Dopo le ghiacciate notti di La Paz ci trasferiamo ai 2.500 mt di Cochabamba. La città è piuttosto vasta e, paragonata ad altre con architetture coloniale etc non ha molto da offrire ai visitatori. Il suo forte sono però i mercati a cui ci siamo ampiamente dedicati dando sfogo ai desideri di acquisti di Silvia che è stata presa da una sorta di frenesia dovuta al cambio più che favorevole.
Bella la cattedrale
Anche se l’iconografia è sempre tendenzialmente angosicante
La piazza principale è costallata da farmacie ed edicole
La città di Cochabamba nel 2000 si è trovata alla ribalta nelle cronache mondali per la cosìddetta guerra dell’acqua. “Nel 1999 la compagnia statunitense Bechtel assume la gestione del servizio idrico a Cochabamba, la terza città della Bolivia. Il prezzo dell’acqua viene triplicato, vengono imposti l’obbligo di acquisto di permessi per accedere alla risorsa e addirittura un sistema di licenze per la raccolta dell’acqua piovana. Dopo un anno di gestione il 55% degli abitanti continua a non avere accesso all’acqua. Nell’aprile del 2000 centinaia di migliaia di persone scendono in piazza e marciano a Cochabamba contro il governo, costretto a fare marcia indietro e a revocare la legislazione sulla privatizzazione dell’acqua. Il contratto con la multinazionale Bechtel viene interrotto e il servizio idrico ripubblicizzato.” fonte: http://www.cdca.it/spip.php?article107 Da notare che tra le società gestrici dell’appalto c’è anche l’italiana Edison!!!