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Clementino: “L’inno del Napoli è già pronto, tocca a De Laurentiis ora…”

Creato il 24 aprile 2014 da Vesuviolive

L’altro giorno il presidente De Laurentiis parlò di un inno rap per il Napoli. Rocco Hunt chiamato in causa dal patron azzurro rifiutò l’invito visto che non essendo napoletano e non amante del calcio riteneva inopportuno fare l’inno per i tifosi del Napoli. Invece il rapper Clementino amante e tifoso del Napoli a ‘Il Mattino’ ha dichiarato di aver già fatto l’inno per il suo Napoli: “Alle curve è stato già proposto, la mia idea è piaciuta tanto. Il presidente ancora non lo conosce ma dobbiamo dirglielo”. Il titolo? “Per ora il titolo è Inno del Napoli, poi se tutto andrà bene troveremo anche un titolo”. Mai semplice sostituire la tradizione: “Mai perché è la storia di Napoli, anche se la vedo inopportuna per il calcio, visto che è una canzone triste in ambito di guerra, con parole pesanti e strazianti. Poi i tifosi del Napoli l’hanno trasformata in modo più veloce e facendo un vero inno alla gloria delle vittorie azzurre”. Racconta un po questa canzone: “Inizialmente canta Emiliano, poi a turno ci alterniamo. I Sangue Mostro si dividono la strofa in tre parti. Poi alterniamo sia il dialetto che l’italiano, allo stadio San Paolo siamo cosmopoliti, pure l’Unesco ne è a conoscenza”. La tua canzone batte molto sulla neapolitan power: “Si è un azzardo. Cito il grande Diego Maradona, oltre a Massimo Troisi da sempre il mio idolo. Oltre a loro cito anche un vecchio ragazzo della curva B, ossia Nino D’Angelo. Anche Pino Daniele cito, visto che anche lui con Napule è ha scritto la storia di questa città. Dicevo che è un azzardo visto che associo il mio nome a loro, ma nell’hip hop questo si usa molto per gasarsi. Sono contento anche per Rocco Hunt e lo ringrazio per aver citato il mio nome a De Laurentiis, così come quello di N’tò. Rocco è veramente ‘fratm’ come si dice in dialetto. Ma invitare un salernitano come Rocco ha scrivere l’inno per il Napoli è strano. Spero che l’inno rap sia una motivazione in più per i calciatori nella vittoria di nuove coppe e trofei. Il presidente ne è a conoscenza del progetto già ne parlemmo e io lo ribadito a ‘Quelli che il calcio’, ora spetta a lui nella decisione”. La dea Partenope e nel sangue: “Si evochiamo la città più che la squadra di calcio. Il nostro inno è flusso di parole e di orgoglio. E’ costruito per incitare gli animi e le folle, anche se mi auguro che potrà essere usato anche in vista delle vittorie”.


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