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Il Codice Genesi (o Codice della Torah) è un codice che si dice sia stato nascosto intenzionalmente nei testi della Bibbia, decifrabile solo ricercando particolari sequenze di lettere equidistanti. Partendo da una lettera qualsiasi, possiamo prendere in considerazione solo le lettere n-esime nel testo, ovvero le lettere spaziate a intervalli regolari di n caratteri, esclusi gli spazi fra parole.
Se si applica questo sistema ad un intero libro biblico, come la Genesi, il risultato naturalmente sarà una lunghissima serie di lettere. Cambiando la lettera iniziale e il parametro “n” si possono generare svariate successioni di questo tipo. Immaginando di mettere tutte le lettere sopra ad un cilindro per poi appiattirlo, si possono avere un infinità di colonne, dove ci si potrà mettere alla ricerca di nomi significativi in corrispondenza di date; ma non solo, immaginando queste lettere sopra il cilindro è possibile ricercare parole in qualsiasi direzione si voglia, dando cosi origine ad un numero ancor maggiore di combinazioni. Un equipe di matematici israeliani applicando questo metodo sostiene di aver trovato moltissime corrispondenze cercando nomi in corrispondenza di date di nascita o morte. Doron Witztum, Eliyahu Rips e Yoav Rosenberg hanno pubblicato la loro scoperta sulla rivista scientifica Statistical Science col titolo “Equidistant Letter Sequences in the Book of Genesis”. il Libro della Genesi, con molto stupore da parte di tutti, conteneva informazioni su personalità attuali e date di eventi significativi contemporanei. Gli autori hanno fatto ricorso ad un test di randomizzazione per verificare quanto raramente le disposizioni trovate potrebbero prodursi per pura casualità ed hanno ottenuto un risultato altamente significativo, con probabilità pƒ0,0000016. Ovvero, la probabilità di ottenere quegli stessi risultati era di sedici su un milione. Gli autori affermarono:
“L’analisi per randomizzazione dimostra che l’effetto è significativo a livello di 0,00002 e che la sequenza di lettere con significati corrispondenti nella Genesi non è dovuta solo al caso.”
Harold Gans, ex criptologo al Dipartimento della Difesa USA, riprodusse lo studio degli israeliani e lo confermò nelle conclusioni. Jason Browning, scienziato creazionista, afferma che i primi cinque libri della Bibbia contengono disposizioni occulte di parole che sono state matematicamente dimostrate impossibili da ottenere per puro caso. Browning tuttavia non cita chi possa aver condotto i calcoli del caso per suo conto.
Ad ulteriore dimostrazione della attendibilità statistica dei loro risultati, gli isrealiani analizzarono la versione ebraica del Libro di Isaia e i primi 78.064 caratteri (come il libro della Genesi) di una traduzione in ebraico di Guerra e Pace di Tolstoy. Essi trovarono ancora numerosi nomi in stretta associazione a date di nascita o morte. Ma il risultato poteva anche essere casuale dato che erano presenti in proporzione molto minore al libro della Genesi, e quindi statisticamente meno rilevanti.
Per alcuni le disposizioni di parole nella Genesi sarebbero intenzionali e che Dio stesso fu l’autore primo del codice, dove immise volontariamente una serie di indicazioni sul futuro dell’umanità. Se Dio avesse applicato questo metodo ad altri libri, dovremmo forse dedicarci alla traduzione di tutti i libri sacri per verificare quante personalità di spicco vi sono citate in codice?
