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C’è posta per te (You’ve got mail)

Creato il 30 giugno 2015 da Cobain86

You've got a mail

Oggi parliamo di un film del 1998 (è un remake di un film del 1940) dove troviamo Tom Hanks nuovamente accoppiato con Meg Ryan (la prima volta fu nel 1993, Insonnia d’amore). Ne valeva la pena, potevamo evitarcelo? Certo che no e quindi ecco a voi una bella recensione. Enjoy it (godetevela)!

Il film oggi trattato è un remake della ben più nota pellicola Scrivimi fermo posta (The Shop around the corner) del 1940, entrata nella storia del cinema. Considerando il dimenarsi femminile (e il bisogno di storie strappalacrime) il regista di Insonnia d’amore ha ben pensato di  riportare sul set la coppia che aveva già diretto, in questo rifacimento che di nuovo ha aggiornato il minimo indispensabile.

Kathleen Kelly è la classica biondina americana-occhi azzurri che ha ereditato il negozietto di libri dalla madre (ovviamente morta): è tanto bella e carina, legge i libri e le favole ai bimbi però non la bomba nessuno e così, udite udite, cerca stimolazioni intellettuali via internet.
La ragazza di fatto convive con uno pseudo scrittore malato di macchine da scrivere antiche, che sbava dietro ad una conduttrice televisiva e quindi le rende la vita abbastanza piatta (in ogni senso).

Joe Fox è multimiliardario (ma che strano) e ha una catena di librerie gigantesche, una specie di multinazionale del libro: anche lui convive con una donna ma si scoprirà che è una psicopatica schizofrenica (con seri problemi di personalità).

Lui PC lei Macbook, chattano in incognito e scoprono affinità indicibili: peccato però che la grande libreria Fox faccia chiudere in un mese la libreria dietro l’angolo (the shop around the corner, per l’appunto) e quindi Kathleen si ritrova a letto scatarrante, puzzolente ed in pigiama ad ingozzarsi di camomilla e a guardare televendite.

I due si erano già visti in qualche occasione ma era nato un vero e proprio odio, in quanto lei pensava che Fox stesse conducendo una crociata personale verso il suo negozietto fatiscente.
Lei mette in atto un gran ciarlare, parla a rotta di collo (a rischio di esser logorroica) ma poi nei fatti conclude ben poco. Lui finalmente fa chiarezza sul desiderio di bombarla e la corteggia come Joe Fox, pur sapendo tutte le difficoltà che incontrerà.

Chiudiamo le danze (tra una puzzetta e un saltello) con loro due che si scrociano al parco slinguazzando come pazzi, con lei che mormora “ho desiderato con tutte le mie forze che l’uomo nell’ombra fossi tu”. E così, mentre anche il cane di lui si accoppia con un albero, il film finisce con tanti fazzolettini sparsi a casa vostra (per le calde lacrime che la vostra dolce metà ha versato copiosamente) durante la visione di suddetto film.

Ne valeva la pena?
La colonna sonora riprende alcuni classici americani (un modo sicuro ed economico per non sbagliare mai), la canzone che fa da tema al film (Dreams dei Cranberries) si sposa bene con l’insieme (anche se non è stata scritta per il film), la storia è abbastanza carina (considerando che è una commedia romantica) e non pesante (in alcuni film romantici ci si gonfia come cocomeri nell’attesa del finale).

Dopo aver visto Tom Hanks come avvocato (Philadelphia), astronauta (Apollo 13), ritardato (Forrest Gump), carceriere (Il miglio verde) e naufrago (Cast away) la versione playboy non mi  ha sconvolto più di tanto.
Certo, non sono quei film che ti danno l’Oscar però alla fine la pagnotta a casa devi pur portarla… Però probabilmente se Hanks si fosse rifiutato un altro lo trovavano (molti sono smaniosi di fare questi blockbuster da incasso sicuro), quindi concludendo meglio lui che un altro.

Meg Ryan l’ho trovata un po’ troppo stereotipata per questo ruolo, suvvia sono passati gli anni ’40: se la ragazza fosse stata afroamericana con un bel fisico non andava bene o forse era poco credibile?
Voglio sperare che il regista abbia fatto una scelta sulla base della bravura e non della convenienza (abbiamo già lavorato insieme, venite dai, vi dò due caciotte anche a voi e così elencando…).

Giudizio finale
Musiche carine, attori bravi e storia attualizzata: dal fermo posta cartaceo alla dicotomia Pc-Mac riproposta in chiave romantica-poetica dove, per giustificare la slinguazzata finale, dobbiamo vedere saltelli e puzzette con dialoghi kafkiani e citazioni ossessive dal Padrino da parte del protagonista. Carino da vedere? Sì. Indispensabile? No. Voto 7.

Marco


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