Quando si parla di gas ad effetto serra, per consuetudine si fa genericamente riferimento all’anidride carbonica (CO2), poiché è il gas ritenuto di gran lunga il maggiore responsabile dell’incremento dell’effetto serra.
Tuttavia non c’è solo la CO2. In particolare vi sono alcune sostanze, conosciute come short-lived pollutans, che restano attive per un tempo breve, ma con una elevata capacità di causare l’effetto serra, singolarmente molto maggiore della CO2.
Si tratta, in particolare, del metano, degli idrofluorocarburi e del particolato carbonioso (il cosiddetto“black carbon), tutte sostanze sulle quali la comunità scientifica internazionale ha più volte richiamato l’attenzione, poiché nel loro insieme rappresentano una componente rilevante del riscaldamento globale.
Gli Stati Uniti hanno ora deciso di condurre a livello internazionale una battaglia rivolta a ridurre l’emissione in atmosfera dei short-lived pollutans.
L’iniziativa, annunciata dal segretario di Stato Hilary Clinton, vedrà all’opera accanto gli Usa una coalizione formata da Canada, Messico, Svezia, Bangladesh e Ghana con l’impegno di cooperare e di attivarsi concretamente per ridurre le emissioni degli short-lived pollutans.
I primi finanziamenti per sostenere questo programma, presentata con il nome di Climate and Clean Coalition, sono stati già annunciati: saranno messi subito a disposizione 15 milioni di dollari stanziati principalmente dagli Stati Uniti.
“Concentrandoci su questi inquinanti – ha dichiarato Hilary Clinton – si potranno vedere benefici immediati su scala locale e regionale”. Secondo le stime dell’UNEP – ha ricordato il segretario di Stato americano – gli interventi contro questi inquinanti “hanno il potenziale di ridurre il surriscaldamento terrestre di mezzo grado Celsius entro il 2050, corrispondente al 25% dell’obiettivo mondiale indicato dagli esperti climatici dell’ONU”.
[foto da pollutionfreecities.com]