Uscirà il 6 dicembre 2011 negli Usa il secondo volume della saga “The Infernal Devices”, conosciuta in Italia con il nome di “Shadowshunter. Le Origini.”
Se vi siete persi il primo capitolo o non conoscete ancora questa trilogia, prequel della saga di “The Mortal Instrument”, andate
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Trama:
Nel magico mondo della Londra Vittoriana, Tessa Gray ha trovato finalmente la sicurezza con gli Shadowhunters, ma questa sicurezza sembra venire meno quando le forze nel Clave decidono di sostituire la sua protettrice, Charlotte, capo dell’Istituto. Infatti se Charlotte perdesse la sua posizione, Tessa sarebbe costretta ad andarsene, diventando una preda facile per il Maistr, he uvle usare i poteri della giovane per misteriosi scopi.
Con l’aiuto del bello, ma masochista Will e il devoto Jem, Tessa scoprirà che la guerra del Magister contro gli Shadowhunters è strettamente personale. Egli infatti li incolpa per una tragedia che ha distruto la sua vita tantissimo tempo fa. In un viaggio che condurrà Tessa, Will e Jem per lo Yorkshire, un maniero che ha vissuto indicibili terrori e la periferia di Londra, i ragazzi scopriranno che la verità sulla famiglia della giovane è anche più sinistra di quello che immaginavano. A seguito di un incontro con un demone meccanico , il trio capirà che il Magister stesso è a conoscenza di ogni loro mossa e che uno dei loro li ha traditi.
Tessa scoprirà che nel suo cuore c’è uno spazio sempre più grande per Jem, ma che prova sentimento anche per Will, nonostante i suoi repentini cambiamenti d’umore. Qualcosa però in Will è cambiato, i muri che ha costruito intorno a se stesso si stano pian piano assottigliando. Trovare il Magister libererà WIll dai suoi segreti e darà a Tessa le domande che la tormentano?
La giovane imparerà che quando l’amore e le bugie si mischiando, possono corrompere anche l’animo più puro.
Prologo
Il Morto Emarginato
“La nebbia era fitta, attutendo il suono e la vista, dove si separava, Will Herondale poté vedere la strada sorgere davanti a lui, liscia e bagnata e nera con la pioggia, e sentire le voci dei morti.
Non tutti gli Shadowhunters potevano sentire i fantasmi, a meno che i fantasmi scegliessero di essere ascoltati, ma Will era uno dei pochi che poteva. Come si avvicinò al vecchio cimitero, le voci risero in un logoro coro musicala: gemiti e suppliche, pianti e ringhi. Questo non era un pacifico luogo di sepoltura, ma Will lo sapeva; non era la sua prima visita a Cross Bones Graveyard vicino London Bridge. Aveva fatto di tutto per tenere fuori i rumori, curvando le spalle in modo che il suo colletto coprisse le orecchie, la sua testa inbasso, mentre una sottile foschia di pioggia inumidiva i suoi capelli neri.
L’entrata era a metà strada giù al blocco: un paio di cancelli in ferro battuto messi in un alto muro di pietra. Qualunque mondano passandoci poteva vedere la spessa catena che legava i cancelli chiusi, e il segno che dichiarava i locali chiusi – c’era da quindici anni da quando un corpo era stato sepolto qui. Appena Will si avvicino ai cancelli, avrebbe visto materializzarsi qualcosa di non mondano fuori dalla nebbia: un grande battente di bronzo della forma di una mano, le ditta ossute e scheletriche. Con una smorfia, Will raggiunse una delle sue mani inguantate e sollevò il battente, lasciandolo cadere una, due, tre volte, il rumore metallico echeggiava nella notte come il rumore delle catene del fantasma di Marley.Oltre i cancelli, la nebbia rise come vapore dalla terra, oscurando le pesanti lapidi e i lunghi, accidentati appezzamenti di terra tra loro. Lentamente la nebbia cominciò a unirsi, assumendo un bagliore blu e misterioso. Will mise le mani sulle sbarre del cancello; il freddo del metallo filtrò attraverso i suoi guanti, nelle sue ossa, e lui rabbrividì. Era più che un freddo normale – quando i fantasmi ridevano, attiravano l’energia dai dintorni, privando l’aria e lo spazzio intorno a loro di calore. I capelli dietro la nuca di Will si drizzarono e alzarono come la nebbia più formata lentamente nella figura di una donna anziana in un logoro vestito e un grembiule bianco, la sua testa si voltò.
“Ciao, Mol,” disse Will. “Stai particolarmente bene questa sera, e se lo dico io.”
Il fantasma alzò la testa. La vecchia Molly era uno spirito forte, on dei più forti che Will avesse incontrato. Anche quando il chiaro di luna spuntò attraverso l’apertura nelle nubi, lei difficilmente sembrava trasparente: il suo corpo era solido, i suoi capelli erano attorcigliati in uno spesso giallo-grigio rotolo su una spalle, le sue mani ruvide e rosse erano ferme sui fianchi. Solo i suoi occhi erano scavati, fiamme blu e gemelle che scintillano nelle loro profondità.“William Herondale,” disse lei. “Sei tornato così presto?”Si mosse verso il cancello con quel movimento a volo caratteristico dei fantasmi. I suoi piedi erano nudi e sudici, nonostante loro non toccassero mai a terra.
Will si inclicò contro la sbarra. “Sai, mi mancava il tuo bel viso.”
