Oggi affrontiamo il nocciolo della questione: cosa mi ha spinto a mettere su il sito di Marche&Us – che è ancora in costruzione-, chiamare tutti gli enti italiani in California, bussare alle porte della Regione, e via di seguito?
Bisogna per forza partire dall’inizio: io ho fatto l’asilo in Ancona, pur vivendo a Recanati, perché mia madre lavorava lì dentro, nella più grande scuola materna della città.
Ho capito quanto stavo bene lì quando ho iniziato le scuole al mio paese: quell’aria di città, con bambini di razze miste, dove nessuno ti chiedeva di chi fossi parente, e ogni giorno vedevi gente diversa passarti sotto il naso, era scomparsa. Chi vive in qualsiasi città di provincia della Terra saprà che non è colpa del posto in questione: ogni piccolo luogo segue regole che la città non conosce.
Ancona è piccola, ma a me bastava la sua grandezza e dentro c’era tutto: i malati del manicomio- ancora aperto allora, dove lavora mio nonno-, alcuni dei quali potevano uscire dall’istituto di giorno, persone di varie nazionalità, come è normale trovare nelle prossimità di ogni stazione che si rispetti, personaggi coloriti di varia natura: mia madre si muoveva in mezzo a questa fauna con estrema naturalezza, facendo due chiacchiere con tutti, e per me era normale così.
Poi più niente, e iniziai inconsciamente a cercare quello che mi mancava. Ancora oggi lo cerco, ma so dove trovarlo.
Quando, finalmente, nel 2008 feci il mio tanto sognato viaggio in California in solitaria, tornai con un’illuminazione entusiasta: avevo trovato il mio posto al mondo!
Si trattava della città di San Francisco.
Poi, mentre l’idea di presentare la mia regione oltreoceano iniziava a farsi confusamente strada nella mia mente, iniziai a mettere apposto i tasselli: Ancona aveva rappresentato la mia apertura al mondo, e San Francisco la concretizzazione dei miei sogni. Ancona come San Francisco.
A guardarne le cartine, se aprite due mappe con Google, non le troverete così simili: la prima sembra un becco d’uccello, con il suo porto naturale; l’altra somiglia di più ad un pugno chiuso, imperituro ricordo dei suoi giorni di protesta e ribellione.
Però entrambe hanno il mare su tre lati- in Ancona non è così immediato intuirlo, bisogna salire in cima al Parco del Cardeto per capire che di sotto c’è il mare-, entrambe hanno delle profonde salite, con il centro in basso, e viste spettacolari in cima a ogni vetta, raggiunta con il fiatone.
Inoltre, come avevo già scritto in questo post: http://www.worldpassport.it/2010/11/28/un-ponte-tra-ancona-e-san-francisco/, entrambe hanno a sud coste montagnose che si gettano nel mare: la Riviera del Conero qua, il Big Sur là. Entrambi i paesaggi possono portarvi facilmente all’emozione; a perdervi se ne intraprendete i sentieri senza molto orientamento.
Sul blog, che inizierò a pubblicizzare a destra e manca quando sarà pronto, spiegherò meglio cos è Ancona, che, pur rimanendo una piccola realtà, ha in sé tanto di storia, cibo e tutto quello che solitamente dell’Italia vendiamo…in più c’è dell’altro, e su quello vorrò soffermarmi.
La vita notturna non sarà degna di Barcellona, sicuramente, ma dalla movida di piazza Plebiscito, con la statua del papa in alto, enorme e bianca, che sembra ironicamente benedire i continui brindisi dei nottambuli anconetani, alle iniziative e le installazioni artistiche di Pop Up al porto, ci sono molte realtà interessanti da scoprire.
Ripeto: lo spirito di San Francisco è libero e grande, e difficilmente superabile.
Ma, nella nostra piccola realtà di provincia ,Ancona ha avuto una storia rilevante.
I racconti di mia nonna su tutte le nazionalità dentro una divisa che passarono in città durante la seconda guerra mondiale, la prima volta che, da piccola, vide un afro americano e si nascose con gli altri bambini sotto il letto (mi spiace se questo può sembrare offensivo, ma nessuno aveva mai visto una persona di colore prima, tanto meno un americano grande e grosso, quasi quanto l’arco della porta), i primi beatnick e giovani artisti inglesi che si fermavano davanti alle pèsche, situate dopo la stazione, per dipingere scorci pittoreschi, e mio bisnonno che si fermava a guardarli e ad avere delle conversazioni con loro.
Ecco: tutto questo, che mi è stato tramandato, mi ha portato a cercare il respiro, la multietnicità come valore, e, pur non esistendo il paese ideale, queste cose le ho trovate nelle due città di cui stiamo parlando.
Questo è uno sfogo patetico, sfacciato forse. Nel blog pubblicherò notizie - pensate soprattutto per turisti stranieri- e difenderò questo mio progetto, cercando di attuarlo, nell’intima speranza di poter, domani, avere un piede in ognuna di queste città, dove ho trovato tanto.
Concludo dicendo che il paragone, che pensavo d’aver fatto da me, è noto già da tempo.
Qui di seguito i link di altri articoli che parlano delle due città come simili:
http://www.stile.it/articolo/ancona
http://www.turismo.it/articolo/ancona-porto-e-dintorni
Anche se bisogna notare che le prime righe uno l’ha rubate all’altro, sono comunque due esempi di come la cosa sia nota, ed era dovere di cronaca citarli qui.