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Cloud Nine - L'arca dei dannati (I parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
Quei corridoi erano familiari, benché Anne non sapesse dire quando li avesse visti la prima volta, era stato forse in occasione di un litigio con i suoi creatori o la prima volta che l’avevano uccisa. Conosceva però quel nome: Dungeon. Una nave che non aveva classificazione nella flotta xatrana: piccola come una corvetta e armata quanto la più imponente nave da guerra. C’erano corridoi larghi e un solo occhio a guardare ogni cosa, diviso in decine e decine di copie della stessa bambola di pezza. GreyRagdoll non era solo parte della nave ed equipaggio, faceva ogni altra cosa e sulla Dungeon ogni apparecchio elettronico doveva essere infettato prima di essere collegato ai sistemi della nave.
Anne aveva la possibilità di girare per quei corridoi liberamente e non le era vietato neanche di andare in plancia, ma una delle interfacce in carne e ossa di GreyRagdoll la teneva d’occhio costantemente, con una pistola puntata sempre addosso. Per quanto le fosse impossibile scappare dalla nave, il virus voleva rimarcare la sua superiorità come un bambino capriccioso.
Aveva tentato di visitare Larsson un paio di volte, ma ogni volta l’uomo si era rifiutato di parlarle. Lui non merita di morire qui dentro, non ha alcuna colpa!
Lasciando da parte il dolore per l’uomo che amava si decise a entrare nell’unico luogo dove GreyRagdoll non aveva giurisdizione: il laboratorio del ponte due. Lì a farla da padrone era Fred Farane con le sue trovate e le innumerevoli provette.
– Oggi sei in ritardo, Anne. Di solito passi nel laboratorio prima di fare il giro del ponte quattro cercando il coraggio di entrare nella zona detenzione. – l’accolse Farane.
Se per il CAO quell’uomo era un semplice contabile dalle scarse capacità psioniche, finito nei servizi segreti per puro caso, il settore M12 lo impiegava come esperto per tutto ciò che riguardasse le capacità psioniche e la tecnologia aliena, provenisse dai K’Thor o dai Mutanti. Senza contare che era l’unico a poter zittire GreyRagdoll.
Tra lui e Anne c’era sempre stato un certo rispetto: Farane era uno psionico molto abile e la sua capacità lo aveva avvicinato abbastanza ad Anne da comprendere la situazione in cui si trovava, specie data la ciclicità con cui veniva uccisa e la sua coscienza impiantata in un nuovo corpo.
– Il soggetto AG3 segue un ciclo imperfetto, i suoi tentativi di parlare al prigioniero sono aumentati d’insistenza, ma si stanno diradando nel tempo: la previsione è che finisca di tentare un contatto con il prigioniero in duecentosessantatre ore. La stima è subordinata alla sopravvivenza del prigioniero o del soggetto. – intervenne la guardia in carne e ossa. La voce era la stessa di Gill Rods e tolta la protuberanza dell’interfaccia intracranica era identica alla donna che era stata assegnata alla missione del CAO.
Anne rabbrividì all’idea che quel virus potesse ridurre ogni colono a quel modo, ma tenne le proprie idee per sé: Farane apprezzava il virus e sembrava particolarmente divertito dal modo in cui GreyRagdoll aveva costruito una sua interfaccia in modo da poter vivere quasi come una persona normale.
– Puoi dire a quest’affare di lasciarmi in pace? Ho detto che collaborerò con voi in tutto, non ho più nulla da perdere e la mia memoria è troppo frammentata per esservi d’aiuto. –
– Infatti non sei di alcuna utilità al progetto Mindcrawler. –
Anne non aveva memoria del fantomatico progetto, ma sapeva di cosa trattasse, lo vedeva tutte le mattine allo specchio e tutte le volte che nelle settimane passate come Selene Levkova si sentiva frustrata: era la capacità psionica spinta oltre il livello di guardia, la follia lucida che la spingeva a cercare le menti altrui e nello stesso tempo era un mezzo per arrivare al controllo totale sulle nascite della colonia. Controllando le menti altrui. Il settore M12 avrebbe potuto creare super soldati abili quanto Anne nell’uso della propria mente e fedeli alla causa come solo un automa poteva essere.
– Non m’interessa se posso essere utile al vostro gioco. Farò ciò che mi verrà chiesto di fare in cambio di una morte rapida e indolore, soprattutto qualcosa che non mi farete ricordare per forza. – l’inibitore le impediva di dimostrare a Farane quanto era intenzionata a fidarsi degli agenti M12, ma era sicura che una della sue reincarnazioni l’avrebbe ammazzato.
– Ricordi perché ti abbiamo impiantato dei ricordi in modo così rozzo e poco professionale? – fece l’agente con un ghigno – Theo Durban non ha usato quell’informazione contro di te? Se è così si sta rammollendo! –
– Perché dovrebbe importarmene? –
Farane tornò al lavoro sulla propria consolle, senza curarsi di risponderle, ma anzi si voltò all’interfaccia di GreyRagdoll per ordinarle – Organizza una squadra: trovami dei campioni di cobalto dal pianeta. Ci sono cose interessanti in questi tessuti che ha riportato Durban: queste tracce di DNA non mi convincono. –
L’automa lanciò uno sguardo vuoto ad Anne – Il soggetto AG3 rimarrà in tua custodia, Fred. Hai l’ordine di terminarla se uscirà dal laboratorio prima del ritorno della mia interfaccia umana. –
– Stai tranquilla, amica mia. Ho dei progetti molto interessanti per lei. –
Anne rabbrividì nel vedere come quei due riuscivano a flirtare, anche senza considerare GreyRagdoll un semplice programma informatico, era pur sempre un’intelligenza senza alcuna morale, il cui discernimento non sarebbe andato oltre dei semplici ordini.
– Non ti aiuterò a fare nulla! – si affrettò a dire Anne, una volta rimasti soli – Sei uno di quelli che vorrei ammazzare per ciò che mi avete fatto! –
Farane ridacchiò, una risata che Anne ricordava di aver apprezzato, almeno finché non era stata rinchiusa proprio dall’uomo in una cella della Dungeon e lasciata a morire d’inedia.
– Non ci trovo nulla di divertente, Fred. Eri un amico e mi hai visto morire giorno dopo giorno: non hai fatto altro che guardare e prima che fossi troppo debole per essere sottoposta all’estrazione della memoria mi hai perforato il cranio con i tuoi strumenti di tortura! –
– Vuoi sapere perché ti sei proposta per questa mascherata di Selene Levkova? –
– Voglio solo morire e non svegliarmi più. –
L’uomo scrollò le spalle, voltandosi di nuovo al suo lavoro – Peccato, avevo fatto uscire GreyRagdoll apposta per parlare con te. –
– Quel virus potrebbe ammazzarci tutti! Come fai a fidarti di una cosa contorta come un programma che dice di essere fedele a un ideale che ha come scopo quello di annientare ogni essere vivente nell’universo? –
– Sono un inguaribile ottimista, Anne –
L’ironia di Farane le provocò un mezzo sorriso, sotto molti punti di vista anche lui era confinato nel laboratorio della Dungeon e benché ne avesse le chiavi, il virus avrebbe potuto ucciderlo da un momento all’altro senza difficoltà – Allora dimmi, perché ho deciso di sfruttare un’identità fittizia e una costrizione mentale per tenerla in piedi? –
– Perché è la chiave della tua libertà! –

Cloud Nine - L'arca dei dannati (I parte)

Liberate la vostra mente da ogni fardello!


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