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#Clessidra ∞ Capitolo 5

Creato il 15 maggio 2014 da Sofiastella84 @Sw3etValent1na
#Clessidra ∞ Capitolo 5
Prima della luce, sopravvenne il dolore.
Carlotta aprì gli occhi, e subito le lacrime presero a scenderle lungo le guance paffute.
Il braccio...non sentiva più un braccio... provò a rotolarsi su sé stessa, ma non riusciva neanche a muoversi. Prese a rantolare, senza avere il coraggio di guardare cosa avesse, quando avvertì una presenza su di lei. Allora spalancò i grandi occhi lucidi e si trovò immobilizzata da uno sguardo che sapeva di selvaggio e di foresta. Deglutì.
«Chi sei?»
La ragazza non rispose. Prese il braccio di Carlotta e con mani esperte fece una fasciatura.
Carlotta era confusa e imbarazzata, per cui si concentrò sul paesaggio che la circondava.
Si trovavano nel bel mezzo di un bosco, fitto di alberi altissimi e uno spesso tappeto di foglie colorate a ricoprire ogni possibile sentiero.
Alla ragazza prese il panico. Non era mai stata avventurosa, le uniche avventure che aveva vissuto erano sempre rimaste nell'intricato garbuglio di un foglio di carta stampata. Tutto quello era troppo surreale, troppo grande per lei. Si sentì sola, sola e abbandonata come non mai.
Pianse di nuovo, fino a che l'altra non fece scorrere le sue mani esili dal braccio fino alla sua spalla, forse in un tentativo di confortarla. La guardò intensamente negli occhi, e poi appoggiò delicatamente le dita sulla sua fronte. Carlotta pensava che fosse un altro gesto mosso al fine di metterla a proprio agio e invece non appena la punta delle sue dita le toccarono la testa, avvertì un calore che le lambiva le tempie e sembrava entrarle dentro. Non ebbe il tempo di stupirsene che sentì una voce, come provenisse da dentro.
“No, non spaventarti, sono proprio io che ti sto davanti, questa è la mia voce. Il mio popolo da sempre ha custodito la capacità di comunicare con qualunque essere vivente, cosa che si è persa via via, fino ad arrivare alla tua gente, totalmente incapace di capire anche chi parla la propria lingua. Mi chiamo Verhit e appartengo ad un'antica stirpe di elfi, antica di millenni. Sono giunta dal passato del tuo mondo quando le Chiavi hanno cominciato a riunirsi: è normale, con il ritrovarsi di alcune chiavi, ne bastano anche solo due, si assiste a dei salti temporali, dei buchi, possiamo dire, che legano epoche diverse; possono misurare un piede come mille miglia, a seconda del numero di Chiavi riunite: il Barone non crede che tenendo unite tutte e sette le Chiavi, queste apriranno un salto temporale capace di inghiottire il mondo intero e far saltare chiunque da un'epoca all'altra quando anche solo facesse un passo.
Non c'è molto tempo, sarò breve; ci troviamo nei pressi del mio villaggio, riconosco questi miei alberi, grazie agli Spiriti! Dobbiamo subito andare a trovare lo Stregone, egli riuscirà a percepire un salto temporale che ci porti dal Dottor Tempesta, colui che mi ha mandato dal mio futuro a proteggere la Custode. Ci sei fin qui?”

Carlotta annuì, anche se in realtà aveva la testa che esplodeva di domande.
“Non è necessario che tu capisca tutto, Carlotta. Neanche io capisco perché tu sia qui, in questo momento, e perché tu sia stata coinvolta in questa faccenda, ma sta pur certa che non ti abbandonerò: solo perché il tuo popolo ha cancellato la nostra storia e finge di non averci mai conosciuti, scambiandoci per un popolo che chiamate Pellerossa, io non serbo rancore, vedo nei tuoi occhi che hai un animo buono, e tenterò in ogni modo di riportarti nella tua epoca sana e salva. Ora però ti prego, ho bisogno che tu ti fidi di me e faccia quello che ti dico.”
Carlotta annuì di nuovo. Cosa le restava, se non la flebile speranza che le offriva quella strana ragazza?Si alzarono, e presero a correre mano nella mano. Sembrava che Verhit sapesse esattamente dove stava andando. La ragazza che la seguiva, dal canto suo, cercava di non pensare troppo: aveva paura, paura di non poter tornare alla triste monotonia della sua vita. Ora che tutto, anche la sua vita forse, era messo in discussione, le mancava più che mai. E la signora Moiraine?
Sull'Autrice
Mi chiamo Debora, non ho ancora diciotto anni ma la mia passione per la scrittura ha raggiunto la maturità già da un pezzo.. mi piace il verde, il sole, la pioggia ma non gli ombrelli, e le gonne lunghe. Amo il fantasy, ma non voglio dirlo troppo forte perché non ho ancora finito di leggere il Signore degli Anelli grave mancanza me ne rendo conto per cui diciamo che simpatizzo il genere.. sono testarda, permalosa, e disordinata come i miei capelli ricci.. sono io, insomma.
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