Claudia Cremonesi: il ceto politico non si sta rinnovando per niente, c’è il pericolo che l’incompetenza faccia danni enormi ancora a lungo

Creato il 16 settembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

L’assenza di un confronto tecnico rimanda alle mie critiche di candidature politiche incapaci di offrire vere soluzioni ai problemi oggettivi in cui la città ristagna da tempo.
La tua osservazione sottolinea una volta di più che non esistono professionisti del mestiere ma politici che si misurano su proposte politiche obsolete e che fanno gioco di squadra per il potere.
A Cremona così ci si muove approfittando di ogni occasione per apparire nelle cornici giuste, anche facendo volontariato, per costruirsi un elettorato di tipo assistenzialistico. La poltica avrebbe bisogno di ben altro e dovrebbe farsi portavoce di candidati meritevoli per capacità e per obiettivi piuttosto che di predicatori di patetiche autocelebrazioni.
Per essere un buon leader occorre avere un know how professionale che va ben oltre la docenza e chi fa questa professione, l’insegnante, non può essere in grado di tradurre linguaggi che non sono alla sua portata perchè ne è incapace. Paolo è come se noi pretendessimo di confrontarci con un ingegnere nucleare ed avessimo la presunzione di saperne di più, giudicandolo pure un idiota!!
Quindi cosa ti aspetti?
Hai detto bene in un tuo articolo precedente, siamo in regime di monopolio e chi ha bisogno di aiuto o entra nel circuito o viene lasciato solo. Chi segue i ben introdotti potrà partecipare, solo come volontario o per un tozzo di pane, ad eventi che interessano solo questi signori della politica per rafforzare la propria immagine e la propria candidatura.
E’ chiaro che quelli che intendono fare della cultura un programma che promuove il patrimonio umano e sociale esistente sul territorio, senza manipolazioni ed ingerenze di casta, non saranno mai accolti di buon occhio da questi politici, per ovvi motivi, scoprirebbero le loro gravissime lacune ed i loro limiti.
Le ambizioni personali non sono oggetto di dibattito costruttivo, un assessore alla cultura dovrebbe essere in grado di dare risposte alle richieste di chi la fa e non imporre i propri dictat.
L’assessore alla cultura del domani deve accompagnare le nuove generazioni su un percorso che dia loro la visibilità necessaria per avere una propria carriera da professionista, in qualsiasi campo desideri esprimersi, e non frapporsi per avere la scena.
Un assessore è retribuito per far crescere il patrimonio culturale territoriale e non per farsi propaganda personale in nome di una cultura che non fa.
I progetti ma ancora prima le idee vengono rubate e fatte proprie, stampate sui giornali sapendo che sono di altri, subdolamente carpite per farsi belli agli occhi di chi ti vede come un mentore e ti promette un posto a sedere al momento opportuno. Ma a che serve rubare idee se poi non sai quali sono le strategie vincenti di chi le ha pensate? A fare le solite inutili cose di sempre ma una buona carriera politica personale.
Nulla di più!
Luca Ferrari mi trova d’accordo su molti punti e mi spiace che non lo abbia compreso che io sono dalla sua, la mia formazione è diversa dalla sua e per questo ci esprimiamo con codici diversi ma gli intenti sono simili. A volte la politica supera le divergenze quando ci sono i programmi, non succede solo agli altri……

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