Magazine Diario personale

Cockneys vs Zombies

Da Bangorn @MarcoBangoSiena

Il fenomeno zombi sembra non arrestarsi in questi anni. Dopo le uscite di remake di film di Romero, i vari Resident Evil, una mare di libri, la serie The Walking Dead e l’imminente blockbuster con Brad Pitt, World War Z, mi trovo tra le mani questo Cockney vs Zombies. E devo ammetterlo, mi è stato consigliato da un amico ed era una cosa di cui avevo davvero bisogno. Fin dalla visione di Shaun of the Dead, ho capito di apprezzare molto l’ironia e la comicità intelligente in una pellicola horror. Capiamoci, intendo e sottolineo ironia e comicità intelligente, non parodie alla Wayans Brothers.

Locandina 1

Locandina 1

Trama

Due fratelli orfani, cresciuti dal nonno, un uomo tutto d’un pezzo che vive in un ospizio, cercano di organizzare una rapina per salvare proprio la casa di riposo in cui vive l’uomo, destinata a essere demolita. Insieme alla cugina, esperta scassinatrice e a due sgangherati complici, entrano in banca, ma quando ne escono hanno una brutta sorpresa: l’east end di Londra, e forse l’intera città, sono in preda a una pandemia zombie.

Locandina 2

Locandina 2

Considerazioni

Faccio sempre fatica a dar ragione a chi critica lo humor inglese. Negli anni ho notato che è quello che preferisco in assoluto e questa pellicola ne è pregna. Se vogliamo è humor nero, e si sposa perfettamente con il film. La mia sensazione, è stata di trovarmi in qualche modo davanti a un film con un tocco di Guy Ritchie, un po’ del sopracitato Shaun of the Dead, ma per il resto assolutamente originale. A tratti spiazza anche le previsioni che uno potrebbe fare, per esempio sul fatto che c’è un tizio che ha la calotta cranica fatta di metallo. Spiazza e diverte, nel modo giusto e intelligente, senza dover scendere a compromessi con inutili volgarità, peti, torte in faccia e scemenze del genere.
Se questa fosse la frontiera dell’horror umoristico, ne sarei ben felice. Mi chiedo se arriverà mai dalle nostre parti.

Alan Ford: il nonno d'acciaio

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