dell'opera al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926 fu diretta da Arturo Toscanini, uno tra i pochi ad aver potuto assistere alla realizzazione del progetto finale dell'autore.  Il direttore sospese la rappresentazione proprio nel punto in cui il compositore fu costretto a interrompere il suo lavoro.
La morte di Puccini fu un lutto per l'Italia intera e per tutti i suoi sostenitori sparsi nel mondo. Inizialmente il compositore venne sotterrato a Milano, ma nel 1926 il figlio Antonio fece trasferire le sue reliquie a Torre del Lago in una piccola cappella privata della villa sul lago dove Puccini aveva composto i suoi capolavori. Subito Torre divenne spontaneamente meta di pellegrinaggio: la gente arrivava da vicino e lontano per vedere la casa dove il più famoso compositore del ventesimo secolo aveva vissuto e lavorato. (Biografia tratta dal sito dell’Arena di Verona) Opere teatrali Le Villi SC60 Edgar SC62 Manon Lescaut SC64 La bohème SC67 Tosca SC69 Madama Butterfly SC74 La fanciulla del West SC78 La rondine SC83 Il Trittico SC84 Il tabarro SC85 Suor Angelica SC87 Gianni Schicchi SC88 Turandot SC91

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