Lei ghignò, i suoi occhi scintillavano, e lui intravide il craino sotto la pelle mezza trasparente. In alto, le nubi si erano chiuse l’un l’altra di nuovo, nere e agitate, bloccando fuori la luna. Pigramente, Will si chiede cosa la vecchia Molly avesse fatto per farsi seppelliere lì, lontana dalla terra consacrata. La maggiorparte delle voci sussurrate dei morti appartenevano a prostitute, suicida, e i nati morti – quei morti emarginati che non potevano essere sepolti nel cimitero della chiesa. Sebbene fosse riuscita a rendere la situazione abbastanza proficua per sé stessa, perché forse non ci pensava.Lei ridacchiò.
“E poi cosa vuoi, giovane Cacciatore? Veleno di Malphas? Ho l’artiglio di un demone morz levigato molto bene, il veleno sulla punta completamente invisibile”.
“No,” disse Will. “Non è quello di cui ho bisogno. Ho bisogno delle polveri del demone Foraii, molto fine.” Molly girò la testa da una parte e sputò un viticcio di fuoco blu.
“Ora com’è che un bel giovanotto come te vuole cose come questa?” Will sospirò all’interno; le proteste di Molly erano parte del processo di patteggiamento. Magnus aveva già mandato Will dalla vecchia Mol molte volte ora, una volta per le candele nere puzzolenti che si erano conficcate nella sua pelle come catrame, una volta per le ossa di un bambino mai nato, e una volta per una borsa di occhi di fata che aveva del sangue gocciolato sulla sua camicia. La polvere del demone Foraii suonava piacevole in confronto.
“Pensi che sia pazzo”, Molly lo seguì. “Questa è una trappola, innit? Tu, Nephilim, mi catturi mentre ti vendo quella specie di roba, ed è la fine per la vecchia Mol.”
“Siete già morta.” Will fece del suo meglio per non suonare irritabile. “Non so cosa pensi che il Conclave potrebbe farvi adesso.”
“Pah.” I suoi occhi scavati fiammeggiarono. “Le prigioni dei fratelli Silenti, sottoterra, possono ospitare sia i vivi che i morti; lo sai questo, Will Herondale.”
Will alzò le mani in alto. “Niente scherzi, vecchia. Sicuramente devi aver sentito i pettegolezzi sui Nascosti. Il Conclave ha altre cose per la testa che beccare dei fantasmi che trafficano con polveri di demoni e sangue di fata.” Si inclinò in avanti. “Ti darò un buon prezzo.”
Tirò fuori una borsa di percalle dalla sua tasce e la sventolò in aria. Tintinnò come monete che si scuotevano insieme. “Corrispondono alla vostra descrizione, Mol.”Uno sguardo ansioso apparì sul suo viso da morta, e si solidificò abbastanza da afferrare la borsa da Will. Immerse una mano e rivelò il palmo pieno di anelli – anelli nuziali d’oro, uniti all’estremità da un nodo degli innamorati.
La vecchia Mol, come molti fantasmi, era sempre in cerca di quel talismano, che, pezzo perduto del suo passato, le avrebbe finalmente permesso di morire, l’ancora che li teneva intrappolati nel mondo. Nel suo caso, era il suo anello di fidanzamento. Era credenza comune, Magnus gli aveva detto, che l’anello fosse andato perduto da molto, sepolto sotto il letto limaccioso del Tamigi, ma nel frattempo lei avrebbe preso ogni borsa con anelli ritrovati con la speranza che uno risultasse essere il suo. Finora non era ancora accaduto.
Lei lasciò cadere gli anelli nella borse, che sparirono da qualche parte nella sua parte ancora non morta, e lei gli diede di rimando una bustina di polvere. La fece scivolare nella tasca della giacca appena il fantasma cominciò a luccicare e sbiadire. “Aspettate, Mol. Non sono venuto solo per questo, stanotte.”
Lo spirito tremolò mentre con avidità combatteva contro l’impazienza e contro lo sforzo di rimanere invisibile. Alla fine, lei grugnì. “Molto bene. Cos’altro vuoi?” Will esitò.
Quello non era qualcosa per cui Magnus l’aveva mandato; era qualcosa che lui voleva sapere per se stesso. “Pozioni d’amore-”
La vecchia Mol strillò dal ridere. “Pozioni d’amore? Per Will Herondale? Non è da me rifiutare un pagamento, ma qualunque uomo che assomiglia a te non ha bisogno di pozioni d’amore, questo è il fatto.”
“No,” disse Will, con un pò di disperazione nella voce, “Cercavo l’opposto, in realtà – qualcosa che potrebbe mettere fine all’essere innamorato.”
“Una pozione d’odio?” Mol suonava ancora divertita.
“Speravo in qualcosa di più simile all’indifferenza? Tolleranza…?” Lei sbuffò, in modo incredibilmente umano per un fantasma. “Raramente mi piace dirvi questo, Nephilim, ma se volete che una ragazza vi odi, ci sono modi abbastanza facili per farlo accadere. Non avete bisogno del mio aiuto per queste piccole cose.”
E con questo, lei svanì, sparendo nella nebbia tra le lapidi. Will guardando oltre lei, sospirò. “Non per lei,” disse lui, sotto il suo respiro, nonostante non ci fosse nessuno ad ascoltarlo, “per me…” e appoggiò la testa contro il freddo cancello di ferro.
Per la traduzione si ringrazia il http://themortalinstrumentsitalia.wordpress.com/