Ma può veramente un computer leggere la mente di Dio? Questa è la domanda che si sono posti i più religiosi che non hanno gradito questo studio poichè secondo la teoria, Dio avrebbe dettato un insieme di parole più o meno comprensibili, contenenti storie di creazione, diluvi, guerre fratricide, miracoli e altro ancora, compresi molti messaggi moraleggianti, ma contemporaneamente avrebbe nascosto all’interno di queste parole le informazioni più importanti per la storia umana ed assolutamente di nessun valore religioso. D’altro canto se una parte della comunità religiosa è andata contro questa teoria, molti non si sono affatto meravigliati, anzi… Alcuni scienziati creazionisti cristiani sostengono che il codice biblico sia la prova scientifica dell’esistenza di Dio. Se avessero ragione, dovrebbero tuttavia convertirsi al giudaismo. Doran ha portato il lavoro compiuto sulla Genesi ben oltre le idee dei suoi stessi colleghi. Alla televisione israeliana egli ha affermato che i nomi dei campi minori di Auschwitz sembrano notevolmente vicini alla frase “in Auschwitz” all’interno del libro decodificato. Le probabilità che ciò avvenga per caso sarebbero una su un milione. Alcuni suoi studenti hanno effettuato i calcoli e annunciano che il loro mentore si sbaglia per un valore 289.149. L’abilità matematica di Witztum potrà non essere all’altezza delle sue buone intenzioni, ma è arduo capire quali possano essere tali intenzioni. Dio voleva forse curiosamente svelare che i campi secondari di Auschwitz erano proprio ad Auschwitz?
Michael Drosnin e tutti gli appassionati del suo famoso libro The Bible Code, sostengono che decodificare l’intera Bibbia possa condurre alla rivelazione di profezie e profonde verità di grandissima importanza, delle quali non tutte sarebbero state rivelate. Secondo Drosnin la Bibbia è il solo testo in cui simili frasi in codice vengono riconosciute in uno schema statisticamente significativo, e la probabilità che tutto ciò sia frutto di casualità è alquanto inverosimile. Ricorrendo all’analisi delle sequenze di lettere equidistanti, Drosnin ci fa notare che l’assassinio di Rabin era predetto nella Bibbia, insieme a quelli di Sadat e di Kennedy.
Ma non tutti concordano con l’ipotesi di Drosnin, come Harold Gans, il crittologo del Dipartimento della Difesa americano, che appoggiò il lavoro di Witztum, Rips e Rosenberg. Gans ha pubblicato una dichiarazione in merito a The Bible Code e altri libri del genere, in cui sostiene che i codici della Torah non sarebbero utilizzabili per predire il futuro, e questa teoria è totalmente infondata in quanto non vi è alcuna base scientifica o matematica a sostegno di una simile affermazione. Sempre secondo Gans. Il ragionamento seguito per giungere a una conclusione del genere nel libro è chiaramente in errore. Se è vero che certi eventi storici sono stati dimostrabilmente codificati nella Genesi in vari schemi, non è invece assolutamente vero che ogni configurazione del genere rappresenti necessariamente un potenziale fatto storico.
Il Prof. Menachem Cohen, noto studioso della Bibbia all’ Università Bar-Ilan, ha criticato Witztum e gli altri su due punti fondamentali:
1) ci sono varie altre versioni ebraiche della Genesi per le quali l’analisi di sequenze di caratteri non ha prodotto alcun risultato statisticamente significativo;
2) gli appellativi dati ai grandi di Israele erano incoerenti ed arbitrari. Il professore compie delle buone osservazioni, ma magari questo prova solo che la versione Koren della Genesi è proprio quella giusta, e che gli appellativi rilevati sono quelli più giusti per le personalità più importanti nella storia di Israele.
Altri critici, come Brendan McKay, hanno condotto in proprio l’analisi di Guerra e Pace, ottenendo risultati notevolmente differenti da quelli di Witztum. Ad ogni modo Drosnin sembrava chiedere un controllo di quel tipo quando dichiarò: “Quando i miei critici troveranno un messaggio sull’assassinio di Kennedy criptato in Moby Dick, allora gli crederò.” McKay prontamente tirò fuori un'analisi sequenziale del testo di Moby Dick, predicendo non solo l’attentato a Indira Ghandi, ma anche quelli di Martin Luther King, John F. Kennedy, Abramo Lincoln ed Yitzhak Rabin, assieme alla fine della Principessa Diana. Il matematico David Thomas ha compiuto un’analisi sequenziale del testo della Genesi, trovando le parole code (codice) e bogus (falso) in prossimità reciproca non una, bensì sessanta volte! Quante sarebbero le probabilità di una cosa del genere? Significa dunque che Dio ha criptato nel testo un codice per rivelarci che non vi è alcun codice?
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