In tv sarà il maestro Manzi, come si è avvicinato al ruolo?«Ero consapevole della responsabilità, in diversi punti della sceneggiatura mi sono anche commosso: Manzi voleva una società migliore, cercava di dare dignità alle persone attraverso il sapere, sognava una scuola che insegnasse a diventare cittadini. Oggi tutto questo è sparito. Mi sono documentato ma non ho fatto un lavoro d’imitazione, ho cercato di restituire l’umanità. Manzi aveva grande rispetto per chi lo guardava. Oggi il rispetto si è perso».
Guarda la tv?«Non per fare lo snob, ma poco. Anche perché non ho il televisore. Quello che m’interessa lo guardo su Internet, in streaming. Però certe serie le ho seguite tutte da Breaking bad a Twin Peaks: non c’è una parola sprecata».
Se dovesse riassumere le svolte della sua carriera?«Quando Marco Risi mi ha scelto per L’ultimo Capodanno, sicuramente. A teatro, quindici anni fa, quando ho interpretato L’anello di Erode di Furio Andreotti. La prima candidatura ai David con L’ultimo bacio di Muccino, il ruolo di Rino Gaetano in tv: venivo da un periodo difficile, odiavo la mia professione. Quel ruolo mi ha dato fiducia e mi ha aperto alla musica».
Una passione trasformata in lavoro, ha fatto anche vari tour.«La musica mi fa stare bene. Ho cantato con la PFM a Sanremo e sarà che il teatro è piccolo e non sentivo lo stress della gara, non ho provato l’emozione pazzesca che immaginavo. Stavo bene sul palco, anche se resto una persona timida».
Estratto dall'intervista di Silvia Fumarolaper "La Repubblica"