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CNR, il rosso pompeiano era giallo fu modificato dall'eruzione del Vesuvio.

Creato il 30 luglio 2013 da Pierluigimontalbano
CNR, il rosso pompeiano era giallo fu modificato dall'eruzione del Vesuvio.
CNR, il rosso pompeiano era giallo fu modificato dall'eruzione del Vesuvio.
Secondo una ricerca le ville di Pompei ed Ercolano erano all'origine color ocra modificato dai gas ad alta temperatura emessi dal vulcano
Il famoso'rosso pompeiano in realtà era un giallo, modificato dai gas dell'eruzione vesuviana. Gran parte del colore che caratterizza le pareti delle ville di Ercolano e di Pompei in origine era un giallo ocra. A dirlo è una ricerca condotta da Sergio Omarini dell'Istituto nazionale di Ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr) di Firenze.
"Grazie ad alcune indagini abbiamo potuto accertare che il colore simbolo dei siti archeologici campani, in realtà, è frutto dell'azione del gas ad alta temperatura la cui fuoriuscita precedette l'eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 dopo Cristo" spiega Omarini. "Il fenomeno di questa mutazione cromatica era già noto agli esperti, ma lo studio realizzato dall'Ino-Cnr e promosso dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei ha finalmente permesso di quantificarne la portata, almeno ad Ercolano".
L'immaginario delle due antiche città, almeno dal punto di vista cromatico, va insomma ribaltato. "Le pareti attualmente percepite come rosse sono 246 e le gialle 57, ma stando ai risultati in origine dovevano essere rispettivamente 165 e 138, per un'area di sicura trasformazione di oltre 150 metri quadrati di parete" prosegue il ricercatore. "Questa scoperta permette di reimpostare gli aspetti originari della città in modo completamente diverso da quello conosciuto, dove prevale il rosso chiamato appunto 'pompeiano'".
Il risultato verrà presentato in occasione della VII Conferenza nazionale del colore che si tiene oggi e domani a Roma nell'Università 'La Sapienza' (Facoltà di ingegneria).
"Il rosso anticamente si otteneva con il cinabro, composto di mercurio, e dal minio, composto di piombo, pigmenti più rari e costosi, utilizzati soprattutto nei dipinti, oppure scaldando l'ocra gialla, una terra di facile reperibilità", conclude il ricercatore. "Quest'ultimo effetto, descritto anticamente da Plinio e Vitruvio, si può percepire anche ad occhio nudo nelle fenditure che solcano le pareti rosse di Ercolano e Pompei".
Le indagini, sono state condotte con strumenti non invasivi: lo spettrofotocolorimetro per misurare il colore e la fluorescenza X che ha consentito di rivelare la presenza di elementi chimici per escludere il minio e cinabro.
CNR, il rosso pompeiano era giallo fu modificato dall'eruzione del Vesuvio.
La città di Pompei ha origini antiche quanto quelle di Roma, la migrazione di abitanti della Valle del Sarno discendenti dai mitici Pelasgi formarono un primitivo insediamento la futura Pompei, ai piedi del Vesuvio: forse non un abitato vero e proprio, ma più probabilmente un piccolo agglomerato intorno al nodo commerciale che vedeva l'incrocio di tre importanti strade, ricalcate in piena epoca storica dalle vie provenienti da Cuma, Nola, Stabia e da Nuvkrinum.
Data la sua importanza come nodo viario e portuale, Pompei divenne una preda per i potenti stati confinanti. Fu conquistata da Cuma negli anni a cavallo del 500 a.C. Strabone riporta che Pompei fu conquistata dagli Etruschi e unita alla dodecapoli (l'insieme delle dodici città più importanti)sotto il controllo di Nuvkrinum. Nell'area del tempio d'Apollo e presso le Terme Stabiane sono stati rinvenuti numerosi frammenti di bucchero, alcuni con iscrizioni in graffite, e una necropoli del VI a.C.
Le prime tracce di abitato risalgono al VI a.C., apparentemente risultato di un aggregarsi d'edifici disordinato.
La battaglia persa dagli Etruschi nelle acque di fronte a Cuma contro Cumani e Siracusani (metà del V a.C.), portò Pompei sotto l'egemonia dei sanniti. La città fu partecipe della Lega nucerina, confederazione che comprendeva Nuceria Alfaterna, Ercolano, Stabia e Sorrento, utilizzò inoltre un particolare alfabeto alfabeto nucerino, basato sull'alfabeto greco e su quello etrusco. Probabilmente a questo periodo risale la fortificazione dell'intero altopiano con mura di tufo che racchiudevano oltre sessanta ettari, anche se la città vera e propria non raggiungeva nemmeno i dieci ettari d'estensione.
Fu ostile ai Romani durante le guerre sannitiche. Sconfitta, divenne alleata di Roma con la condizione di socia dell'Urbe, conservando comunque autonomia linguistica e istituzionale. Al IV secolo risale il primo regolare impianto urbanistico della città. Durante la seconda guerra punica, sotto il controllo di Nuceria Alfaterna rimase fedele a Roma, al contrario di Capua e molte altre città campane, e conservò la sua indipendenza.
Nel II secolo a.C. l'esportazione di vino e olio portarono nella città agiatezza e un alto tenore di vita. La Casa del Fauno, ad esempio, può rivaleggiare in ampiezza (quasi 3000 m²) con le più famose dimore reali ellenistiche.
Allo scoppio della guerra sociale (91 a.C.) Pompei fu ostile a Roma ma non resistette: nell'89 a.C. Silla, dopo aver fatto capitolare Stabia, partì alla volta di Pompei, che rinforzò le mura cittadine e, si difese con l'aiuto di celti capitanati da Lucio Cluenzio. La città cadde ma ottenne la cittadinanza romana. Nell'80 a.C. entrò definitivamente nell'orbita di Roma e Silla vi trasferì una colonia di veterani che prese il nome di Colonia Venerea Pompeianorum Sillana. Per la salubrità del clima e l'amenità del paesaggio, la città ed i suoi dintorni costituirono un piacevole luogo di villeggiatura per i ricchi Romani, compreso Cicerone.
Le fonti sono piuttosto avare di notizie riguardo alla vita di Pompei nella prima età imperiale. Solo Tacito ricorda come un fatto clamoroso la rissa avvenuta tra Nucerini e Pompeiani nel 59 d.C. nell'anfiteatro di Pompei, che spinse Nerone a proibirvi, per dieci anni, ogni spettacolo gladiatorio.
Nel 62 la città viene scossa da un forte terremoto, e nell'estate del 79 d.C., nel 1° anno di regno di Tito, fu vittima di una forte eruzione del Vesuvio. La città fu sommersa da una pioggia di cenere e lapilli che formò uno strato di oltre tre metri. Al momento dell'eruzione del 79, molti edifici erano in ricostruzione a causa di un sisma verificatosi pochi giorni prima.


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