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Trama: il film mostra il concatenarsi di sei storie in sei epoche diverse. Nella prima, il giovane Adam Ewing affronta un difficile viaggio di ritorno su una nave piena di insidie; nella seconda, un musicista cerca di comporre la sinfonia che lo renderà famoso; nella terza, una giornalista rischia la vita per portare alla luce un complotto legato ad una centrale nucleare; nella quarta, un editore cerca di fuggire dai creditori ma finisce invece in una inespugnabile casa di riposo; nella quinta, l'"artificio" Sonmi-451 viene liberata da un orrendo destino e infine, nella sesta, il membro di una tribù cerca di fuggire alle insidie di un demone e comprendere quale verità si nasconda nel passato dell'umanità intera...
Amicizia, amore, coraggio, libertà, fiducia, cultura. Ma anche il loro esatto contrario, come l'odio, la codardia, il desiderio di sottomettere e conquistare, il pregiudizio, l'ignoranza. Sono queste "forze" universali le vere protagoniste dell'epico, torrenziale e ambizioso Cloud Atlas, il fil rouge che lega ogni storia all'altra e l'unico modo per comprendere l'opera nella sua totalità. Sono cose che possiamo testimoniare ogni giorno e che ogni giorno governano le azioni di ogni individuo, da quelli "speciali" (per esempio nati con una voglia a forma di stella cometa e per questo destinati a incidere sul destino dell'umanità...) a quelli comuni, influendo sul cammino dell'esistenza nostra e di quanti hanno a che fare con noi. Basta riflettere un istante su questa verità lapalissiana e, come d'incanto, anche un film intricato come Cloud Atlas diventa semplice e scorrevole, ogni storia che lo compone si dota di una propria identità e tutte si collegano logicamente le une alle altre, incastrandosi alla perfezione come i tasselli di un puzzle. Un puzzle che, nella sua totalità, regala parecchie emozioni e sicuramente è una gioia per gli occhi e un divertimento per lo spettatore.
Molto semplicemente quindi, senza indulgere in lunghissimi spiegoni, vi butto giù un paio di motivi per cui Cloud Atlas mi è piaciuto davvero tantissimo, un po' come ho fatto per La migliore offerta.
Innanzitutto per il gioco, infantile ma assolutamente irresistibile, di scoprire dove si nascondano i vari attori, famosissimi ma a tratti talmente ben truccati che è talvolta diventa difficile individuarli, soprattutto quando li si vede letteralmente mescolati tra la folla di comparse.
Poi, per le storie narrate. Tralasciando la prima, una banalotta riflessione sulla schiavitù e l'amicizia, le altre mi hanno completamente catturata: il film passa dal raffinato melò gay alla spy-story anni '70, dalla commedia inglese tutta wit e situazioni paradossali (la migliore e la più divertente, con un geniale Jim Broadbent e un esilarante Tom Hanks che all'inizio si profonde in un numero d'altissima scuola!) all'horror fantascientifico ispirato a Matrix, per finire con il dramma post-apocalittico che, come in un cerchio perfetto, racchiude l'intera vicenda umana.
Per gli attori, ovviamente. Cloud Atlas è il primo film ad essere riuscito, dopo anni, a farmi tornare ad apprezzare Tom Hanks (Halle Berry invece no, mi spiace, anche qui non mi ha convinta), ma i migliori sono il già citato Jim Broadbent, Ben Whishaw con la sua sensibile e toccante interpretazione del musicista Frobisher e, last but not least, l'irresistibile Hugo Weaving che sparge cattiveria e minacciosità a piene mani, soprattutto nel finale oppure quando lo ritroviamo en travesti nei panni di un'infermiera virago.
Per la realizzazione in generale e soprattutto per la qualità del montaggio in particolare: ogni sequenza è legata a quella precedente da un particolare, un concetto, una parola, una sensazione che ne è la logica conseguenza oppure l'esatto contrario, così che tutte e sei le storie diventano perfettamente concatenate e comprensibili, parti indispensabili del quadro globale.
Ovviamente, per quanto mi sia piaciuto, Cloud Atlas non è esente da difetti.
Personalmente, ho un po' patito il trucco dei protagonisti del segmento ambientato nella Corea del futuro. Aver deciso di trasformare tutti gli attori (anche quelli dai tratti somatici più marcatamente occidentali) in asiatici con gli occhi a mandorla è stato un azzardo non da poco che scade drammaticamente nel trash, nonostante le scene d'azione e le ambientazioni a dir poco mozzafiato di questa parte del film facciano quasi dimenticare questo dettaglio.
