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Certamente più la nuova lingua assomiglia alla tua o alle altre che conosci già, più veloce e facile è l'apprendimento. Dall'altro lato però maggiore è il rischio di confusione. Non è affatto facile tenere distinti nella mente due lingue molto simili come possono essere l'italiano e lo spagnolo o lo svedese e il norvegese. Quindi imparare una nuova lingua molto diversa ha i suoi vantaggi, anche se inizialmente le difficoltà sono maggiori.
Io ho il privilegio di avere come madrelingua una lingua molto particolare che non assomiglia a nessun'altra e con cui non posso capire nessun'altra lingua al mondo, neanche in una minima parte. Perciò per me imparare qualsiasi altra lingua vuol dire necessariamente imparare una lingua molto diversa dalla mia. Ora che sto studiando la quinta lingua indoeuropea (a parte l'inglese e l'italiano, in passato ho provato a studiare un po' di tedesco e spagnolo, e adesso sono alle prese con lo svedese), posso dire che la struttura grammaticale è esattamente la stessa in tutte e cinque con delle piccole variazioni.
Nonostante ciò la mia madrelingua mi aiuta spesso a imparare una nuova lingua. Mi diverte molto scoprire quelle che io chiamo "coincidenze linguistiche". Si tratta di espressioni o modi di dire simili. Le considero coincidenze perché probabilmente non c'è un legame diretto (storico-etimologico) tra le due espressioni, eppure sono costruite nello stesso modo. Al corso di svedese non è raro che mi capiti che qualcosa capisco al volo perché si dice uguale in ungherese, mentre è completamente diverso in italiano e in inglese. Mi capitò spesso anche al corso di tedesco a suo tempo ma le attribuivo all'influenza che il tedesco effettivamente esercitò sul lessico della mia lingua grazie ai forti legami storico-culturali (con l'Austria soprattutto, ma anche con la Prussia/Germania). Questa volta però è difficile parlare di legami storici tra Svezia e Ungheria.
Ecco qualche esempio:
- Il verbo se ut, 'sembrare' o 'avere l'aspetto di'. Per esempio: Den här killen ser bra ut. = Questo ragazzo è di bell'aspetto. This guy looks nice (e non 'looks out nice'). In ungherese: Ez a fiú jól néz ki. 'Kinéz' vuol dire letteralmente ser ut.
- La sequenza nelle date. Gli svedesi, come gli ungheresi, scrivono anno-mese-giorno. Quindi oggi è il 2012.4.6. e non il 6.4.2012 come per gli italiani o il 4.6.2012 come per gli americani.
- Diverse parole composte. Lo svedese, come il tedesco e l'ungherese, si presta bene a formare delle parole composte, anche molto lunghe. Ed alcune di queste coincidono con il modo in cui è formata la stessa parola in ungherese. Due esempi: il dentista che in entrambe le lingue si chiama "dottore del dente", tandläkare in svedese e fogorvos in ungherese; il quadrato come forma geometrica si chiama "quattro angoli", fyrkant in tedesco e négyszög in ungherese (e anche in tedesco: Viereck).
- La radice di alcune parole, come per esempio quella di 'pianta' (nel senso di vegetale) che in italiano deriva dal latino "planta" ('pianta del piede', perché 'plantare' ovvero 'spingere nella terra' era un modo per 'piantare', almeno secondo Garzanti), in ungherese e in svedese ha come radice il verbo 'crescere': växt (letteralmente 'cresciuto') in svedese e növény (che però non significa 'cresciuto', ma solo ed esclusivamente 'pianta') in ungherese. La mia lingua poi si presta particolarmente bene alla creazione di nuove parole, essendo una lingua agglutinante. Non sono l'unica che la descrive come una "lingua LEGO", adatta alla poesia in maniera eccezionale. La radice della parola növény per esempio è nő, che come verbo significa 'crescere', ma come sostantivo significa 'donna'. Dal verbo poi sono formate la parole növedék o növekmény (incremento), növendék (allievo), növény (pianta), e molte altre.
- Poi ci sono alcuni false friends assolutamente incidentali, ma molto divertenti, tra lo svedese e l'ungherese. Così, ad esempio, la parola apa che in ungherese significa 'padre', mentre in svedese vuol dire 'scimmia'! Anche se con una pronuncia leggermente diversa. Meno male che io mio babbo lo chiamo apu (una variante vezzeggiativa), e non apa, se no immaginate quando mi viene a trovare in Svezia e gli svedesi mi sentono chiamarlo, che ne so, in un supermercato. :)
(In un contesto religioso, con riferimento a Dio però si usa un'altra parola, atya, che significa ugualmente 'padre', ma non nel senso di legame famigliare, solo per i sacerdoti e per Dio. Il Padre Nostro in ungherese è Miatyánk.)
- Un ultimo esempio di coincidenza linguistica, stavolta grammaticale, tra ungherese e svedese è la differenza tra preposizioni, prefissi e avverbi che indicano un luogo e quelle che indicano moto a luogo. Ecco a cosa mi riferisco: 'fuori' che può essere ut (luogo) o ute (moto a luogo, 'verso l'esterno') in svedese, e kint (luogo) o ki (moto a luogo, 'verso fuori') in ungherese; 'giù' che può essere nere (luogo) o ner (moto a luogo, 'verso il basso') in svedese, e lent (luogo) o le (moto a luogo) in ungherese); 'a casa' che può essere hemma (luogo) o hem (moto a luogo, 'verso casa') in svedese, e otthon (luogo) o haza (moto a luogo) in ungherese; 'qua' che può essere här (luogo) o hit (moto a luogo, 'verso qui') in svedese, e itt (luogo) o ide (moto a luogo) in ungherese. E la lista potrebbe continuare a lungo...
Le "coincidenze linguistiche" sono affascinanti almeno quanto l'etimologia. Mentre quest'ultima rivela i legami storici tra i diversi popoli, gli esempi sopra riportati mostrano che siamo tutti degli esseri umani e talvolta, indipendentemente l'uno dall'altro, arriviamo alla stessa conclusione.
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