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Cocontest svende progetti, e l’architetto diventa una figura senza competenze

Creato il 28 maggio 2015 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT
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Il Consiglio Nazionale degli Architetti ha denunciato Cocontest all’Antitrust poiché diffonde, a danno dei consumatori, informazioni ingannevoli che screditano la categoria degli architetti, violano le leggi italiane e le direttive europee che regolano il rapporto tra professionisti e clienti.

Cocontest.com è un crowdsourcing utile per chi deve arredare, ristrutturare progettare una casa o un ufficio: mette in collegamento, attraverso un concorso tra soggetti privati, clienti e architetti. Nella segnalazione all’Antitrust il Consiglio sottolinea che, in realtà, Cocontest fornisce solo idee di progetti, senza verificare se sono soluzioni architettoniche fattibili e se siano progettate da professionisti competenti e abilitati.

Le affermazioni fornite sul sito riportano che solo sul sito è possibile trovare soluzioni rapide ed economiche perchè tutti gli altri architetti italiani ed europei offrono prestazioni lente e a caro prezzo. Al consumatore non viene mai specificato e spiegato che, quando si progettano interventi edilizi, bisogna produrre progetti e documenti complessi, a garanzia della sicurezza e salute dei cittadini e nel rispetto dell’ambiente: per questo motivo la legge in Italia e in Europa obbliga l’utilizzo di professionisti competenti e abilitati ai sensi di specifiche normative nazionali.

Cocontenst propone progetti gratuiti perché se solo “il progetto vincitore” riceverà un onorario, nemmeno definito come tale ma come “premio”, allora tutti gli altri saranno comunque stati lavori gratuiti. Non si specifica che con tale “progetto” l’ipotetico committente non potrà svolgere alcuna pratica autorizzativa a meno di rivolgersi successivamente a un professionista che lo sviluppi nella sua reale complessità e nei tempi necessari. Da questa proposta commerciale trae vantaggi unicamente la società che ha promosso Cocontest, pagata dagli architetti partecipanti nell’illusione di avere qualche concreta opportunità di lavoro, anche sottocosto.

Dietro l’immagine dell’innovazione – il crowdsourcing - si nasconde quindi lo sfruttamento di professionisti disperati che pagano una mediazione per la vaga speranza di una possibile opportunità di lavoro. Anche il consumatore viene illuso di poter godere di una progettazione low-cost. Con un’interrogazione parlamentare al Ministero dello Sviluppo economico verrà verificata la legittimità dell’iniziativa.

Cocontest sei nei guai.


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