Iniziamo con..
La cocaina è una truffa: lascia le persone come sono e le illude di essere diverse.
Giorgio Faletti
Tre amatissimi scrittori italiani firmano tre storie lucide e tesissime, che indagano un’ossessione della nostra società rivelandone il cuore criminale.Torna l’ispettore Giulio Campagna, creato dalla penna di Massimo Carlotto: investigando su un giro di spaccio legato a un gruppo di trafficanti improvvisati, incappa in una banda di rapinatori che assalta i depositi di cocaina di organizzazioni criminali per rivenderla a prezzi molto piú bassi. Il capo della banda è una sua vecchia conoscenza... Nel racconto di Gianrico Carofiglio, una conversazione letteraria dentro un caffè si trasforma nella sconvolgente resa dei conti di una donna con il proprio passato. Una storia di perdizione dolorosa e appassionante sull'imprevedibilità dei destini e la fragilità delle esistenze. Giancarlo De Cataldo mette in scena un duello tra il capitano della Finanza Anselmo Federici e il giovane Rocco Moliterno, shadow banker per conto di una famiglia mafiosa in affari con il cartello del Sinaloa. E rivela come i confini tra finanza sporca e «pulita» siano molto labili, soprattutto quando c’è di mezzo la cocaina, la massima fonte di ricchezza dopo il petrolio.La pista di Campagna di Massimo Carlotto racconta di un ispettore di polizia dal temperamento poco malleabile, incaricato di sgominare una banda di trafficanti di cocaina nel Nord-est italiano, tra piccoli delinquenti, grandi intrecci criminali e una carriera da salvare a tutti i costi.Con La velocità dell'angelo, invece, Gianrico Carofiglio ci invita al tavolino di un caffé in riva al mare in compagnia di uno scrittore e di una donna misteriosa e amareggiata. Campionessa di atletica, poi poliziotta in carriera e capo della divisione narcotici, Sara verrà risucchiata da una storia d'amore folle e imprudente, segnata dalla droga. Dopo Io sono il Libanese - prequel di Romanzo criminale uscito nel 2012 - Giancarlo De Cataldo ci porta al suo Ballo in polvere, punto d'incontro tra balordi, narcos messicani e gli insospettabili della Milano-bene. Un racconto che ha il passo del romanzo breve, in una città irriconoscibile, stravolta da un fiume sotterraneo di illegalità, trame criminali, ipocrisia e denaro sporco.
Tre grandi della narrativa contemporanea per tre racconti che fanno riemergere dall'ombra la droga che, più di tutte, ha segnato la società dagli anni Ottanta ad oggi. Tre racconti magistrali, che si intrecciano e, illuminando aspetti differenti e complementari del medesimo problema, ci spiazziano e tornano a farci riflettere.
“La coca la sta usando chi è seduto accanto a te ora in treno e l’ha presa per svegliarsi stamattina o l’autista al volante dell’autobus che ti porta a casa, perché vuole fare gli straordinari senza sentire i crampi alla cervicale"Roberto Saviano
La cocaina: la merce più usata, trafficata, desiderata del nostro tempo. Il sogno dell’eccesso senza limiti che corrode le nostre vite e la nostra società. Il petrolio bianco che accende i corpi ma distrugge le menti. Le infinite vie del narcotraffico. Dal Messico alle spiagge di Miami, dalla Colombia alla Russia, dall’Africa alle strade di Milano, New York, Parigi. Il viaggio di un grande scrittore nei gironi infernali del mondo contemporaneo. Dove la ferocia dilaga incontrastata ma i boss hanno imparato tutte le regole più sofisticate del business. Le radici profonde della crisi economica attuale, il dilagare del capitalismo criminale, l’assalto mafioso ai santuari della finanza da Wall Street alla City. Il bisogno di raccontare, la potenza delle storie. Uno straordinario romanzo-verità, il capolavoro di uno degli autori più importanti e più amati.
Scrivere di cocaina è come farne uso. Vuoi sempre più notizie, più informazioni, e quelle che trovi sono succulente, non ne puoi più fare a meno. Sei addicted. Anche quando sono riconducibili a uno schema generale che hai già capito, queste storie affascinano per i loro particolari. E ti si ficcano in testa, finché un’altra – incredibile, ma vera – prende il posto della precedente. Davanti vedi l’asticella dell’assuefazione che non fa che abbassarsi e preghi di non andare mai in crisi di astinenza. Per questo continuo a raccoglierne fino alla nausea, più di quanto sarebbe necessario, senza riuscire a fermarmi. Sono botte di adrenalina che mi sparo direttamente in vena. Fiammate che divampano accecanti. Assordanti pugni nello stomaco. Ma perché questo rumore lo sento solo io? Più scendo nei gironi imbiancati dalla coca, e più mi accorgo che la gente non sa. C’è un fiume che scorre sotto le grandi città, un fiume che nasce in Sudamerica, passa dall’Africa e si dirama ovunque. Uomini e donne passeggiano per via del Corso e per i boulevard parigini, si ritrovano a Times Square e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Non sentono niente? Come fanno a sopportare tutto questo rumore?