Anche se sono all’interno del blog da un po’ di tempo, ricordo che ho aggiunto una sezione sulle classifiche internazionali.
Basta andare sul menu su Music Charts (o cliccare sul link) e troverete i collegamenti per vedere le classifiche di quelle che sono considerate, almeno per quanto riguarda l’ Occidente, le quattro nazioni più influenti musicalmente parlando, cioè U.S.A., Regno Unito, Australia e Canada.
Ho scelto poi di mettere per gli Stati Uniti le classifiche di singoli, album e canzoni rock, per il Canada e l’U.K. singoli e album e Australia solo album. I collegamenti sono su Billboard e sull’ARIA (l’equivalente australiano della FIMI).
Le classifiche estere, per qualche motivo che mi è ignoto, “scalano” di una settimana: per esempio una classifica uscita il giorno 1 dicembre, sarà considerata del 7 dicembre. Quindi quando vedrete delle charts su date future non è nè per preveggenza nè per sfasamento del mio spazio-tempo.
La scelta di non attivare ancora i link per l’Italia è per due motivi polemici: il primo è che la FIMI aggiorna le classifiche con due settimane di ritardo rispetto al resto del mondo e il secondo è che il nostro paese, sia per il numero fisico di vendite e sia per la qualità, fa parte del Terzo Mondo musicale.
Colgo l’occasione per spiegare il mio pensiero su tutto ciò. Gli artisti, produttori ed etichette sono tutti uniti e compatti nel raccontarci che è colpa del download illegale, di internet e menate varie, ignorando il fatto che negli altri paesi, dopo una innegabile diminuzione di vendite, sono riusciti ad adattarsi al mercato web, a monetizzare le visualizzazioni di Youtube e a tornare a buoni livelli commerciali.
Altrimenti non sarebbe possibile che negli ultimi 3 anni siano stati prodotti 15 dei 50 singoli più venduti nella storia. Semplicemente siamo un paese vecchio e che arriva alle novità dieci anni dopo rispetto agli altri.
Senza contare la qualità globale della musica italiana e del modo in cui gli artisti o presunti tali vengono lanciati, mercificati o glorificati senza un filo di lucidità e logica, e le balle colossali che ci raccontano sulla popolarità degli artisti italiani all’estero, i quali, a parte Andrea Bocelli e Lacuna Coil, sono degli oggetti misteriosi nei paesi anglofoni e in quelli ispanici sono si popolari, ma non quanto “ce la raccontano”.
Potrò passare per esterofilo ed eccessivamente critico, ma è una conclusione nient’affatto affrettata, a cui sono arrivato dopo tante ricerche e dall’osservazione dei più importanti quotidiani e settimanali nazionali e delle principali testate musicali estere.