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CNA Sardegna alla III conferenza regionale dell’Artigianato

Creato il 27 gennaio 2016 da Yellowflate @yellowflate

La III Conferenza sull'Artigianato, che si terrà ad OIbia nei giorni 29, 30 e 31 gennaio, non vedrà la partecipazione della maggiore tra le Confederazioni dell'artigianato isolano, che di conseguenza non potrà invitare le imprese associate alla partecipazione.

Può sembrare inverosimile, ma l'Assessore all'artigianato, che ha promosso ed organizzato l'evento, vi ha dedicato cure particolari affinché nulla trapelasse e riguardi ancor più scrupolosi affinché la notizia non giungesse in tempo alle Confederazioni artigiane, che non solo quindi non sono state coinvolte, ma l'hanno appresa, in circostanze da loro stesse sollecitate, solo il 14 gennaio u.s. in un incontro tenutosi in Assessorato.

Si è appreso poi, a meno di una settimana dall'evento, il programma dei lavori e i temi ordinati (si fa per dire) in 4 commissioni di lavoro.

Ci chiediamo le ragioni che presiedono alla scelta di organizzare di soppiatto un evento importante e dal profilo altamente istituzionale quale dovrebbe essere una Conferenza regionale su uno dei settori economici più importanti della nostra regione, che avrebbe meritato ben altra tempistica e un'adeguata opera istruttoria, coinvolgendo i sistemi associativi e le tante energie, professionalità e competenze che il mondo dell'artigianato esprime.

Ci chiediamo ancora come possa l'Assessore all'artigianato conciliare i doveri e le responsabilità che gli derivano dal ruolo che ricopre e non mostrare rispetto e sensibilità alcuna per le rappresentanze del settore e per gli altri innumerevoli soggetti deputati ad animare la conferenza a cui, per le modalità e i contenuti proposti, viene sottratta la possibilità di offrire un positivo apporto che, per essere tale, deve indicare obiettivi che si collochino nel quadro delle cose realizzabili.

Delineare il contesto e fissare gli obbiettivi conseguibili "dalla conferenza" nel quadro delle compatibilità possibili, secondo il perimetro peraltro già delineato dagli atti di indirizzo adottati dalla Giunta regionale, o in alternativa ad essi se l'Assessore lo ritiene, è una responsabilità a cui il prof. Morandi non si è sentito vincolato.

Non sappiamo se per leggerezza o pressappochismo o per chissà quale calcolo, vengono proposti alla discussione, affastellandoli, temi sui quali la possibilità di "incidere" è pressoché nulla.

Che senso ha, quali obiettivi si spera di conseguire, quali vantaggi si vuol far credere possano concretamente realizzarsi per gli artigiani sardi nell'insediare fantomatiche commissioni di lavoro sui seguenti temi?

a) legge quadro dell'artigianato (n. 443 del 8 agosto 1985) e le eventuali modifiche da apportare per la elaborazione di un testo a misura delle aziende artigiane della Sardegna. Una nuova disciplina per l'apprendistato:

la legge quadro nazionale 443/85 indica i criteri fondamentali entro i quali le regioni emanano le norme legislative in materia di artigianato, riconoscendo alle regioni a statuto speciale, come la Sardegna, competenza primaria, con un amplissimo campo d'intervento entro cui il legislatore regionale non troverebbe ostacolo alcuno - se lo volesse - per proporre e attuare misure, azioni, provvedimenti legislativi per tutelare, salvaguardare, valorizzare, far crescere e consolidare l'impresa artigiana.

Sull'apprendistato, a legislazione vigente, se si volessero sostenere le imprese artigiane, occorrerebbe attuare la legge regionale 12 del 2001, recuperare i ritardi nell'attivazione dei bandi fermi all'annualità 2012 e rifinanziare la legge.

Al contrario, il bilancio 2016 approvato dalla Giunta prevede per queste voci risorse pari a zero.

b) Revisione dei provvedimenti in vigore a sostegno delle aziende artigiane della Sardegna (L. 51 del 19 ottobre 1993) con particolare riguardo al contributo in conto capitale e in conto interessi, al credito di esercizio, al consolidamento del debito, alle garanzie sussidiarie, agli investimenti per la crescita:

con l'istituzione di una commissione su questi temi si toccano vette altissime di creatività e disinformazione insieme, sollevando un polverone che sfiora il raggiro.

