CLOUD RAT, Moksha

Creato il 17 febbraio 2013 da The New Noise @TheNewNoiseIt

Trio grindcore di stanza a Mount Pleasant, i Cloud Rat sanno senza ombra di dubbio come creare un blend ricco di suggestioni e per nulla monotono, vuoi per le improvvise aperture che ne squarciano la coltre di nichilismo, vuoi per la moltitudine di ingredienti che riescono a dosare senza perdere un grammo di coesione. Accade così che, all’interno di un vero e proprio assalto all’arma bianca, ci si ritrovi spiazzati dal continuo sali-scendi emotivo di queste tredici tracce, un solido esempio di come anche il più intransigente dei generi estremi possa essere suonato con la giusta dose di coraggio, soprattutto con la voglia di correre qualche rischio in più pur di non finire nel calderone dei lavori esclusivamente di pancia. Ovvio che non si tratta di un vero e proprio stravolgimento delle regole basilari, né tanto meno ci si trova di fronte a un album poco incisivo, che di vetriolo i Cloud Rat ne riversano a fiumi sull’ascoltatore. Piuttosto, appare evidente una ricerca sonora in cui le molte carte in tavola riescono ad aggiungere potenza di fuoco, anziché sottrarla: così, l’apertura di “Infinity Chasm” che guarda dritta negli occhi i Settanta (sembra quasi di trovarsi all’interno di Very ‘eavy… Very ‘umble degli Uriah Heep) finisce per rendere ancor più penoso il fare i conti con il dolore che esplode in tutta la sua crudezza nel finale. Animalismo, femminismo radicale, anarchia, i Cloud Rat non scherzano neanche quando si tratta di scegliere dei temi da veicolare attraverso la loro proposta, a ribadire come la violenza sonora sia qui messa al servizio di una critica sociale per nulla pretestuosa o di facciata. Dopo l’inaspettato incontro con la cover del classico di mr. Young, “The Needle And The Damage Done”, sembrerebbe davvero impossibile cogliere ancora di sorpresa l’ascoltatore, eppure il finale riesce nell’intento e diventa addirittura la title-track del disco. Ben sette minuti di taglio ambient oscuro e straniante come mai ci si sarebbe immaginato all’interno di un disco simile. Se non è coraggio questo.

Tracklist

01. Inkblot
02. Aroma
03. Corner Space
04. Olympia
05. Peer To Peer
06. Widowmaker
07. Infinity Chasm
08. Inimitable Sea
09. Daunting Daughters
10. Casse
11. The Needle And The Damage Done
12. Vigil
13. Moksha

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