Secondo punto a sfavore, che ad essere sincera mi ha lasciato molto perplessa, è la mancanza di una colonna sonora degna di questo nome. La cosa è inspiegabile, soprattutto perché la sinfonia scritta da Frobisher che dà il titolo al film è l'unico elemento di Cloud Atlas che si dimentica appena usciti dalla sala.
Altro non mi sento di segnalare, sono quisquilie che non cambiano il fatto che Cloud Atlas, pur con tutti i suoi difetti e le sue imperfezioni, sia uno di quei rarissimi film in grado di coniugare la sua natura di blockbuster radicato nell'immaginario dell'inizio del nuovo millennio a quella di una pellicola più autoriale e cinefila, maggiormente interessata a raccontare una storia per immagini e concetti piuttosto che scodellare al pubblico pagante la solita pappetta pronta e di immediata comprensione. Sicuramente non si tratta di un film per tutti (e sicuramente la mia recensione è più incomprensibile dello stesso Cloud Atlas) ma lo consiglio comunque spassionatamente.
Del co-regista e co-sceneggiatore Tom Tykwer ho già parlato qui. Di Tom Hanks (Dr. Henry Goose / Il direttore dell’hotel / Isaac Sachs / Dermot Hoggins / l’attore che interpreta Cavendish / Zachry), Jim Broadbent ( Capitano Molyneux / Vyvyan Ayrs / Timothy Cavendish / Musicista coreano / Uno dei prescienti), Hugo Weaving (Haskell Moore / Tadeusz Kesselring / Bill Smoke / l’infermiera Noakes / Mephi / Vecchio Georgie), Ben Whishaw (Un ragazzo all'interno della nave/ Robert Frobisher / Il commesso del negozio di dischi / Georgette / Uno degli indigeni "post-atomici"), Keith David (Kupaka / Joe Napier / An-kor Apis / uno dei Prescienti), Susan Sarandon (Madame Horrox / Ursula / Yusouf Suleiman / Abbessa) e Hugh Grant (Reverendo Giles Horrox / uno degli ospiti dell'hotel in cui si incontrano Rufus e Robert / Lloyd Hooks / Denholme Cavendish / Seer Rhee / Capo Kona) ho parlato invece nei rispettivi link.
Andy Wachowski (vero nome Andrew Paul Wachowski) e Lana Wachowski (vero nome Laurence Wachowski) sono co-registi e co-sceneggiatori della pellicola. Americani, hanno diretto film come Bound – Torbido inganno e la trilogia di Matrix. Anche produttori, Andy ha 45 anni e Lana ne ha 47. Hanno un film in uscita.
Halle Berry interpreta una degli indigeni nel segmento ambientato nell’800, Jocasta Ayrs, Luisa Rey, l’ospite travestita da indiana al party per la presentazione del libro, Ovid e Meronym. Americana, la ricordo per film come L'ultimo boyscout - Missione sopravvivere, I Flinstones, Bulworth - Il senatore, X-Men, Codice: Swordfish, Monster's Ball - L'ombra della vita (che le è valso l'Oscar come migliore attrice protagonista), X-Men 2, Gothika, l'orrendo Catwoman e X-Men - Conflitto finale. Anche produttrice, ha 46 anni e tre film in uscita, tra cui X-Men: giorni di un futuro passato.
Jim Sturgess (vero nome James Anthony Sturgess) interpreta Adam Ewing, uno degli ospiti dell’hotel, il padre di Megan, uno dei tifosi ubriachi nel pub, Hae-Joo Chang e il cognato di Zachry. Inglese, ha partecipato recentemente a La migliore offerta. Ha 34 anni e due film in uscita.
James D'Arcy (vero nome Simon D'Arcy) interpreta Rufus Sixsmith da giovane e da vecchio, l'infermiera James e l'Archivista. Inglese, ha partecipato a film come Wilde, L'esorcista - La genesi e W.E. - Edward e Wallis. Ha 37 anni e tre film in uscita, tra cui Hitchcock, dove interpreterà Anthony Perkins.
Il ruolo di Sonmi-451 (interpretata dall'attrice coreana Doona Bae) in verità era stato promesso a Natalie Portman, che poi è colei che ha fatto conoscere il libro Cloud Atlas a Lana Wachowski sul set di V per Vendetta .La gravidanza dell'attrice le ha impedito di partecipare al film, tuttavia il suo nome viene citato nei ringraziamenti finali... e Doona Bae è riuscita a conferire al suo "artificio" un incredibile dignità e una grande delicatezza. Infine, se il film vi fosse piaciuto, vi consiglio la visione di The Tree of Life e della trilogia di Matrix (che per me, con rispetto parlando, poteva fermarsi tranquillamente al primo capitolo!!). ENJOY!
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