Cocktail Stefanel, ovvero donne finte o finte donne?

Creato il 30 settembre 2011 da Carosella


Ieri sera sono andata al cocktail per il rinnovo del negozio Stefanel a Trieste. L'invito parlava chiaro: dalle 18 alle 20, cocktail. Mi sembrava divertente e chic, così mi sono messa a cercare all'ultimo minuto un classico tubino nero di quelli immancabili nei romanzetti niuorchesi di Sophie Kinsella, ho convinto un'amica (che aveva tutt'altro nei programmi e nella testa) e mi sono presentata. Un brutto buttafuori (o mettidentro) ci ha fermate perchè il cane della mia amica era troppo grande (un bracco di Weimer, ndr.). Non perchè era un cane, ma perchè era extralarge. Dando un 'occhiata dentro in effetti ce n'erano già più d'uno, ma a mo' di borsetta sottobraccio di qualche signora.  Tuttavia, superati i blocchi comunque ( per l'effettiva avvenenza non nostra, ma dell'esemplare canino color grigio perla) ed entrata nel vivo dell'evento, con amica e cane dell'amica, una scena variegata si parava ai miei occhi. Bicchieri glassati (apparentemente dal freddo, in realtà dalla plastica) di vino bianco frizzante; corner buffet chic fornito da Expo Mittelschool (bicchierini di tartare di salmone e mousse di ricotta, mini coni di spuma di baccalà, piccoli sandwich di crema di mozzarella e wasabi, cucchiai di mousse di cioccolata "Choux"); manichini umani (si, in vetrina, oltre che i  soliti manichini immobili, si muovevano tre bellissime nonchè grandissime modelle in carne ed ossa); donne botulinate; uomini -pochi- già stile barcolani. Un parallelismo incrociato va sottolineato, perchè lampante come una luce da vetrina. Da contrappasso alle finte manichine, che invece di plastica erano in carne ed ossa (un po' più di ossa che carne, ma si sa) risultavano quasi grottesche le finte donne, che invece che di carne ed ossa erano di plastica/botulino. Così, in uno scenario un po " facciamo-un -evento-stile-milano" mi sono aggirata cercando facce amiche e sbirciando la collezione autunnale Stefanel, con  mani cariche di mini coni, bicchieri e tartare. Non ho sporcato giuro.  Ho notato però abiti informali di livello più alto degli scorsi anni e scarpe molto particolari, anche se a prezzi non proprio basici ( ho visto un paio di scarpe con tacco e con la punta rossa, bellissime). Ho trovato poche facce amiche, in compenso.Io, che sono spesso la donna più su con gli anni della compagnia che frequento, mi sono trovata lì come una cugina più giovane, sicuramente più naturale, scrutando meches e biondami, visi marron glacè, look beige dorato, e labbra superiori decisamente gonfie. Mi sono chiesta come si sentissero, a pochi metri dalla bellezza delle tre mannequin. Poi ho guardato sulla strada, gruppetti di vivaci e decisamente vecchie triestine con capelli grigiovioletti e calze color carne si fermavao ad ammirare e fare i complimenti alle manichine viventi, come fossero nipotine alle quali dare consigli sul fidanzato.
Una panoramica di vita femminile triestina, in un cocktail party un po fuori luogo, in una strada del centro di una città del nord est.
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