Storie di due uomini, due culle e una famiglia felice
È andato tutto secondo copione. Claudio è stato svegliato nel cuore della notte al primo cenno di contrazioni: è arrivato il momento. Bisogna solo mettere quattro cose in valigia e correre all’ospedale. Peccato che l’ospedale sia dall’altra parte dell’oceano Atlantico. Ma il viaggio di Claudio e Manlio, due giovani gay determinati a diventare genitori, è stato molto più lungo di un volo intercontinentale. Scartata l’adozione, in Italia vietata alle coppie omosessuali, ai due non resta che un’ultima possibilità: la Gpa. Ovvero la “gestazione per altri”, meglio nota con la definizione di maternità surrogata. Claudio e Manlio partono così per gli Stati Uniti, e grazie all’aiuto di Tara, tornano in Italia con due gemelle in braccio. E scoprono una società molto più aperta di quanto immaginassero. A dare una mano ai neogenitori, c’è un microcosmo di amici e parenti, una galleria di personaggi teneri ed esilaranti. E poi l’incontro con gli uffici pubblici, il pediatra, la scuola, tutti obbligati a fare i conti con la nuova realtà che si trovano di fronte. Dall’Ohio alla Svizzera, dall’Australia al Giappone, questa è la storia vera di un nucleo familiare costruito con l’aiuto di persone appartenenti a mondi diversi. Un racconto che affronta con delicatezza e autoironia un tema di grandissima attualità e mette in crisi l’idea di famiglia tradizionale, creando una nuova normalità.
Quando ero su FB avevo tra gli amici l’autore di questo bellissimo libro, ne ero molto fiera. E la prima cosa che pensavo quando vedevo qualche foto della sua famiglia era che erano tutti bellissimi, basta. Non mi ponevo molte domande, non stavo lì a farmi venire dubbi su dubbi su dubbi su dubbi. Vedevo due uomini piacenti (Manlio di più!) tra i 30 e i 40, due bellissime gemelline bionde e un allegro bòcia più piccino, una bella famiglia. Non so se sia l’approccio migliore, il mio, insomma mi sento un po’ esclusa dai millemila dibattiti su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, perché per me non è né giusto né sbagliato, è normale, è giusto in quanto normale. Anche sforzandomi non riesco a pensare “No che schifo, no ammio figlio un ricchiòne non lo può manco toccare con il penziero, figuriamoci l’adozione” “No ma guardi che non sono adottati” “Fa lo stèsso, io agli invertiti toglierei pure il diritto di vòto”. Esagero? Oh beh ieri un consigliere comunale del PDL ha messo Vendola e vaselina nella stessa frase, non è che la realtà va troppo lontano.
Cappello introduttivo necessario per capire cosa penso del libro. E’ un libro che ero curiosa di leggere, perché sempre da FB sapevo alcune cose, ma non conoscevo proprio la storia nel dettagli. E’ una bellissima storia, scritta, devo dirlo, molto bene. L’autore è un giornalista e tiene una rubrica su Internazionale, rubrica che consiglio a tutti quanti (click) quindi su quel fronte non ci si può lamentare. La cronaca delle vicende alterna presente e passato, da come tutto è nato, come si sono conosciuti Manlio e Claudio, come è nato questo desiderio di avere dei figli, le opzioni esplorate, la scelta definitiva, i viaggi, la nascita delle gemelle, il ritorno, la vita di una coppia gay a Roma con prole al seguito e via discorrendo. Si respira una grande aria di normalità, perché è vero che il libro racconta di un’esperienza positiva rara nell’attuale panorama italico, però veramente dovrebbero leggerlo tutte le persone che hanno dei dubbi o che si pongono interrogativi “morali” cercando risposte ovunque tranne che dalle persone che veramente le possono dare. Mi è piaciuto anche che l’autore non si sia nascosto dietro a un dito: è chiaro che per fare quello che ha fatto la coppia protagonista ci vogliono dei soldi, parecchi, non bisogna essere milionari ma non è una cosa per tutti. L’autore lo dice, lo specifica tranquillamente, perché è giusto farlo, è una favola con portafoglio, chiamiamola così.
L’Italia in tutto questo fa una figura molto mediocre. Come se fosse rimasta indietro, anzi, è rimasta indietro. La cosa buffa è che si arrocca talmente tanto sulle sue posizioni di presunta superiorità da bollare come moralmente riprovevoli tutti quei paesi che prevedono varie forme di riconoscimento alle coppie omosessuali. Quindi insomma Portogallo, Spagna, Francia, Inghilterra, Irlanda, Germania, Svizzera, Austria, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda, Danimarca, giusto per rimanere in Europa, sono una massa di incivili senza morale che sbagliano alla grande. No ma va bene, va bene così. Di positivo nel libro c’è che manca quest’aria da paladino dei diritti lgbt, per fortuna perché altrimenti sarebbe stato un libro molto diverso. E’ solo una storia, una bella storia, di come nasce una famiglia un po’ diversa da quelle che siamo abituate a vedere, ma che diventa improvvisamente come tutte le altre, non te ne accorgi nemmeno, perché lo è.