Sulla revisione del sistema degli incentivi ed in particolare sulla rimodulazione della L.R. 51/93, Cna e Confartigianato hanno presentato, inascoltate, anche all'assessore Morandi una seria, articolata e compiuta proposta di riordino della materia.

L'ultimo bando sulla legge 51 risale al 2009!

Questa Giunta, di cui l'assessore Morandi fa parte, ha preferito finanziare (delibera n. 15/26 del 29 aprile 2014) con ulteriori 40 milioni di euro i PIA (Piani Integrati di Agevolazione) portandone la dotazione a 80 milioni di euro; misura che, come è noto, riguarda gli investimenti superiori a 600 mila euro, di fatto escludendo il 90% delle imprese artigiane o piccole imprese sarde. Si sono fatte spallucce delle rimostranze che Cna ha avanzato allora, chiedendo che 20 milioni di euro fossero destinati alla legge 51.

La legge di bilancio 2016, approvata dalla Giunta e dal prof. Morandi, destina euro zero alla legge 51.

Da mesi non si provvede, nonostante le nostre sollecitazioni, ad accreditare al soggetto istruttore le somme, peraltro risibili (500 mila euro), necessarie per evadere le pratiche riguardanti 150 imprese artigiane (L. 949/52).

Non dovremmo essere noi a ricordare all'Assessore all'artigianato che anche in materia di incentivi e più in generale sui temi riguardanti la competitività delle imprese, la Giunta regionale ha già definito gli strumenti attuativi secondo l'approccio strategico regolato dalla programmazione unitaria, che verranno finanziati attraverso il "fondo competitività".

In materia di incentivi, la delibera dalla Giunta regionale n. 52/19 del 28 ottobre 2015 ha già stabilito i criteri, la dimensione finanziaria e le tipologie di intervento, rivolte a tutti i sistemi di impresa, superando il "concetto" delle leggi di settore.

Per l'attuazione delle politiche e delle misure economiche che riguarderanno i sistemi produttivi isolani, dunque anche l'artigianato, secondo l'approccio strategico della programmazione unitaria delle risorse di fonte europea, nazionale e regionale, sono costituiti tavoli interassessoriali, a cui partecipa anche l'Assessore all'artigianato.

Oltre che in Giunta, è quella la sede se si ha autorevolezza, competenza, conoscenze delle materie trattate, per poter rappresentare, nel quadro degli interessi più generali, le giuste aspettative di un comparto che rappresenta oltre ¼ delle imprese attive e dell'occupazione censita in Sardegna.

Sono artigiane il 78% delle imprese manifatturiere (con il 47,9% degli addetti), il 74% delle imprese di costruzioni (con il 64% degli addetti), il 75% delle imprese dell'industria in senso stretto (con il 41% degli addetti), il 69% delle imprese di trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (con il 29% degli addetti) etc.

Spiace constatare che "a quei tavoli" la voce di questo mondo, che è parte determinante dell'economia della Sardegna, in questi due anni non sia arrivata, dimostrando una capacità di incidere pari allo zero.

Per carità di patria, non solleviamo la lunga lista delle inadempienze, delle incompiute o dei silenzi tombali che hanno relegato nel dimenticatoio settori importanti e prestigiosi come l'artigianato artistico, su cui, in nome degli artigiani, si sono spesi milioni di euro senza produrre alcuna ricaduta positiva per gli operatori del settore.

Cna dunque non parteciperà ad un evento che somiglia alla classica foglia di fico a cui affidare il tentativo di generare illusorie aspettative, forse per occultare il nulla fin qui prodotto.

Richiamiamo la Giunta regionale tutta, nella sua collegialità, a preservare il valore prezioso dell'interlocuzione con le parte sociali, che genera frutti se vissuta solo come esercizio di responsabilità a cui non dovrebbe sottrarsi in primis chi ricopre ruoli di governo della cosa pubblica.

E' in forza di questo principio e dei doveri che sentiamo forti, per la funzione che siamo chiamati ad esercitare, che Cna non parteciperà alla iniziativa del 29, 30 e 31 gennaio.


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