
Tra queste figurava per l'appunto anche Clelia. Il soggiorno di queste coraggiose donne alla corte del re etrusco però durò molto poco e si concluse con una rocambolesca fuga e una nuotata disperata fino alla riva orientale del Tevere dove sarebbero state finalmente salve. Il re Porsenna però le pretese indietro salvo poi liberarle ammirato dal coraggio dimostrato dalle fanciulle. In particolare, egli stabilì di premiare Clelia, che tra tutte si era distinta, offrendole di scegliere chi riportare con sè in patria tra le sue compagne di disavventura. Si narra che Clelia però optò per degli uomini, diffusamente considerati molto più utili delle donne. Per le sue gesta e per il suo coraggio, ella venne poi ricompensata con una statua equestre in suo onore presso il foro, lungo la via Sacra e, senza ombra di dubbio, questo figura tra i riconoscimenti più straordinari accordati ad una donna. Secondo alcune altre versioni, inoltre, Clelia, in occasione della fuga, si trovava da sola e tale occorrenza non fa che accentuare maggiormente la sua eccezionale audacia tanto da ergerla a simbolo di incredibile coraggio e forza d'animo.