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Voglio parlarvi di un paio di libri di racconti e di un paio di libri brevi, ideali da divorare a bocconi in pause da dieci minuti o in una serata di pioggia. (Cioè, almeno per le persone normali sarà così. Io in verità con i racconti mi frego sempre: bulimica qual sono, non riesco a smettere: ancora uno, un altro e poi basta... e finisce che faccio le 2:00 per finire dei racconti, che scema.)
Vabbè.
Dicevo, libri di racconti. Il primo di questi, che mi sento di consigliarvi, è di Stefania Bertola.
Una raccolta di 19 racconti sui piccoli imprevisti della vita e dei sentimenti, veloci immagini e trame incompiute, sbirciamento nella vita altrui con flash che durano il tempo di una sigaretta. E che lo stile della Bertola, la sua leggerezza, ironia, e a volte disincanto, rende magnetici. O almeno, così è stato per me. 4 stelline.
Leggo dalla quarta di copertina di "Spirali", di Jeffery Deaver: Personaggi che non sono quello che sembrano, eventi che nascondono un "doppiofondo", colpi di scena a matrioska: da uno dei più geniali scrittori di thriller dei nostri tempi, una raccolta di sedici racconti nel segno della suspense e dell'alta tensione.
Se non avete mai letto un thriller di Jeffery Deaver, la prima cosa che dovete sapere è che nei suoi libri è fondamentale il colpo di scena. Nessuna profondità nei personaggi o ambiguità tra bene o male regge le sue trame; con lui, è intrattenimento puro.
Spirali, in questo, è perfetto. Sedici racconti che, a parte due o tre casi, non reggerebbero una rilettura: eppure, nel loro genere, eccellenti. Se avete voglia di fare qualche sobbalzo sulla sedia, senza farvi paranoie morali ma solo stupendovi di come l'autore riesce sempre a fregarvi, beh, ve lo consiglio davvero. Io gli ho mollato 4 stelline, perché saranno anche tagliati con l'accetta, ma cavolo, danno una grande soddisfazione.
Paolo Maurensig, "La variante di Lüneburg". Ecco la trama: "Un colpo di pistola chiude la vita di un ricco imprenditore tedesco. E' un incidente? Un suicidio? Un omicidio? L'esecuzione di una sentenza? E per quale colpa? La risposta vera è un'altra: è una mossa di scacchi. Dietro quel gesto si spalanca un inferno che ha la forma di una scacchiera. Risalendo indietro, mossa per mossa, troveremo due maestri del gioco, opposti in tutto e animati da un odio inesauribile..."
Di Paolo Maurensig avevo già letto "Vukovlad - Il signore dei lupi". Un libro che avevo trovato niente di che, soprattutto per lo stile molto piano. Questo "La variante di Lüneburg" è, credo, il suo libro più famoso. Tutto è incentrato sul gioco degli scacchi, ma anche se non conoscete o magari non sopportate questo gioco, non preoccupatevi, non serve per seguire la trama. Importante è invece non essere al corrente della "rivelazione" finale! Se non sapete nulla del "mistero" che dà il titolo al libro, il romanzo vi piacerà, o perlomeno ne sarete scosse. Io, invece, già sapevo a cosa sarei andata incontro (maledetti spoiler e quarte di copertina!) e quando è arrivato il colpo di scena mi aspettavo di più. Una sorta di: "oh, dammi maggiori particolari, visto che il resto l'ho già sentito dire". Lo stile rimane quello di Maurensig, senza sbalzi, che si sposa bene con una storia che, al contrario, è lacerante; in questo modo, ne smorza il patetico lasciandone solo il dolore.Ora di suo ho in programma di leggere "Canone inverso", di cui, se Dio vuole, non so nulla. Non anticipatemi e non rivelatemi, please! Voglio bearmi della mia ignoranza: così forse riuscirò a dare a questo autore più di tre stelline.
David Foster Wallace, "Una cosa divertente che non farò mai più". La quarta di copertina dice: "A un giovane scrittore viene commissionato il reportage di una settimana in crociera extralusso nei Caraibi. Lo scrittore è David Foster Wallace e la permanenza sulla "meganave" si trasforma in un'esilarante cronaca, ma anche in un acido ritratto dell'americano in vacanza, delle sue abitudini ottuse, della sua eleganza pacchiana e - naturalmente - della sua ricerca di un forzato e artificiale relax. La critica pungente, e insieme scanzonata, di questi «cittadini americani adulti e ricchi» è accompagnata da una sferzante ironia e da uno stile pirotecnico e piacevolmente dispersivo che confermano l'enorme talento di un autore, come è stato detto, «capace di scrivere veramente di qualsiasi cosa»".
Eccomi arrivata alla lettura imprescindibile per gli uomini con il sigaro, gli intellettuali dalle giacche in tweed. David Foster Wallace, che deve piacervi a priori se aspirate al titolo di radical chic.Ero parecchio curiosa, non avendo mai letto nulla di suo. Questo è, pare, uno dei suoi libri leggeri (gli altri, prima o poi, dovrò provarli). In ogni caso, su questo libro in particolare, la mia reazione è stata un "uh?" perplesso.
Cioè, non ho ben capito. È un reportage sulle crociere di lusso, e io mi sono trovata in sintonia con lui, è ovvio - è in crociera ma si chiude in cabina per quasi tutto il tempo, come non comprenderlo e amarlo, è quello che farei io, misantropia portami via - ma forse proprio per questo, per il fatto che i pensieri un po' paranoici che ritrovo in questo libro riecheggiano anche nella mia mente quando sono in mezzo a gente troppo vociante, mi è parso che il reportage fosse un insieme, tutto sommato, di condivisibili banalità, a volte buffe, più spesso amare, ma niente di... illuminante, ecco. In pratica, avevo aspettative troppo alte: risultato, tre stelline, giocandomi così il titolo di Radical Chic 2014.
Cercherò di farmene una ragione.
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