Regia: Andy Wachowski, Larry Wachowski, Tom Tykwer Anno: 2012 Titolo originale: Cloud Atlas Voto: 7/10 Pagina di IMDB (7.7) Pagina di I Check Movies Acquista su Amazon
Cloud Atlas, l'Atlante delle Nuvole, è una composizione corale che si diffonde nel tempo e nello spazio. Abbiamo sei storie che si svolgono in differenti epoche, nel passato, nel presente e nel futuro le quali sono in parte legate tra loro da un filo invisibile che fa capo al destino. Quello con la D maiuscola che vede i personaggi dei vari racconti indissolubilmente legati a qualcosa di più grande. Qualcosa però di raggiungibile anche con piccoli gesti di coraggio che deviano il percorso naturale delle cose. E' quel senso di ribellione che impregna le nostre vite ed è votato ad un cambiamento, ora piccolo ora di proporzioni immense, ma che potrà cambiare la storia di tutti. I tre registi alternano improvvisamente ogni brano, legato anche in maniera impercettibile al seguente creando un effetto domino visivo. Soprattutto nella parte iniziale non è semplice da seguire, ma mano a mano che andiamo avanti entriamo nel vivo di ogni racconto e possiamo apprezzare il grande lavoro a cui il cast si sottopone. Perchè, come se non bastasse, gli attori sono sempre gli stessi, anche irriconoscibili per il trucco e per il tipo di personaggio che interpretano. Il messaggio lanciato dai fratelli Wachowski e da Tykwer resta così presente e lo spettatore si immedesima nell'eroe che ogni storia vuole evidenziare. In ordine abbiamo:
- 1849 il viaggio nel Pacifico di Adam Ewing - 1936 Lettere di Zedelghem - 1973 Il primo caso di Luisa Rey - 2012 L'orribile impiccio del signor Cavendish - 2144 La preghiera di Sonmi 451 - Futuro lontano ed imprecisato con Sloosha Crossing e tutto il resto.
Ogni racconto ha la sua peculiarità e si passa dallo stile commedia del 2012 alla fantascienza hard di Sommi 451 passando per il post apocalittico di Sloosha, il thriller politico del 1973, il viaggio avventuroso del 1849 e il drammatico del 1936. Abbiamo tutto insomma, molta carne al fuoco. A mio avviso però non tutte le storie hanno la medesima importanza ed il solito impatto nonostante tutto sia riconducibile e legato ad avvenimenti concatenati. Abbiamo poi una sorta di reincarnazione dei personaggi principali (gli altri, nonostante gli attori siano sempre i soliti, non sono mai gli eroi). Ecco quindi la voglia dalla bislacca forma di stella cometa essere presente su:
- Adam Ewing (Jim Sturgess) - Robert Frobisher (Ben Whishaw) - Luisa Rey (Halle Berry) - Timothy Cavendish (Jim Broadbent) - Sonmi 451 (Doona Bae) - Zachry (Tom Hanks) Tra gli attori però non dimentichiamoci di Hugo Weaving e Hugh Grant, entrambi presenti con sei personaggi interpretati.
Ecco temporalmente invece cosa lega ogni vicenda all'altra:
Ewing scrive un diario che verrà letto da Frobisher, il quale ha una storia d'amore con il giovane Sixsmith, che da vecchio aiuterà in un'inchiesta la giornalista Luisa Rey. Cavendish poi scriverà un libro su questa inchiesta ed il copione di un film sulle sue disavventure passate in una casa di riposo che un tempo era la villa in cui Frobisher scrisse il sestetto. Il film girato nel 2144 sarà fonte di ispirazione per ribaltare la società distopica che vede i clonati come esseri inferiori e Sonmi 451 nel lontano futuro sarà ricordata come una figura religiosa per le popolazioni sopravvissute.
Già nello scrivere un'introduzione simile si rischia di fare confusione, quindi l'attenzione nel seguire il film deve essere sempre costante ed accesa. E' complesso, epico, immenso. Molto ben studiato in ogni sua parte. Non ho letto il libro di David Mitchell da cui è tratto il film, ma credo che leggerlo potrebbe risultare d'aiuto per approfondire alcuni passaggi. Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica: se vogliamo trovare un lato negativo possiamo dire che nonostante le quasi tre ore di durata, non è abbastanza. Suddividere invece la trama in una trilogia sarebbe stato ancora più deleterio. E' proprio la storia in sè, che merita maggiori sottolineature rischiando di creare un polpettone disarmonico. Penso così che la soluzione giusta sia quella adottata in questo film, senza però l'obbligo di renderlo un capolavoro assoluto.