Magazine Cinema
Origine: USA
Anno: 2012
Durata: 109'
La trama (con parole mie): all'apice della sua carriera in WWE, l'allora campione assoluto CM Punk - il più longevo con la cintura alla vita degli ultimi venticinque anni con quattrocentotrentaquattro giorni di regno titolato - è omaggiato dalla Federazione con un documentario che ripercorre le tappe fondamentali del suo percorso, dagli esordi con una promotion "fatta in casa" sul retro di un cortile a Chicago ai palcoscenici più prestigiosi delle indies come la Ring of honor, fino ad arrivare alla corte più importante del wrestling professionistico, quella di Vince McMahon, patendo e sudando fino a conquistare perfino una sfida apparentemente impossibile.
Punk rock e filosofia straight edge, un atteggiamento arrogante ed una dedizione totale, grande tecnica ed un'abilità al microfono degna dei migliori di tutti i tempi: questo è il "best in the world".
Questo è CM Punk.
E' ormai nota a tutti gli avventori abituali del Saloon - ed anche a quelli non abituali - la mia grandissima passione per il wrestling, spettacolare circo dell'intrattenimento made in USA che seguo fin da quando ero bambino.
Negli anni questa curiosa disciplina che la maggior parte continua a considerare "finta" - e vi assicuro, avendolo provato sulla pelle, che finta è soltanto nella predeterminazione dei risultati - è sempre riuscita a conquistarmi, eppure i lottatori in grado di emozionarmi davvero, di lasciare che tutto fosse alle spalle e tornasse come quando, da bambino, vivevo questi scontri come fossero battaglie di eroi dei fumetti, si contano sulle dita di una mano: Ultimate Warrior, Ric Flair, Shawn Michaels. E CM Punk.
Phil Brooks - questo il suo nome di battesimo -, nato a Chicago nel settantotto - solo un anno avanti al sottoscritto - alla fine di ottobre - scorpione fatto e finito come il sottoscritto -, mi colpì fin dal suo esordio televisivo sotto l'egida a volte scomoda di Vince McMahon: l'approccio, i tatuaggi, qualcosa nel modo di fare riuscirono a rendermelo più vicino di quanto non fossero molti altri, e nonostante il suo essere straight edge lo renda, di fatto, quanto di più lontano possibile esista da questo vecchio cowboy - dedito ad alcool, istinto e carne come se non ci fosse un domani -, l'abilità di questo ragazzo ed il suo essere costantemente l'underdog della situazione - anche nei periodi trascorsi come campione - lo resero immediatamente un mio beniamino.
Questo documentario - parte di un'uscita in dvd e bluray a dischi multipli corredata dagli incontri più importanti combattuti dagli anni delle indies fino alla WWE -, risulta senza dubbio essere interessante dal punto di vista di ogni appassionato di sport entertainment e fan di CM Punk, dalla sua adolescenza a Chicago ai palcoscenici internazionali del wrestling, passando attraverso gli incontri, le rivalità ed i momenti più importanti nella vita dell'allora campione della federazione più importante del mondo di questa disciplina: peccato che, almeno in una certa misura, il tutto funzioni fin troppo nel classico WWE Style che punta allo sfruttamento assoluto e sotto ogni aspetto dei suoi campioni più amati e riconosciuti, cerchia ristrettissima alla quale Punk riuscì a legarsi grazie ad uno dei momenti più importanti della Storia dello sport entertainment, il fantastico promo che realizzò in chiusura della puntata di Raw del ventisette giugno duemilaundici, quando lo stesso Punk pensava di essere ormai in piena rottura con Vince e soci ed in odore di rilascio alla scadenza del contratto.
Al contrario, quello stesso momento cambiò di fatto e per sempre la carriera dell'outsider di Chicago, passato di colpo dall'essere il ragazzo problematico e talento sprecato del backstage all'uomo di punta, complice un feud ed un incontro spettacolare che lo vide opposto a John Cena nel luglio di quello stesso anno, tra i migliori che la WWE abbia proposto in tutta la sua lunga storia.
Eppure l'idea che il tutto suoni come un pò troppo pilotato resta, e da fan accanito di questo scomodo personaggio - perchè, senza dubbio, scomodo è - non posso che rimanere almeno parzialmente deluso da quello che appare come un viaggio con il freno a mano tirato, per evitare che altre "pipebombs" potessero esplodere in faccia a Vince e famiglia.
Il rammarico più grande, però, cresciuto con la visione di questo documentario, è quello di aver visto, all'inizio di quest'anno, CM Punk abbandonare la WWE sbattendo la porta, compromettendo, di fatto, la propria professionalità, a seguito dell'ennesima delusione maturata rispetto alle alte sfere della stessa: ad inizio visione, infatti, è lo stesso Punk a dichiarare "è difficile poter cambiare davvero le cose seduto sul mio divano, a Chicago".
E invece, è proprio quello che questa volta pare che il buon Brooks abbia deciso di fare.
Io, ovviamente, continuo a sperare in un suo ritorno.
E in un'altra disarmante, rivoluzionaria pipebomb.
MrFord
"Look in my eyes, what do you see?
The cult of personality
I know your anger, I know your dreams
I've been everything you want to be."
Living colour - "Cult of personality" -
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