Magazine Diario personale

Col cazzo che rismonto il Mandal

Creato il 04 ottobre 2011 da Albino

Sydney le sta provando tutte pur di farmi rimpiangere il Giappone. Pure l’ondata di gelo: 17 gradi ai primi di ottobre praticamente non si erano mai visti. Per dire, quando me n’ero andato il 23 settembre ce n’erano 26. Tokyo dall’altra parte aveva un clima invidiabile: non so se sapete (forse no) ma sulla carta Sydney in teoria ha solo tre mesi in cui il clima e’ meno che perfetto (giugno, luglio, agosto), mentre Tokyo ha solo due mesi scarsi (da meta’ settembre ai primi di novembre) in cui il clima non fa cagare. Quindi e’ evidente che le due citta’ si sono messe d’accordo alle mie spalle, e ho come il sospetto che ci sia pure Moggi dietro a tutto cio’.

Comunque sia, nonostante tutto devo dire che sono tornato con le idee abbastanza chiare. Pensate che il direttore mi ha pure offerto un trasferimento a Seul in Corea, con conseguente aumento di stipendio e appartamento pagato – e frequenti viaggi in Giappone. E io gli ho detto di no.

Gli ho detto di no perche’ ora e’ il mio momento di stare qui. Perche’ ora inizia l’estate. E io sono andato l’ultima volta in spiaggia all’inizio di settembre del 2010, a Kamakura, per poi farmi l’inverno dell’emisfero boreale e poi direttamente (furbissimo) quello australe.

Perche’ mi sono appena trasferito, e non ci penso nemmeno di riprendere mano al cacciavite per smontare per l’ennesima volta il mio Mandal.

Perche’ voglio comprarmi casa a Sydney, spostarci dentro i miei mobili e poi – forse – pensare a un trasferimento. Perche’ voglio farmi un paio d’annetti di vita qui, buoni per il passaporto da acquisire e per i contributi alla mia futura pensione (australiana).

Perche’ trasferirmi ora vorrebbe dire vendere la macchina che ho appena comprato, rifare i bagagli e andarmi a passare un inverno gelido a Seul. No grazie.

Perche’ a Tokyo ho realizzato che le metropoli ti consumano. Nelle metropoli devi stare attento a non esagerare, altrimenti ti ritrovi fuori a cena ogni sera, e la cosa non e’ salutare. E poi, cari lettori. Per un po’ voglio dire basta al grigio del cemento, basta coi treni affollati, basta col casino. Basta appartamenti microscopici. Basta linguaggi ostici e culture da capire. Basta con le usanze folli di nazioni etnicamente omogenee. Basta uscire di casa e incontrare gente a ogni angolo. E pazienza se a Seul c’e’ piu’ figa che in qualsiasi altro posto del pianeta (Tokyo compresa, si: tutti sanno che in media le koreine sono piu’ fighe delle giappine).

Almeno un paio d’anni, lasciatemeli vivere in pace all’ombra di una palma nel profondo sud. Poi magari mi faccio un’altra avventura asiatica, e poi magari sono anche capace di tornarmene in Europa.

Questo e altro ho capito nel mio viaggio a Tokyo. Ma ne parleremo in dettaglio nei prossimi episodi.


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