Io, in realtà, volevo fare solo una classifica degli anni ’80 ma... cavoli! È stato impossibile trovare dieci - dico, dieci, non tantissimi – film decenti di quel decennio, per cui voila.
E siccome in questo modo mi restava fuori Il favoloso mondo di Amélie e dubito che ce l’avrei fatta a trovare altri nove film decenti dell’ultimo decennio per fargli compagnia, mi sono allargata fino al 2001.
1.
La signora della porta accanto (La Femme d'à côté, di François Truffaut, FR 1981, drammatico, con Gérard Depardieu e Fanny Ardant)
Capolavoro e basta.
2.
Il favoloso mondo di Amélie (Le Fabuleux Destin d’Amélie Poulain, di Jean-Pierre Jeunet, FR 2001, commedia, con Audrey Tautou e Mathieu Kassovitz)
Adoro Amélie, adoro i suoi cliché, adoro i trucchi di Jeunet, gli elenchi di Jeunet, i tic assurdi dei suoi personaggi. Tatou mai più così simpatica.
3.
Tre colori: Film rosso (Trois couleurs: Rouge, di Krzysztof Kieslowski, FR-P-CH 1994, drammatico, con Irène Jacob e Jean-Louis Trintignant)
A chi preferisce Film blu o Film bianco potrei dare ragione solo perché nel primo recita la Binoche, ma questo mi ha sempre incantata, da ogni punto di vista.
4.
La ragazza sul ponte (La Fille sur le pont, di Patrice Leconte, FR 1999, drammatico, con Daniel Auteuil e Vanessa Paradis)
Fortunatamente, in questo film la ragazza di Johnny Depp non canta ma recita, e lo fa anche bene, affiancata da un Auteuil magnetico. In colonna sonora, la splendida Who will take my dreams away di Marianne Faithfull, in una sessione di lancio dei coltelli che dimostra come per una scena erotica riuscita non sia obbligatorio far toccare gli interpreti.
5.
Racconto d’inverno (Conte d'hiver, di Éric Rohmer, FR 1992, commedia, con Charlotte Véry e Frédéric van den Driessche)
Malgrado gli attori sconosciuti, Racconto d’inverno non è solo il più riuscito dei film delle quattro stagioni di Rohmer, ma uno dei più emotivamente coinvolgenti mai realizzati su un tema cruciale: la speranza.
6.
Un cuore in inverno (Un cœur en hiver, di Claude Sautet, FR 1992, drammatico, con Daniel Auteuil e Emmanuelle Béart)
Splendido, al solito, il gelido Auteuil. Bellissimo il triangolo amoroso di frustrazioni e desideri irrealizzati. Solo i francesi sanno fare film d’amore. Peccato che sappiano fare solo quelli.
7.
I fiumi di porpora (Les Rivières pourpres, di Mathieu Kassovitz, FR 2000, noir, con Jean Reno e Vincent Cassel)
Bel giallone morboso dal potente romanzo di Grangé, con ottimi protagonisti, scenari da paura e un finale senza sconti.
8.
La pianista (La Pianiste - Die Klavierspielerin, di Michael Haneke, FR-A 2001, con Isabelle Huppert e Annie Girardot)
Haneke è austriaco, ma vista la coproduzione e le interpreti principali francesi, direi proprio che un posticino se lo merita, per questa livida pellicola dalla protagonista indimenticabile.
9.
Il tempo ritrovato (Les temps retrouvé, FR-I-PG 1999 di Raoul Ruiz, fantastico, con Catherine Deneuve, Emmanuelle Béart, Vincent Perez e John Malkovich)
Dall’ultimo tassello della Recherche di Proust, un film che isola momenti, tic e mostruosità grandi e piccole dei personaggi. Molte idee sceniche del recente The tree of life di Malick, sul recupero e sull’accettazione dell’infanzia perduta, vengono da qui.
10.
Grazie per la cioccolata (Merci pour le chocolat, di Claude Chabrol, FR 2000, drammatico, con Isabelle Huppert e Anna Mouglalis)
La Huppert mi piace sempre e comunque, vedi La pianista, quando si mette al servizio di Chabrol poi si esprime al meglio delle sue enormi potenzialità. Qui, poi, appare la bellissima Mouglalis, che si farà poi notare in Romanzo criminale.